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Un giorno dedicato alla cultura: Bergamo alta e Caravaggio, di Renzo Montagnoli

Un giorno dedicato alla cultura: Bergamo alta e Caravaggio, di Renzo Montagnoli

Un giorno dedicato alla cultura: Bergamo alta e Caravaggio

di Renzo Montagnoli



Non c´è che dire, ma Nicola Dosoli, dominus del Centro Sociale Il Tiglio, da un po´ di tempo organizza delle gite una più bella dell´altra, appuntamenti culturali che riservano anche graditissime sorprese, come è stato il caso di domenica 28 maggio c.a.. La meta principale è stata Bergamo alta e, dopo il pranzo a Osio di Sopra, una puntata rapida al Convento di San Bernardino a Caravaggio.

Bergamo alta, o Berghem de sura in dialetto locale, è il nucleo antico della città, già esistente in epoca antica, prima parte della Gallia Transpadana, poi annessa alla Repubblica Romana e della Caput Mundi segue le sorti, occupata via via dai Longobardi e poi dai Franchi, e infine dopo un periodo di libero comune, dominio della Repubblica di Venezia. Poi la storia più recente la vede brevemente governata dai francesi di Napoleone, poi dagli austriaci e quindi dal 1860 dal Regno d´Italia. Bergamo alta si eleva, come Roma, su sette colli e ciò spiega il perché dei continui saliscendi delle strade e delle viuzze, come in molti abitati arroccati, soprattutto nell´Italia centrale e meridionale. Il nostro gruppo vi è approdato con un trenino stradale, ma vi sono altri mezzi, come la funicolare, frequentatissima e gli autobus pubblici, mentre non è possibile, tranne per i residenti, arrivare in auto. Giunti finalmente all´inizio delle mura per un disguido abbiamo effettuato una visita solo in parte con il conforto di una guida autorizzata, perché abbiamo iniziato il giro con lo spirito e purtroppo anche con le lacune tipiche del "fai da te", benché a ciò costretti. Tuttavia c´è da ringraziare Nando che ci ha fatti uscire dalla situazione di incertezza prendendo il comando e novello Bartolomeo Colleoni ci ha guidato fino alla Piazza Veccha tenendo alto, anziché lo spadone, un ombrello di ragguardevoli dimensioni. Più tardi è sopraggiunta la guida ufficiale, anzi sarebbe da dire troppo tardi, ma comunque siamo riusciti a vedere tutto quello che è normale percorso di visita, anche perché i monumenti di particolare interesse non sono molti. Fra questi la Piazza Vecchia, con la Biblioteca Angelo Maj, dalla candida facciata, il vetusto Palazzo del Podestà, il Campanone, la torre che ogni sera alle 22 batte i 100 rintocchi che segnavano le chiusure delle porte della città, il Palazzo della Ragione, e da lì, a seguire, la Piazza del Duomo, su cui si affacciano il retro del Palazzo della Ragione, il Duomo, la Basilica di Santa Maria Maggiore, il piccolo, ma grazioso Battistero, la bellissima cappella Colleoni, un vero e proprio mausoleo, dove riposa uno dei più grandi condottieri italiani, Comandante Generale della Serenissima. Non è molto, ma nemmeno poco, anche perché la città alta è tutta antica, con le sue viuzze, le sue piazzette, dove, se non fosse per il massiccio afflusso di turisti, sia per il giorno festivo sia perché Bergamo, in unione con Brescia, è la capitale 2023 della cultura italiana, forse si potrebbero udire, anziché il rombo di mille e mille voci, i suoni di un mondo che è stato, i toni sommessi di dialoghi di epoca rinascimentale, un canzoniere che lancia la sua melodia a una nobildonna. A mezzogiorno passato siamo dovuti andare e siamo scesi alla città nuova con la funicolare, mezzo richiestissimo, come evidenziato soprattutto dalle lunghe file in attesa. Il nostro autobus ci aspettava e stanchi ci siamo saliti, sperando di recuperare le forze nel percorso, tuttavia assai breve, perché quasi un un amen siamo arrivati a Osio di Sopra, dove eravamo attesi per il pranzo nella sede del Centro Ricreativo Casa ad Archi. L´ambiente è familiare, ma il servizio è impeccabile e quel che più conta abbiamo avuto un signor pranzo per qualità, quantità e varietà. Alla fine c´è stato giusto il tempo per la foto di gruppo sotto un gelso centenario dove ha posato con noi anche chi si è prodigato ad allestirci il pranzo e che ci ha salutato con un canto che è un arrivederci.

Abbiamo mangiato molto e bene e anche bevuto abbastanza, poi le fatiche della scarpinata a Bergamo alta hanno iniziato a farsi sentire, la maggior parte di noi è un po´ avanti con gli anni, siamo quelli, che con una locuzione ad hoc, amiamo definirci "diversamente giovani", quindi abbiamo sperato di recuperare qualcosa nel breve percorso da lì a Caravaggio dove si sarebbe andati a vedere un convento recuperato dall´oblio, una specie di coniglio che Nicola ha estratto dal suo cilindro. In tutta sincerità, non so gli altri, ma io non mi attendevo grandi cose, quattro mura sbrecciate, una chiesetta miserella, forse un po´ di silenzio e magari un filo di frescura, data la lunga digestione e la giornata afosa.

All´esterno l´impressione è stata un po´ rassicurante, data l´assenza di mura messe male, magari diroccate, ma niente di più di una chiesetta di stile romanico con una muratura che si estende a un lato e che con ogni probabilità era la costruzione con le celle dei monaci. Ci ha accolto una guida giovane, quasi un ragazzo, che prima di tutto ci ha ragguagliato sulla storia del complesso. Mi è sembrata quasi fantastica l´origine della costruzione, ma quel giovane mi ha ispirato fiducia e quindi gli ho dato credito. In breve agli inizi del XV secolo gli abitanti di Caravaggio e di Treviglio erano profondamente nemici, per cause varie, e se le davano di santa ragione, con morti e feriti. Bernardino, un frate itinerante dell´Ordine dei minori, arrivò lì agli inizi di novembre del 1479 e forse anche per abilità diplomatiche pose fine a questo lungo conflitto. Per onorarne la memoria Treviglio provvide a edificare un convento con il nome di Santa Maria Annunziata e Caravaggio, per non essere da meno, nel 1472, cioè quando il frate pacificatore era morto ormai da venti anni, ne eresse un altro con il suo nome. Con l´avvento dei francesi di Napoleone San Bernardino fu soppresso nel 1798.  Il chiostro e il terreno di `San Bernardino´ furono acquistati dal Comune nel 1970 mentre nel 1978 l´Ospedale donò al Comune stesso la chiesa. Nel 1973 il valido restauro dell´architetto Sandro Angelini di Bergamo lo restituì agli abitanti con lo scopo di costituire un centro di cultura e delle arti. All´interno dell´edificio si apre un chiostro, come in quasi tutti i monasteri, al cui centro c´è solo un prato, quindi niente fiori, almeno al momento credo. La nostra guida, dopo altri cenni storici, in un caldo che quasi mi stava facendo svenire, ci ha condotti, attraverso una porta sulla sinistra dell´ingresso all´interno della chiesa, dove si trova quello che un tempo doveva costituire il presbiterio e in pratica la porzione del tempio riservata a uso esclusivo dei monaci, un ambiente che secondo me non ha nulla di particolare, tanto che, attraverso un breve corridoio, vista la chiesa per i fedeli dove sui una panca era seduta mia moglie, mi sono recato là, accomodandomi vicino a lei, ma alzati gli occhi verso la parete dietro l´altare sono rimasto a bocca aperta. Non esagero, mi ha colto lo stupore nel vedere uno splendido affresco che rappresenta il ciclo della Passione. Assicuro che è un´opera di straordinario valore, datata 1531 e attribuita a Fermo Stella. Sulla sinistra si aprono tre cappelle, la prima a fianco della navata dedicata alla Madonna con affreschi attribuiti ai pittori trevigliesi Bernardo Zenale e Bernardino Butinone; sul muro di divisione fra la prima e la seconda cappella si trova un affresco raffigurante la Madonna, san Bernardino e san Rocco firmato tramite un rebus dal pittore di Caravaggio Fermo Stella; la seconda cappella ha un altare dedicato a Sant´Antonio da Padova, mentre la terza cappella è in onore di San Francesco ed è quella meno ben conservata. Ecco, se a Bergamo il vociare disturbava, lì, in quella chiesetta, regnava il silenzio, un silenzio quasi mistico, tanto che immaginavo, inginocchiati in preghiera intorno all´altare i monaci e più dietro, dove ero seduto io, i notabili del paese nella prima fila di banchi e più indietro ancora i popolani e magari sulla soglia del tempio, con le mani protese a chiedere l´elemosina, i miseri, che nella storia non mancano mai. Insomma, Caravaggio con il convento e annessa chiesa di San Bernardino è stata una sorpresa veramente piacevole e ha chiuso nel migliore dei modi una gita riuscita benissimo.



Come arrivare

Arrivare a Bergamo è facile, perché la città è ben servita; infatti, a parte l´aeroporto di Orio al Serio, poco lontano, si può usufruire dell´autostrada A 4 (uscita Bergamo) e della linea ferroviaria con frequenti treni sia da Milano che da Brescia.



Per quanto concerne Caravaggio assai comoda è la A35 (Brebemi)



Ospitalità



Per Bergamo valido è VisitBergamo che pure si può utilizzare per Caravaggio.



Posizione e visite della Chiesa di San Bernardino



Viale Giovanni XXIII n. 17, a 2 km circa dal casello autostradale Brebemi, a poche centinaia di metri dalla Stazione ferroviaria cittadina.
Con mezzo privato si consiglia il parcheggio lungo Viale Papa Giovanni XXIII, presso la Stazione ferroviaria di Caravaggio o in Largo Donatori di Sangue.

Apertura della Chiesa al pubblico:
Mercoledì dalle 10:00 alle 11:30;
Venerdì dalle 10:00 alle 12:00.

Per informazioni o per organizzare visite private di gruppo contattare l´Ufficio Cultura del Comune di Caravaggio all´indirizzo e-mail cultura@comune.caravaggio.bg.it oppure telefonare al numero 0363 356213.

Per visite guidate rivolgersi all´associazione OpenRoad di Caravaggio:
www.openroadcaravaggio.com
@OpenRoadCaravaggio (Instagram e Facebook)
3519798955 (WhatsApp)





Fonti:



https://melavagabonda.it/cosa-vedere-bergamo-citta-alta/



https://www.secondastellaadovest.com/2022/02/20/bergamo-alta-cosa-vedere/



https://luoghidavedere.it/luoghi-da-vedere-in-italia/lombardia/itinerario-visitare-bergamo-alta-1-giorno_12984



https://artbonus.gov.it/1265-chiesa-di-san-bernardino.html



https://fondoambiente.it/luoghi/chiesa-di-san-bernardino-caravaggio-21748?ldc



http://www.parrocchiadicaravaggio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=44&Itemid=187





N.B.: Le foto a corredo dell´articolo sono state reperite in diversi Siti Internet