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Pasqua di resurrezione morale 2022, di Lorenzo Russo

Pasqua di resurrezione morale 2022, di Lorenzo Russo

Pasqua di resurrezione morale 2022

di Lorenzo Russo





Questa volta è una ricorrenza segnata da atrocità e disgrazie nel cuore dell'Europa.

Gli attori sono due imperi che si confrontano sin dalla fine della seconda guerra mondiale per la supremazia nel mondo e dove gli altri stati sono ridotti a staterelli posizionati nell'una o nell'altra sfera per interesse di parte o per costrizione.

Chi vincerà rimane una prognosi senza utilità, mentre è certo che dovrà ricostruire il distrutto, ripristinare la convivenza dei popoli colpiti, che ancora una volta si sono lasciati manovrare dalle elites volte al predominio mondiale, sempre che il mondo potrà esistere ancora.

Ma è sempre stato così, circostanza che solo le vecchie generazioni hanno presente nei loro ricordi, mentre le nuove sono ancora costrette a misurarsi per sopravvivere.

Ciò che sta accadendo mette in chiaro che esistono diversi tipi di credo, tutti generati dalle energie dimensionali e ognuno inteso a prevalere su tutto.

Ma proprio ora che celebriamo le annunciazioni di colui che non visse la sua vita per prevalere e sopravvivere, ma per comunicarci che esiste un'altra e migliore condotta di vita, dobbiamo constatare di non essere ancora maturi per realizzarla.

Lo si deduce, quando ci comunica che esiste un Padre Celeste, cioè un padre fuori dal nostro mondo e pronto ad accogliere chiunque decidesse di vivere per raggiungerlo nella sua dimensione.

Raggiungerlo lo vorremmo tutti, ma perché dovremmo rinunciare ai piaceri di questa vita o sottostare alla dittatura di terzi rimane una domanda senza risposta.

Certo è che la decisione di volerlo raggiungere modificherebbe totalmente il nostro comportamento perché ci renderebbe forti ed audaci, tanto da non temere nessun sacrificio e nessuna sofferenza.

Certo è anche che si vivrebbe in un conflitto personale continuo tra le notevoli tentazioni della vita terrena sempre volte al predominio e godimento, e quelle del loro superamento per un dopo purtroppo non percepibile coi nostri sensi e la ragione.

Che sia un conflitto permanente e arduo lo si deduce anche oggi, quando dobbiamo constatare che sia gli aggressori del conflitto in corso sia chi ha deciso di difendersi con ogni mezzo e con la forza non dimostrano di essere cristiani veri.

Non ci ha detto Gesù Cristo che chi ferisce di spada perisce di spada?

Detto questo, prendiamo atto della nostra limitatezza e chiediamo perdono delle nostre mancanze.

Questa è certamente una Pasqua diversa dalle precedenti.

Lo è, perché ci rende maggiormente coscienti di non essere migliorati, troppo siamo inclini a godere il benessere materiale che, come si sa, è la fonte di tutti i vizi terreni.

Da qui è chiaro che la nostra cultura è da decenni in decadenza, perché priva di quegli impulsi generanti energie nuove e sane.

Inoltre pecchiamo di ipocrisia, quando influenziamo popoli appartenenti o anche sottostanti a un'altra sfera politica a far parte della nostra, propagandando il nostro migliore tenore di vita, la maggiore libertà senza spiegare che quella vera richiede veggenza e maturità affinché porti frutti utili e buoni, senza aggiungere che è sempre meglio lasciare lavorare il tempo a venire che rischiare un conflitto dove tutti sono perdenti.

Ed è qui che lo spirito cristiano ci insegna di rispettare il prossimo, anche quando fosse differente di mentalità, cultura ed ordine sociale; ma rispettarlo non significa fare di tutto per inglobarlo.

Questo perché in verità il nostro modo di vita non corrisponde alle attese poste e il paese che si vorrebbe incorporare ne rimarrebbe poi deluso, manovrato per interessi a lui tenuti oscuri.

Sono interessi di potere globale, quindi, per cui i prossimi anni saranno anni di prova, perché difficili e pericolose saranno le decisioni da prendere.

Chi peccherà di presunzione farà scelte errate, chi di buonismo controproducente si danneggerà maggiormente, chi non si assumerà la responsabilità delle sue decisioni rovinerà tutto il buono esistente nel mondo.

Quest'ultima riguarda anche i popoli nel momento di scegliere i loro rappresentanti, perché la loro scelta è determinante per mantenere l'equilibrio nel proprio paese e nel mondo globalizzato.

Intendo che l'essere buoni e/o consenzienti richiede lungimiranza sulle conseguenze che possono sorgere, quale il rispetto delle regole e mantenimento delle promesse.

Il mio augurio è che tutti i responsabili diventino coscienti del loro agire, che tengano in conto che il mondo oggi si trova a un bivio di un possibile non ritorno.

Una resa in onore è meglio della distruzione di tutto il paese, dello sterminio di soldati e civili, dell'esodo di tanti connazionali che tutto hanno perso nelle macerie delle loro abitazioni.

Chi non ha coscienza di tutto questo è una persona rimasta indietro nel tempo, non in sintonia con la realtà di questo secolo, che ci avvisa che il mondo potrebbe sparire completamente in pochi minuti per colpa nostra.

Oggi è, più che prima, necessaria una politica d'equilibrio e di rispetto del vicino di casa.

Penso che solo così e con l'aiuto del tempo, che come un fiume scorre e muta le condizioni della vita, anche il più ostinato fautore di grandezza imperiale prima o poi capirà che è meglio optare per la convivenza pacifica di tutti i popoli, come anche chi fosse preso dall'ossessione di voler possedere sempre di più comprenderà che ha già fin troppo per la sua breve vita in terra.

La ricorrenza della Pasqua sia un richiamo di coscienza che ci induca alla scelta di una politica priva di egemonia di una parte del mondo su un'altra, che ci induca a seguire chi si è sacrificato per la salvezza dell'umanità, che ci ispiri ad affrontare i problemi col riportarli ai principi della sobrietà di vita, della rinuncia al superfluo, seguendo il motto che chi ha poco ha più tempo e capacità mentale di rimediare agli errori che sempre accompagnano la nostra vita.

Una Pasqua di resurrezione, quindi, intesa come risveglio morale per superare gli errori del passato che, purtroppo, ancor oggi determinano il corso della nostra vita.