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La mal interpretata libertà e mal spartizione del benessere portano alla disgregazione della società e dello stato, di Lorenzo Russo

La mal interpretata libertà e mal spartizione del benessere portano alla disgregazione della società e dello stato, di Lorenzo Russo

La mal interpretata libertà e mal spartizione del benessere portano alla disgregazione della società e dello stato

di Lorenzo Russo





Lo si riscontra nelle dimostrazioni contro il vaccino anti Covid.

Troppo lontani sono i tempi, dove dimostrare era impossibile, dove il diventare sazi era difficile se non rubando da chi possedeva qualcosa.

L'educazione, quella volta a creare esseri coscienti e consenzienti nei casi di conflitti sociali e acuta necessità, è fallita ed ha dimostrato che l'uomo non è educabile.

Il bene e il male, quali simboli di costrizione naturale improntata nei geni e trasmissibili di generazione in generazione definisce ancora la nostra vita in terra.

A cosa serve allora la religione, con la quale immaginarsi di potersi collegare con un Dio superiore, paterno o padrone secondo la natura e necessità del ricercatore?

Non metto in dubbio che esista, ma mi è sufficiente ammettere che l'uomo sia solo in parte colpevole del suo stato esistenziale limitato.

La colpa va ricercata nelle lontane origini dell'Universo. Sono loro che definiscono il purtroppo lentissimo processo evolutivo raggiunto fino ad oggi, perchè un miglioramento delle condizioni di vita è certamente in corso.

Prendiamone quindi atto e impegniamoci di più a rimanere grati e modesti, invece che darci a dimostrazioni di pura ignoranza e presunzione.

Ma anche questa forma di ignoranza ha, a mio parere, le sue origini nella continua tendenza di una piccola cerchia di persone, quali sono quelli dell'alta finanza, banchieri, industriali, insieme ai politici loro asserviti, di sfruttare i ceti minori con metodi e annunciazioni ipocrite e velate per mantenere il potere e arricchirsi sempre di più, tanto da poter affermare che sono loro i padroni del mondo.

Detto questo, aggiungo che un breve riscontro nel non lontano passato dovrebbe bastare a insegnarci che noi „cittadini dell'Occidente industrializzato e reduce da tanti conflitti“ godiamo di uno stato di vita certamente migliore di chi è costretto a vivere in un altro sistema economico e politico.

Non per niente veniamo confrontati con una massiccia e continua immigrazione di persone provenienti da territori poveri e o sottomessi ad una autorità costrittiva, corrotta, punitiva.

Solo questa constatazione dovrebbe farci giubilare di essere dei „Fortunati“ in un mondo ancora arcaico e retrogrado.

Ma qui aggiungo che l'attuale benessere, di cui oggi ancora godiamo, è sorto dalle macerie di due terribili guerre che hanno generato nei superstiti una nuova e migliore coscienza, quella di voler vivere in pace.

E qui siamo al punto cruciale, perchè purtroppo anche questa pace non è eterna, in quanto con il cambio generazionale svaniscono i ricordi delle perdite umane e delle sofferenze patite dalle generazioni colpite.

Il passato è sì maestro di vita, ma dipende poi dalle circostanze, possibilità e volontà dei giovani imparare come vivere in pace.

Ho piena comprensione per le dimostrazioni che abbiano come fine la riforma dell'economia del profitto senza limite, perchè ritengo che sia proprio questa la causa principale di quasi tutte le odierne dimostrazioni.

Viviamo oggi in una realtà dominata da un flusso sempre più crescente di notizie sul come vivere meglio e più a lungo, tanto che l'uomo ha difficoltà a distinguere tra la buona notizia e la cattiva, tra la necessaria e la futile.

Il sospetto di venire manovrato dalla già indicata cerchia di persone per scopi di lucro rende il cittadino consumatore perplesso, irritato, aggressivo.

È un fatto non trascurabile, perchè blocca la sua coscienza nei suoi sforzi a migliorare, fino a influenzare male la condizione sociale.

E non solo, anche l'ambiente è in pericolo, perchè viene sfruttato e avvelenato fino all'ultima sua capacità rigenerativa.

In questo stato di costrizione l'uomo perde il contatto naturale con l'ambiente che lo ospita e alla fine non gli rimarrà che cercare una nuova dimora nel vasto universo.

È tempo di porre dei limiti in ogni attività dell'uomo, è tempo di ritornare a uno stile di vita consono con la natura, compresa quella della procreazione.

Purtroppo, ciò che manca nella società democratica è la sincerità e sobrietà comportamentale dei suoi membri.

La corsa al profitto, grande o piccolo che sia, coinvolge ogni cittadino e lo rende ipocrita, asociale.