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La cima Tosa

La cima Tosa

di Renzo Montagnoli



Là, ove si perde lo sguardo,

dove si incontrano terra e cielo,

dove l’orecchio attento

ode, se pur ancor lontano,

il respiro generatore di Dio,

avrei voluto poter arrivare.


Lontano da ogni cosa,

sopra a ogni umano pensiero,

mi sarei ben visto assiso

su una rocciosa cima,

intrepido e umile al

tempo stesso, minuscola

entità di materia vivente.


E immaginavo che la cima

fosse la possente Tosa

quella che nelle rifrazioni

del tramonto più s’arrossava

quasi intimidita dal mio desiderio.


Sostavo fino alle prime ombre

di una sera che all’improvviso arrivava,

guardavo spegnersi la luce e la Tosa

da rossa divenire viola e poi

un tutt’uno con il buio pesto

fino a quando s’affacciava la luna

e accendeva il cielo di una tremula luce.


Indi una a una s’illuminavano le stelle

e uno sfondo maestoso coronava

quel massiccio immobile

tanto vicino che pareva di toccar con mano

tanto lontano nella mia impossibilità

con le mie forze di arrivarvi fino in cima.


Restava un abbraccio immaginato

un’illusoria stretta al cuore

per percepire un respiro che solo io

credevo di avvertire, un suono di una

sola nota che veniva da spazi siderali

da una bocca tanto possente

quanto inimmaginabile quale quella di Dio.


Da Un paese tra i monti