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L'intervista di Giuseppe Iannozzi a Ivana Orlando, autrice di Emozioni incustodite, edito da Perrone

L'intervista di Giuseppe Iannozzi a Ivana Orlando, autrice di Emozioni incustodite, edito da Perrone

Emozioni incustodite

intervista a Ivana Orlando

Giulio Perrone editore

 

 

Emozioni incustodite  Ivana Orlando  Giulio Perrone Editore – Collana Poiesis – 1ma edizione 01/11/2013 – Pagine 60 – ISBN 9788860043085 – Euro 10,00

 

1. Ivana Orlando, poeta o poetessa? E chi oggi, a ragione o torto, si può definire Poeta senza incorrere nella pubblica derisione?

Un distinguo sottile che svela diverse forme concettuali, connaturati echi trascendentali di terminologie come richiami atavici e quasi obsoleti ma non purtroppo superati del ruolo della donna, subordinato ad una terminologia maschile maggioritaria, una trascendentale velatura che proietta l'attenzione alla forma che all'orma. Uno dei miei difetti o un pregio, a seconda dei modi di pensare, è porgere la mia totale attenzione ai contenuti piuttosto che ai “contenitori “, agli spazi piuttosto che ai luoghi, alle parola rispetto ai “parlatori” , ai versi che piuttosto che al verseggiatore. Vi è un maggiore numero di poeticanti, questo si … grazie al microfono telematico,  ma è anche vero che: « Il poeta che indossa la guarnacca del critico rinnega se stesso » (M.R).

2. Perché scrivere poesia in un paese che non legge più nemmeno i quotidiani?

 

Intanto credo che chi scrive non ha l'esigenza di porsi questo tipo di domanda,  l'uopo esclude la domanda,  scrivere è l'espulsione della propria anima, il resto è una fermentazione cerebrale ed emozionale che l'altrui o incorpora o defeca. L'uomo  non “legge” più se stesso figuriamoci l'altrui…

3. Idealmente, Ivana Orlando, a chi si rivolge la tua poesia?

Rivolgo il mio sguardo all'inerzia della materia, all'apparente staticità di essa, alla mezza luce crepuscolare che affiora nell'uomo, ai vespri, alle gaiezze scandite dalla vita. Lo sguardo ritrae le parole, egli stesso si rivolge a me.

4. In questi giorni, subito dopo l'uscita in libreria del tuo ultimo lavoro, “Emozioni incustodite”, hai intrapreso una serie di presentazioni. Che impressioni hai ricevuto incontrando quella parte di pubblico che legge la tua poesia?

L'interazione con il pubblico è stata reciprocità parlata ed anche silente, un savio riverbero vissuto in simbiosi, la scambievolezza, la cessione di una parte di loro attraverso l'istintiva pulsazione mimica. Le mie poesie, come uno specchio adunco, su cui riporre le stesse tasche, la stessa lacrima, la stessa gaiezza. In concave palmi di mano, le mie poesie, lambire i loro pensieri e in parole toccarmi e in occhi conoscermi.

5. Quali sono stati i poeti che, nel corso degli anni, hanno fatto maturare in te la necessità di esprimerti attraverso la poesia?

Il mio innesco poetico è stato prepotentemente indotto e maturato dalle mie viscere, conseguentemente ho ripercorso ogni nuance dei grandi poeti: La forza mortifera di Sylvia Plath, la scrittura ed il pensiero “sanguigno” di Bukowski e l'immediata intuizione poetica di Alda Merini. Non vi sono comunque predilezioni letterarie, leggo ciò che desta la mia riflessione e le mie  apparenti verità.

6. Le tue parole sono quasi sempre scevre di qualsivoglia passionalità, c'è invece in esse una rincorsa atta ad attestare l'immobilità e lo scavo psicologico, un po' secondo il modello poetico che fu di Emily Dickinson. Qual è il motivo di questa tua scelta?

La passionalità ossia pàthos è la variazione di uno stato d'animo ,la poesia, essa stessa testimonia uno stato d'animo, un'emozione che racconta del pensiero, dell'io adulto e bambino, della mente, della metamorfosi,   della natura, dell'invisibile immutabilità e non immobilità della materia foderata da coscienza, dell'assennata proiezione dell'attimo prima e dopo finito…  non è forse passione? la passione è partecipazione . Se poi vogliamo menzionare la poesia erotica, ergo adoperare le già usurate favelle del caso, approdiamo nel banalissimo già collaudato effetto attrattivo orgasmico, pregni i blog ,sicuramente più gettonati dai lettori. Se poi, chi scrive, è anche Donna, allora si pretende che ogni argomento vada a parare sul passionale o, meglio, sull'erotico. Mi diventa perfino paradossale affermare che l'erotismo e la passionalità in Poesia, non debbano necessariamente riferirsi come termine di paragone a un libro “Harmony” da parrucchiera.

 

7. “Emozioni incustodite”: ricordi e stati d'animo personali, perlopiù votati all'apollineo. Perché scegliere di ricusare in toto il lato dionisiaco che eppur c'è, in misura diversa, in ognuno di noi?

La poesia credo che abbia una sua autarchia, intesa come intonazione naturale dell'intimo pensiero, non possa prediligere le” personalità” del pensiero ma assecondare le stesse. L'istintività del pensiero, quindi la parte dionisiaca e l'apollineo insito nel trascrivere lo stesso, ovvero l'atto creativo è squisitamente irrazionale  e l'atto narrativo diviene razionale, un'entità asessuata,  la poesia, che sposa entrambe le parti. Per questo non sempre vi è la giusta resa tra il pensiero poetico e la poesia. “Emozioni In-custodite”, trasuda entrambi i volti, la stessa terminologia lo suggerisce,  in quanto: l'emozionepersonifica l'emotività e in - custodita, la labile razionalità evasa. Coesistono entrambe le facce della stessa medaglia, lo stesso Caravaggio utilizza ossimori cromatici per dar essenza alla sua “immagine”  e lo scrittore ossimori letter-ali  per dar immagine alla sua essenza.

 

8. Attualmente Charles Bukowski è al centro di una rivalutazione, seppur lenta: gli accademici, ahinoi, sono ancora restii a considerare Hank poeta tout court. Ciononostante il suo pubblico non fa che aumentare di giorno in giorno, e le ristampe dei suoi libri impazzano. Tu, Ivana Orlando, sei tutt'altro che bukowskiana e le tue “Emozioni incustodite” mi pare lo evidenzino in maniera più che netta. Tu sei colei che ama tradurre in poesia l'impossibilità di portare delle risposte precise ai problemi esistenziali. Indossi l'aporia. E' così? E: perché?

Emozioni Incustodite, il mio ultimo libro di poesie, vincitore del primo posto della II edizione del Premio di poesia e narrativa Villa Torlonia della Giulio Perrone Editore, traccia il  passaggio da una poesia più acerba, come nel mio primo libro Attimi di Plastica uscito nel 2013,  ad una poesia adulta, più carnale.  soprattutto nelle mie ultime poesie inedite, a volte un po' forte ma che rivela il mio pensiero.

“In quarantasei battiti
metallici
indosso l'aporia …

“Mi sento nuda ancora adesso”.

Indosso l'aporia  è un verso estrapolato  da “Mi sento nuda ancora adesso”,  la chiosa finale facente parte della copertina del libro (Crogiola mia sciancata verità, irrora la mia polla, agonizza il mio senno, spoglia le mie ossa. [...] “Mi sento nuda ancora adesso”.) una delle poesie dedicata ad Alda Merini. Non ho mai posseduto risposte finite ma iniziate,  la finitezza estingue il dubbio e con esso la conoscenza. La vita è mutazione, il nostro pensiero cambia pelle, arrestare, con indubbie repliche , i processi intellettivi e pragmatici individuali e della vita è altezzosamente utopia, a mio avviso. L'aporia è frutto di una contraddizione linfatica. La volubilità delle mie verità, l'adagiarsi e il rialzarsi dal perno della vita, spostando il baricentro delle mie apparenti tangibilità, mi induce ad osservare, imparare e non “padroneggiare” la vita. Il mio pensiero ha sempre vagliato ogni singola pietra di questa terra. Ho imparato a guardare l ‘orizzonte e ciò che mi ha insegnato è l'immensurabile.

Bukowski è munito di “sconsiderata” intelligenza, il suo pensiero straripa audacia , una lirica brutale  e di una schietta ironia singolare, nelle vesti di uno stile corpulento e carnale, quella stessa carnalità che celatamente vezzeggia una parte di me.

9. Hai mai pensato di scrivere un romanzo?

Ho iniziato il primo capitolo, ma il romanzo e la prosa in genere, ha un tipo di struttura narrativa che non segue sempre l'ordine naturale dei fatti, narra una storia fittizia e mi riesce difficile non estrapolare dalla vita umana ma da quella onirica. La poesia confluisce  e si dirama parallelamente,  l'interpretazione che il lettore addossa diviene anch'essa trama, essenza nell'assenza della stessa poesia. La poesia proietta in pochi versi la storia dell'autore, e il lettore ha la possibilità, mediante la sua esegesi, di mutare la stessa essenza, perché a differenza del romanzo, a mio avviso, che prescrive la propria univoca trama, la poesia impregna e restituisce altre verità, altre forme di pensiero che plasmano in maniera differente la chiosa ergo “il finale”.

10. Quali progetti hai in cantiere?

Adesso sto lavorando ad una nuova raccolta di poesie. A breve la pubblicazione del volume antologico del Premio Internazionale Mario Luzi, si tratta della più importante ed autorevole Enciclopedia di Poesia Contemporanea. Un'edizione speciale per il Centenario della nascita del Poeta Mario Luzi, riservato alla selezione delle migliori opere in concorso.

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Giuseppe Iannozzi

 

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