Noemàtia
Adriana
Pedicini
Linee
Infinite Edizioni
Noemátia, ovvero Piccoli pensieri, s'intitola la raccolta attraverso
la quale la poetessa e scrittrice Adriana Pedicini ci
racconta il suo percorso umano ed artistico.
Si tratta di un libro che comprende liriche
scritte nell'arco di circa trent'anni le quali
costituiscono, pertanto, testimonianze di momenti diversi dell'esistenza,
eppure talmente legate tra loro da rendere il discorso poetico fortemente
coerente ed unitario.
Ciò che dà unità alla raccolta non è tanto la soggettività, la persistenza dell'io lirico che
si declina nelle comuni esperienze di vita (la gioia, il dolore, l'amore, la
perdita, i luoghi e i tempi costituiscono, naturalmente, il materiale anche di questo libro di versi), quanto
la domanda di senso, il bisogno di radicare l'esistenza, il qui ed ora, su di un terreno che lo
trascenda e lo giustifichi.
Ecco
quindi il titolo, Noemátia, che chiama in causa la riflessione,
la speculazione nel senso etimologico
e filosofico del termine. Attraverso il linguaggio poetico, infatti, l'oggetto,
vale a dire l'esperienza, si sdoppia, prende in qualche modo le distanze da sé e
si universalizza, come in questi versi che evocano una incarnazione
quasi platonica dell'idea stessa dell'amore materno: La madre che amavo/ non è finita per
sempre/ se in altra io scorgo/ uguale tremito nel volto/ all'eco della gioia/ o
del dolore. O, ancora: Ho guardato nei vostri occhi figli/ho visto
in trasparenza/profili evanescenti/di volti già noti/sorrisi irradiati/di
mistica luce/un coro/di candide mani/intrecciarsi in un'unica danza e tutto
ampliarsi in concentriche onde, versi che auspicano una sopravvivenza che
sembra andare ben oltre la dimensione familiare o genetica.
Tuttavia c'è da dire che
l'operazione, messa in atto dall'Autrice, di collegare l'esperienza concreta ad un piano altro, metafisico, presenta un carattere di
assoluta reciprocità, poiché se il vissuto viene redento dalla fragilità e
dalla caducità attraverso il richiamo ad una diversa dimensione, quest'ultima
trova una sua concretezza proprio nell'unicità ed irripetibilità in cui si
incarna: Non è somma di assiomi/la
Vita,/bensì Teofania.
La poesia di Adriana Pedicini è pertanto una poesia tutt'altro che astratta ( non a caso il libro si avvale dei bei disegni della
pittrice Anna Perrone, i quali interpretano e danno
concretezza visiva alle parole) anche se non imprigionata nella asfittica
dimensione lirica ed autobiografica. Una poesia in cui il tempo,
grande interlocutore, si propone come memoria collettiva di una generazione e
di un ambiente culturale rappresentati con estrema pregnanza: Labbra
spaccate/ maciullano di pane/grossi pezzi conditi/con l'ansia del domani , e ancora: Brulicano nella sera di festa/ciottoli
levigati dalla vita /i semplici delle sagre/lungo i sentieri/delle luminarie. Un
tempo/spazio, dunque, non contenitore astratto ma territorio sostanziato da una
dimensione sociale, dall'alternarsi ciclico delle stagioni (a
cui, detto per inciso, è dedicato il pirotecnico finale di brevissimi
componimenti) e dal declinarsi lineare e transeunte della vita. A proposito di
quest'ultimo elemento, emergono in modo assai singolare le due principali componenti della formazione culturale dell'Autrice, quella
classica e quella cristiana, che una matura saggezza armonizza in una visone
della vita serena ed antidogmatica. La malinconica percezione pagana, e
moderna, del “tempus fugit” (L'ora scorre fugace/mentre sul ciglio della
pena andiamo meditando il rimedio) trova infatti ascolto ed accoglienza
all'interno della raccolta, mentre la fede
si presenta con i caratteri modesti e tenaci della pascaliana
scommessa.
Un libro per pensare, dunque, ma anche per
emozionarsi, perché i pensieri che l'Autrice ci propone sono,
lei ci dice, “piccoli” : non perché banali o scontati, ma in quanto legati alla
concretezza, semplicità e preziosità degli affetti e della vita.
Adele Costanzo