Piove
di Gabriele Oselini
Prefazione di Fabrizio Azzali
Copertina di Elvira Pagliuca (studio
Kaleidon)
Fara Editore
www.faraeditore.it
Poesia silloge
Collana Sia cosa che
Pagg. 64
ISBN 978 8897441 014
Prezzo € 11,00
Inspiratio natura
Nella sua prefazione a questa silloge,
Fabrizio Azzali cita il riferimento ad alcuni dipinti del grande pittore
romantico inglese John Constable, con
quegli orizzonti che sfumano in cieli solo lievemente corrucciati, una
pittura naturalistica che ha i tratti sfumati, tenui e pur così coinvolgenti
propri dell'acquarello.
E' indubbio che quest'opera poetica di
Gabriele Oselini approdi, attraverso le parole, a descrizioni paesaggistiche
del territorio padano, non fini a se stesse, ma
metafore degli stati d'animo, dei sentimenti, delle emozioni dell'autore (al tramonto / con frivola certezza / dallo
stagno odoroso / molle di luci ondulate / soffuse fra frasche di salice / e
anatre in fila affamate / dietro il ponte verde marcio / vola un rondone.).
Pochi versi e si apre uno squarcio nel grigiore quotidiano per un ritorno alla
serena complessità della natura, una natura realistica, non idealizzata come
un'Arcadia, ma semplicemente portata alla luce perché se ne sappiano cogliere i
positivi influssi, immergendosi in essa, parte e mai controparte del caos
perfetto dell'universo.
Per chi non si lascia travolgere dalla
quotidianità è un ritorno alle origini, un rifugio a cui approdare dopo una
continua fuga da se stessi. C'è una certa atmosfera che si può ritrovare anche
nelle Bucoliche di Virgilio, ma non
stupisce perché l'essere umano, per ritrovare il suo intimo io, deve ritornare nel grembo della
grande madre, appunto della natura.
Le sensazioni indotte, però, non si limitano solo
ai tratti di pennello con cui si delinea il paesaggio, perché come in ogni
opera pittorica assumono valenze i colori, quasi sempre tenui, un'impalpabile
mano di vernice che sembra dissolversi nell'aria se si soffia sulle pagine ( Greve / il giorno della merla / colora
d'opale / la neve.). La fine di gennaio, nel pieno dell'inverno, assume
così i tratti di un freddo interiore, di una stagione morta da cui è possibile
risorgere solo a primavera ( da Rondine – linea
nera / veleggi / nell'azzurro / sinuosa…).
E la natura è sempre protagonista,
anche laddove fa da sfondo a un emergente ricordo (da Compagno Bruno - …Dorme ora la tua anima / capace di assalti
/ un tempo verdi / di alberi amati / lungo la strada
del Po /…) ( da Ennio – un vecchio
salice / monta la guardia / alla barchessa / abbandonata / dietro il bugno…).
C'è una semplicità in queste poesie che
è perfino disarmante, ma esse sanno ricreare un ambiente, un'atmosfera
palpabile e che coinvolge, magari senza la vena mistica propria della
produzione di Tagore, ma quel senso innato di rispetto
e amore per la natura c'è tutto, come quell'inconscio ritorno al passato,
un'isola lontana che riaffiora dentro fra le brume dense del tempo presente, e
che non ci fa dimenticare da dove veniamo, alla ricerca di una rotta sicura e
serena nei marosi di un'epoca che procede come un veliero disalberato.
Sono una quarantina di poesie in tutto,
fra le quali Piove, che dà il titolo
alla silloge e che è paradigmatica di tutta l'ars poetica di Oselini (fra arabeschi / color verde / su nubi
diafane / chiaro un raggio / - o forse un'ombra - /…). Natura che richiama i
ricordi, memorie che si fondono nel paesaggio, colori tenui, un senso di vita
calmo, pacato, appena sfiorato da quell'ombra, quasi sempre nascosta, e che di tanto
in tanto ci ricorda che l'eternità non è per noi, piccoli esseri che per poco
tempo alimentiamo quell'autentico miracolo che è la vita.
Leggete queste poesie, ritroverete una
serenità di cui non serbavate nemmeno il ricordo.
Nato
a Viadana in Provincia di Mantova il 19 settembre 1953 ed ivi residente, Gabriele Oselini si è laureato in Pedagogia presso l'Università
degli Studi di Parma. Negli anni '70 ha conosciuto Daniele Ponchiroli, viadanese, capo
redattore della casa editrice Einaudi, dal quale ha avuto stimoli importanti e
utili alla propria formazione culturale e umana e col quale ha intessuto un
rapporto di profonda amicizia. È insegnante di Italiano nella Scuola Media
dell'Istituto Comprensivo di Sabbioneta. Sposato con due figlie, impegnato in
politica, ha ricoperto per anni l'incarico di Assessore alla Cultura, Pubblica
Istruzione e Politiche giovanili del suo Comune. È appassionato di letteratura
e di poesia, con particolare attenzione per quella latinoamericana del
Novecento. Ha partecipato a diversi concorsi locali e nazionali: è stato
segnalato alla III edizione del concorso Pubblica con noi di Fara Editore,
con cui ha pubblicato nel 2005 una selezione di poesie all'interno di Antologia
Pubblica e, successivamente, le sillogi Specchio (2006), e Finito
(2008).
Renzo Montagnoli