L'altro sole
L'altro sole, di Turi Volanti,
Emanuele
Romeo Editore,
pagg.290,
€. 15,00)
Leggere questa silloge di
racconti equivale
a fare un tuffo nel passato, aprire squarci di luce nella memoria e riportare a galla frammenti ancestrali di un tempo perduto.
Turi Volanti ha una scrittura visiva, quasi cinematografica, non ricorre a
orpelli ma racconta, racconta con grande capacità affabulatoria,
estraendo flash back strappati ai suoi momenti di vita vissuta. A
volte incoscienti, altre irriverenti o animati da un carattere trasgressivo e
visionario ( Pantalica attraversata col trenino,
sotto un cielo squassato da lampi e tuoni, metafora dell'inferno). Spesso
Volanti si abbandona a ricordi lirici, estremamente suggestivi, che suscitano
tenerezza: ...deduco che in vita sua non aveva mai
sorriso. Non ha conosciuto la tenerezza e l'ironia del sorriso. Non sapeva
sorridere, non ha mai saputo sorridere, e tantomeno ridere, mio padre. Ciò mi
dice molto, mi fa riflettere, mi chiedo se può avere un uomo siffatto un viso
di pietra e un cuore di fanciullo. Così ricordo, così l'ho sempre ricordato,
così voglio ricordare, il mio burbero, collerico,
tenerissimo padre.
La guerra, tema che riaffiora spesso con
prepotenza, gli amici di un tempo, la Floridia di una volta, l'esuberanza degli anni
migliori consumati nella miseria, i fremiti, gli ardori sessuali; una carnalità
tumultuosa e sanguigna, pregna di umori e afrori corporali. Personaggi profondamente umani che si
dibattono per non soccombere, tra pregiudizi, ingiustizie e arretratezza.
L'ambiente è spesso (ma non solo) quello della Sicilia dei pastori, dei
contadini, degli artigiani che giornalmente devono strappare alla vita il
necessario per sopravvivere, un tempo che avanza a fatica tra le nebbie. Una realtà che rimane
profondamente incisa nell'anima; gli accadimenti quotidiani di
un'umanità che ha costituito lo scenario della vita di Volanti e di molti siciliani dell'epoca. I suoi personaggi emanano sudore e povertà,
miseria e sofferenza, sono autentici, descritti con minuziosità e tratti
marcati. Un'umanità con i suoi valori e
le sue pecche. Un mondo che la società di oggi troppo spesso reputa
superato. Molti di quei valori
costituiscono ancora un solido ancoraggio storico senza il quale si rischia di
precipitare nel vuoto.
Volanti
ci ricorda che il nostro passato non smetterà mai di appartenerci, cerca di
tenerlo in vita attraverso
la scrittura, dando voce al suo essere
più profondo, scandagliando tra i
recessi della memoria per ammonirci che i sentimenti non conoscono confini
temporali e spaziali, né steccati che dividono ed etichettano. La storia
del piccolo soldato tedesco, Franz, dalle gambe corte che faticano a reggere il
passo degli altri, e dal cuore grande, desideroso di quell'affetto familiare di
cui la guerra lo ha privato, rendono giustizia storica ad uomini (i soldati
tedeschi) ingiustamente
etichettati come carnefici senza scrupoli. E ci ricorda invece che molti di
loro sono stati le prime vittime del nazismo. Un dramma dal sapore
neorealistico. Così come di grande intensità è la storia della madre, sepolta
sotto le macerie del terremoto, che strappa con le unghie la terra per salvare
il proprio figlioletto. “L'altro sole”, il racconto da cui prende il titolo
questa silloge, ci proietta in uno scenario catastrofico di dimensioni apocalittiche. “L'altro
sole”, il sole artificiale che la geniale scelleratezza umana è stato in grado
di creare, ci pone il dilemma del divenire, l'insicurezza, l'instabilità, la
precarietà esistenziale. I due racconti finali concludono questa raccolta, come due perle conservate nel fondo dello scrigno. Affrontano ancora i
grandi temi dell'esistenzialità, l'incapacità di
comunicare, di seguire il corso del nostro cammino e lasciare che sia la
corrente a portarci. Esperimenti di metascrittura
andati a buon fine. “Davanti al camino” in particolare assume straordinaria
rilevanza simbolica per il contrasto tra il microcosmo rappresentato dalla vita
di un insetto e il mondo con i suoi orrori racchiuso dentro un quotidiano. Un
mondo che il protagonista del racconto rigetta e a cui non sente di
appartenere. Il mondo divorato dal fuoco, inghiottito dall'inferno. Un uomo
sparito nel nulla, perduto nella sua vacuità.
Ancora la labilità dell'esistenza, la spiritualità, non specificatamente
religiosa, che va al di là della dogmatica ed esplora i labirinti della coscienza in
una costruzione estremamente complessa. Non mi sembra importante stabilire la collocazione
dei testi di Turi Volanti, mi preme
testimoniarne la freschezza e
l'assoluta originalità espressiva. La sua scrittura la si riconosce
immediatamente, una qualità che non hanno in tanti. Storie di Sicilia
grottesche, contorte, tragiche, comiche, scritte da una mano impetuosa e
straripante. Questi racconti hanno la forza dell'immediatezza, hanno la capacità
di trasmettere al lettore sensazioni ed emozioni. Ed è ciò che in fondo si
chiede a uno scrittore che tale possa definirsi. Si avvalgono di idiomi e
neologismi, intercalati con sapienza, per amalgamarsi e fondersi nel contesto
storico cui sono stati destinati. Si arricchiscono di battute mordaci per
rendere più briosa la lettura; si avvalgono di termini spesso ripetuti di
proposito per avere una cadenza cantilenante, dolce nenia di chi sa giocare con
la magia delle parole. Le parole sono incanto e purezza, bestemmia e rigurgito
nelle mani di un prestigiatore che li estrae dal proprio cilindro per seminarle
nel terreno fertile di un foglio bianco. E Volanti, con la maestria degli artisti
di razza, ne sa fare buon uso.
Salvo Zappulla