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  Letteratura  »    »  L'altro sole, di Turi Volanti, edito da Emanuele Romeo e recensito da Salvo Zappulla 27/01/2010
 

L'altro sole

 

L'altro sole, di Turi Volanti,

Emanuele Romeo Editore,

pagg.290, €. 15,00)

 

 

  Leggere questa silloge di racconti  equivale a fare un tuffo nel passato, aprire squarci di luce  nella memoria e riportare a galla  frammenti ancestrali di un tempo perduto. Turi Volanti ha una scrittura visiva, quasi cinematografica, non ricorre a orpelli ma racconta, racconta con grande capacità affabulatoria, estraendo   flash back   strappati ai suoi momenti di vita vissuta. A volte incoscienti, altre irriverenti o animati da un carattere trasgressivo e visionario ( Pantalica attraversata col trenino, sotto un cielo squassato da lampi e tuoni, metafora dell'inferno). Spesso Volanti si abbandona a ricordi lirici, estremamente suggestivi, che suscitano tenerezza: ...deduco che in vita sua non aveva mai sorriso. Non ha conosciuto la tenerezza e l'ironia del sorriso. Non sapeva sorridere, non ha mai saputo sorridere, e tantomeno ridere, mio padre. Ciò mi dice molto, mi fa riflettere, mi chiedo se può avere un uomo siffatto un viso di pietra e un cuore di fanciullo. Così ricordo, così l'ho sempre ricordato, così voglio ricordare, il mio burbero, collerico, tenerissimo padre.

 La guerra, tema che riaffiora spesso con prepotenza, gli amici di un tempo, la Floridia di una volta, l'esuberanza degli anni migliori consumati nella miseria, i fremiti, gli ardori sessuali; una carnalità tumultuosa e sanguigna, pregna di umori e afrori corporali.    Personaggi profondamente umani che si dibattono per non soccombere, tra pregiudizi, ingiustizie e arretratezza. L'ambiente è spesso (ma non solo) quello della Sicilia dei pastori, dei contadini, degli artigiani che giornalmente devono strappare alla vita il necessario per sopravvivere, un tempo che avanza a fatica tra le nebbie. Una realtà che rimane  profondamente incisa nell'anima; gli accadimenti quotidiani di un'umanità che ha costituito lo scenario della vita di Volanti  e di molti siciliani dell'epoca.  I suoi personaggi emanano sudore e povertà, miseria e sofferenza, sono autentici, descritti con minuziosità e tratti marcati. Un'umanità con i suoi valori e le sue pecche. Un mondo che la società di oggi  troppo spesso  reputa  superato.  Molti di quei valori costituiscono ancora un solido ancoraggio storico senza il quale si rischia di precipitare nel vuoto.

Volanti ci ricorda che il nostro passato non smetterà mai di appartenerci, cerca di tenerlo in vita  attraverso la scrittura,  dando voce al suo essere più profondo,  scandagliando tra i recessi della memoria per ammonirci che i sentimenti non conoscono confini temporali e spaziali, né steccati che dividono ed etichettano. La storia del piccolo soldato tedesco, Franz, dalle gambe corte che faticano a reggere il passo degli altri, e dal cuore grande, desideroso di quell'affetto familiare di cui la guerra lo ha privato, rendono giustizia storica ad uomini (i soldati tedeschi)   ingiustamente etichettati come carnefici senza scrupoli. E ci ricorda invece che molti di loro sono stati le prime vittime del nazismo. Un dramma dal sapore neorealistico. Così come di grande intensità è la storia della madre, sepolta sotto le macerie del terremoto, che strappa con le unghie la terra per salvare il proprio figlioletto. “L'altro sole”, il racconto da cui prende il titolo questa silloge, ci proietta in uno scenario catastrofico  di dimensioni apocalittiche. “L'altro sole”, il sole artificiale che la geniale scelleratezza umana è stato in grado di creare, ci pone il dilemma del divenire, l'insicurezza, l'instabilità, la precarietà esistenziale. I due racconti finali concludono  questa raccolta, come due  perle conservate nel  fondo dello scrigno. Affrontano ancora i grandi temi dell'esistenzialità, l'incapacità di comunicare, di seguire il corso del nostro cammino e lasciare che sia la corrente a portarci. Esperimenti di metascrittura andati a buon fine. “Davanti al camino” in particolare assume straordinaria rilevanza simbolica per il contrasto tra il microcosmo rappresentato dalla vita di un insetto e il mondo con i suoi orrori  racchiuso dentro un quotidiano. Un mondo che il protagonista del racconto rigetta e a cui non sente di appartenere. Il mondo divorato dal fuoco, inghiottito dall'inferno. Un uomo sparito nel nulla, perduto nella sua vacuità.  Ancora la labilità dell'esistenza, la spiritualità, non specificatamente religiosa, che va al di là della dogmatica ed  esplora i labirinti della coscienza in una costruzione estremamente complessa. Non mi sembra  importante stabilire la collocazione dei testi di Turi Volanti, mi preme  testimoniarne la freschezza  e l'assoluta originalità  espressiva.  La sua scrittura la si riconosce immediatamente, una qualità che non hanno in tanti. Storie di Sicilia grottesche, contorte, tragiche, comiche, scritte da una mano impetuosa e straripante. Questi racconti hanno la forza dell'immediatezza, hanno la capacità di trasmettere al lettore sensazioni ed emozioni. Ed è ciò che in fondo si chiede a uno scrittore che tale possa definirsi. Si avvalgono di idiomi e neologismi, intercalati con sapienza, per amalgamarsi e fondersi nel contesto storico cui sono stati destinati. Si arricchiscono di battute mordaci per rendere più briosa la lettura; si avvalgono di termini spesso ripetuti di proposito per avere una cadenza cantilenante, dolce nenia di chi sa giocare con la magia delle parole. Le parole sono incanto e purezza, bestemmia e rigurgito nelle mani di un prestigiatore che li estrae dal proprio cilindro per seminarle nel terreno fertile di un foglio bianco. E Volanti, con la maestria degli artisti di razza, ne sa fare buon uso.

 

Salvo Zappulla

 
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