L'intervistato
è Giuseppe Gambini, di cui di seguito riporto una breve biobibliografia:
Giuseppe Gambini, nasce a Torre del
Greco (NA) nel 1948.
Attualmente
è pensionato e risiede a Garbagnate
Milanese. Da oltre 40 anni s'interessa per passione e divertimento di Teatro e
Poesia. Nell'ambito del Teatro s'è proposto e si propone con diversi spettacoli
tra cui anche due prime nazionali recensite dalla rivista «Sipario»;
l'ultimo lavoro teatrale l'ha dedicato proprio alla Poesia dal titolo «Dal
sogno d'infanzia… alla seconda età». Ha scritto ed interpretato anche
sceneggiature per saggi di danza.
Come
poeta e scrittore, pur scrivendo da ragazzo, è solo da qualche anno che
presenta i suoi componimenti ai vari concorsi, raccogliendo sinora diversi
riconoscimenti, tra i quali alcuni primi, secondi e terzi posti, più diverse
menzioni d'onore, premi speciali e segnalazioni; inoltre alcuni suoi aforismi
sono stati selezionati e pubblicati nel libro «L'albero degli aforismi»
(ed. Lietocolle).
Una sua
silloge «L'amaro caffè della vita» è stata pubblicata
dall'Editore Vitale di Sanremo il cui ricavato l'ha devoluto in beneficenza.
Altri suoi componimenti sono presenti in antologie edite dai vari concorsi ai
quali ha partecipato e due in particolare sono state scelte e pubblicate nelle
Antologie “Parole tra le pagine” a cura da Gloria Venturini e “S'io fossi fuoco” a cura da Elena
Grandi, entrambe per la Albus Edizioni
di Napoli.
Proprio
per questa Casa Editrice prossimamente curerà un'antologia dedicata alla Vita e
al Teatro.
Negli
ultimi due anni è stato anche membro di Giuria ai Premi “Le Nuvole-Peter Russell” di Napoli e “L'arcobaleno
della Vita” di Lendinara (RO).
Perché scrivi?
Di solito per diletto. Ma soprattutto perché quando scrivo, penso,
rifletto. Mi esprimo molto meglio con la penna che con la parola. I miei
pensieri riesco a confidarli più a un foglio di carta che direttamente alle
persone, non perché mi difetti la comunicazione con gli altri o perché sia
timido (faccio teatro da oltre 40 anni!), ma semplicemente perché riesco
a concentrarmi maggiormente, dicendo le cose giuste (giuste per me, ma
ovviamente opinabili) in modo più conciso e corretto.
Alla base di tutte le tue opere c'è un
messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Assolutamente no. Sarei troppo presuntuoso nell'affermare ciò e
credo che qualsiasi autore quando scrive non si prefigga a priori l'invio d'un
messaggio. Io scrivo semplicemente solo quando provo delle emozioni e cerco
subito di metterle sulla carta, affinchè quei pochi
amici o parenti che le leggeranno possano a loro volta emozionarsi. Il
messaggio – se messaggio può esistere – è il lettore che deve intravederlo tra
le righe. I messaggi, secondo me, sono un po' come ombre nella nebbia: a volte
si vedono, altre volte s'intravedono, dipende dall'intensità della nebbia e la
nebbia è la nostra scrittura.
Ritieni che leggere sia importante per
poter scrivere?
Certamente sì e ciò dovrebbe avvenire dalla più giovane età
possibile. Ricordo ancora il primo romanzo per ragazzi che mi fu regalato
all'età di 8-9 anni da mio zio, era di Salgari e parlava delle avventure dei
tigrotti di Mompracem. Purtroppo ai ragazzi d'oggi
s'inculca solo la cultura dell'informatica e dell'inglese... ma se non imparano
prima l'italiano, come faranno poi a imparare le altre lingue! Nella scuola
italiana si legge poco e ancor meno in famiglia, dove il vero “padrone” oggi è
il computer e la TV,
quella della sottocultura.
Che cosa leggi di solito?
Ho sempre letto di tutto in vita mia. La mia preparazione
scolastica è stata di natura tecnica per volontà dei genitori, mentre già dalla
Scuola Media avevo più una predisposizione per le materie letterarie e per il
disegno artistico. Infatti mi sono diplomato in
elettrotecnica, ho lavorato nel settore della programmazione informatica, ma
come hobby per oltre 40 anni ho coltivato la passione per il teatro e la
scrittura in genere... così non ho deluso nessuno.
Quando hai iniziato a scrivere?
Per la passione di cui dicevo prima, sin da ragazzo, andando a
intasare i cassetti della mia scrivania e libreria. Solo quando questi stavano
straripando, un mio amico ha raccolto qualche composizione poetica e non, le ha
lette e mi ha invogliato ad inviarle un po' in giro ai mille concorsi, seri e
poco seri, che pullulano sul territorio nazionale. E così da 5-6 anni sto
raccogliendo un po' di gratificazioni che fanno molto bene soprattutto allo
spirito e al morale.
I tuoi rapporti con l'editoria.
Negativi! Ho avuto, sì, delle proposte editoriali, ma – sembra una
contraddizione - per gli autori emergenti è difficilissimo emergere. Se hai
soldi da investire ti produci da solo il libro e te lo vendi; l'editore in ogni
caso ci guadagna, mentre l'autore alla men peggio ci
rimette. Quindi se a fondo perduto qualcuno vuole togliersi la soddisfazione di
far stampare il proprio manoscritto, fortunato lui... per gli altri resta solo
una chimera! Personalmente il massimo che ho potuto investire è stata la
possibilità di far stampare in proprio solo una cinquantina di copie di una mia
silloge dal titolo “L'amaro caffè della Vita” che aveva vinto una menzione
d'onore al Premio “L'Arcobaleno della Vita” di Lendinara e l'ho distribuita ad
amici e parenti chiedendo loro un'offerta, il cui ricavato netto l'ho dato poi
in beneficenza. Comunque sono presente, unitamente ad altri autori emergenti,
in diverse antologie di concorsi e di case editrici.
Che cosa ti piacerebbe scrivere?
Un romanzo di 700-800 pagine, come si usa oggi... così nei
prossimi 15-20 anni (lascio fare al Padreterno) potrei correggerne la
bozza e poi nell'aldilà tranquillamente me lo leggerei, avendo un po' di
eternità a disposizione!... Naturalmente scherzo!...
non ho una precisa aspirazione in merito, perché scrivo d'istinto, non mi sento
di programmare queste cose... basta programmare, l'ho fatto una vita intera sui
computer!
Scrivere ha cambiato in modo radicale
la tua vita?
Direi di no, perché l'ho sempre fatto da ragazzo, naturalmente...
più che cambiarla, diciamo che lo scrivere mi ha aiutato a viverla meglio la
vita, unitamente anche all'altra mia passione che è stato il Teatro.
Qualche consiglio per chi ha intenzione
di iniziare a scrivere.
Iniziate prima a leggere... leggere... leggere... di tutto e di
più! Poi chiudete i libri e pensate con la vostra testa e il vostro cuore...
vedrete che con naturalezza, razionalità e sentimento, prima o poi scriverete
tante emozioni!