La caverna
di José Saramago
José Saramago è nato ad Azinhaga
nel 1922: narratore, poeta e drammaturgo, ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1998.
Tra le sue opere, tutte originalissime e scritte con stile inimitabile, è
d'obbligo segnalare almeno i seguenti titoli:
L'anno della morte di Ricardo Reis, La zattera di
pietra, Storia dell'assedio di Lisbona, Viaggio in Portogallo, Cecità, Oggetto
quasi, Teatro, Tutti i nomi, Il racconto dell'isola sconosciuta, La caverna,
L'uomo duplicato, Saggio sulla lucidità, Le intermittenze della morte, Poesie.
«L'uomo più saggio che io abbia conosciuto non sapeva
né leggere né scrivere. Alle quattro di mattina, quando la promessa di un nuovo
giorno stava ancora in terra di Francia, si alzava dal pagliericcio e usciva
nei campi, portando al pascolo la mezza dozzina di scrofe della cui fertilità
si nutrivano lui e sua moglie, i miei nonni materni. [...]
Talvolta, nelle calde notti d'estate, dopo cena, mio nonno mi diceva: “José,
stanotte dormiamo tutti e due sotto il fico” [...]. In piena pace notturna, tra
gli alti rami dell'albero, mi appariva una stella, e poi, lentamente, si
nascondeva dietro una foglia, e, guardando da un'altra parte, come un fiume che
scorre in silenzio nel cielo concavo, sorgeva il chiarore opalescente della Via
Lattea. E mentre il sonno tardava ad arrivare, la notte si popolava delle
storie e dei casi che mio nonno raccontava: leggende, apparizioni, spaventi,
episodi singolari, morti antiche, zuffe di bastoni e pietre, parole di
antenati, un instancabile brusio di memorie che mi teneva sveglio e al contempo
mi cullava. Non ho mai potuto sapere se lui taceva quando si accorgeva che mi
ero addormentato, o se continuava a parlare per non lasciare a metà la risposta
alla domanda che gli facevo nelle pause più lunghe che lui volontariamente
metteva nel racconto: “E poi ?” [...] Molti anni più
tardi, scrivendo per la prima volta di mio nonno Jeronimo
e di mia nonna Josefa, mi accorsi che stavo
trasformando le persone comuni che erano state in personaggi letterari, e che
questo era probabilmente il modo per non dimenticarli, disegnando e
ridisegnando i loro volti con un lapis cangiante di ricordi [...]. Nel
dipingere i miei genitori e i miei nonni con i colori della letteratura,
trasformandoli da semplici persone in carne e ossa in personaggi di nuovo e in
modi diversi costruttori della mia vita, senza accorgermene stavo tracciando il
percorso attraverso il quale i personaggi che avrei inventato, gli altri,
quelli veramente letterari, avrebbero fabbricato e mi avrebbero portato i
materiali e gli arnesi che, finalmente, nel buono e nel meno buono, nel
sufficiente e nell'insufficiente, nel guadagnato e nel perduto, in quello che è
difetto, ma anche in quello che è eccesso, avrebbero finito per fare di me la
persona in cui oggi ancora mi riconosco: creatore di quei personaggi, ma al
tempo stesso loro creatura». (José Saramago
– Dalla lettura per il Premio Nobel, 7 dicembre 1998)
La caverna, uno degli ultimi lavori del Premio Nobel
per la Letteratura, José Saramago, si ispira e si
confronta con il più classico mito della cultura occidentale, quello della
caverna, la caverna raccontata da Platone nel VII libro della Repubblica, una
lucida allegoria del processo della conoscenza umana:
«Strana
immagine è la tua – disse – e strani sono quei prigionieri» – «Somigliano a noi
– risposi.» (Platone –
Repubblica, Libro VII)
J. Saramago, parlando delle sue opere, ha detto che i
suoi “primi romanzi sono quasi sculture che rappresentano persone e/o storie.”
Con La caverna, Saramago sfida quella che è
l'apparenza della verità cercando di mettere a nudo la verità, quella reale. Ma
la verità reale esiste? E' questo l'inquietante interrogativo che Saramago si pone e a cui tenta di dare una risposta.
Saramago
costruisce la sua storia facendo stretto riferimento all'immagine della caverna
platonica: uomini, forse schiavi in catene, costretti in un luogo chiuso da
dove è possibile solo scorgere ombre che si proiettano su un muro, l'unica
realtà del mondo esterno che riescono a vedere direttamente. Per loro, ma
soprattutto per noi che siamo l'umanità, la verità è ciò che si crede di vedere
e non ciò che realmente si vede; l'immagine del mondo, quindi la realtà della
verità, è forse il mondo creato dal Dio inventato dall'uomo, ma anche dai mezzi
di informazione, da chi sta al potere.
La caverna dovrebbe concludere la trilogia iniziata con Cecità e proseguita con
Tutti i nomi.
Saramago,
ne La caverna, mette a confronto i suoi personaggi “infrastorici” con un universo orwelliano, in pratica due
storie parallele e allo stesso tempo convergenti: da una parte i protagonisti,
gente normalissima, antieroi per eccellenza, che non faranno mai la “storia” ma
che ne rifiutano l'ineluttabilità, e dall'altra una costruzione quasi infinita
e maligna come la Biblioteca di Borges, come il manicomio-lager di Cecità, come
l'Archivio del Signor José.
Il Centro detta legge su tutto e tutti: è una sorta di città nella città che
divora la città stessa, ma è anche un universo in continua evoluzione, che è
espressione fisica di una folle esagerata globalizzazione. Dentro al Centro non
mancano i mezzi per vivere, o meglio per sopravvivere a sé stessi: abitazioni,
negozi, luoghi di svago, ospedali, un cimitero, aria purificata e temperatura
costante e ottimale; tutto è controllato, sorvegliato e spiato da occhi
invisibili, quelli del ‘potere'. E' il ‘meglio' che si possa desiderare contrapposto a un mondo
esterno dove il traffico, i pericoli, la delinquenza e l'inquinamento sono
all'ordine del giorno! Ma il prezzo da pagare per questa fittizia sicurezza è
davvero alto, troppo alto. I protagonisti del romanzo sono tre: un vasaio, sua
figlia e il marito, che lavora nel Centro come guardiano, cui si devono
aggiungere un'altra donna, segretamente innamorata del vasaio e un cane molto,
molto speciale.
La storia ha inizio il giorno in cui al vasaio viene rifiutata la solita
fornitura di piatti e stoviglie che il Centro gli comprava da sempre:
l'artigiano si trova così costretto a inventarsi un altro prodotto e,
soprattutto, a confrontarsi con il Centro, a frequentarlo e a cercare di
scoprirne il terribile spaventoso segreto racchiuso nelle sue profonde viscere.
E quando scopre il segreto del Centro, la verità si rivela ai suoi occhi: ma è
la verità quella che vede? O è solo l'immagine di una verità costruita
artificialmente perché potesse essere scoperta dal vasaio o da un qualsiasi
altro curioso?
La caverna di José Saramago è un grandissimo romanzo
di fantascienza umanistica, che non risparmia velate ma pesanti accuse contro
il movimento della globalizzazione; Saramago non si
nasconde e prende posizione. La caverna è un romanzo moderno che per forza
espressiva, per contenuti sociali e politici, per ricchezza immaginativa, è in
certi momenti addirittura superiore a 1984 di George Orwell. Lo stile di José Saramago, sospeso fra realtà e irrealtà, è di una
limpidezza allucinante: la realtà si sposa alla forza immaginativa dando corpo
ad una poesia sociale attualissima. Saramago scava
dentro l'Io umano come se aprisse una grotta a forza di colpi di piccone, e
l'Io umano si sgretola dolcemente sotto la penna dell'autore, ma lo
sgretolamento non è totale. Saramago sta ben attento
a scavare una grotta all'interno dell'Io, una grotta
che gli serve solo per esplorare l'Io e portare così alla luce la verità che
nelle sue latebre custodisce: l'autore non demolisce l'Io per scavarci dentro,
si limita semplicemente ad aprirlo al mondo, a quello reale o che noi riteniamo
essere reale.
La caverna del grande autore portoghese è un altissimo esempio di fantascienza
umanistica impegnata. E' incredibile: i migliori romanzi di fantascienza sono
quasi tutti scritti da autori che non hanno mai sognato di dichiararsi autori
di genere. Ottima la traduzione di Rita Desti, un romanzo assai difficile da tradurre
in italiano senza mortificarne la poesia e la forza espressiva. Se non lo
leggerete oggi, è sicuro che domani lo prenderete in mano, forse memori del mio
consiglio, forse perché la globalizzazione avrà soffocato i vostri talenti e le
vostre identità.
Sia chiaro: non è un romanzo profetico, nessuna paranoia dickiana,
molto più semplicemente è una accurata analisi
dell'uomo contemporaneo e delle sue aspirazioni sociali, di quelle che vanno
tanto di moda. E' il tentativo da parte di un grande autore, di José Saramago, di portare alla luce il vero Io nascosto dentro
l'Io dell'umanità intera.
La Caverna – José Saramago
– Einaudi, collana ET - € 12
Giuseppe Iannozzi
www.jujol.com