L'intervista è a Alessandro Canzian, classe 1977 di Fanna
(PN), poeta sensibile ed elegante, già autore di due pubblicazioni (Christabel e La
sera, la serra).
Perché scrivi?
Scrivere,
credo sia per tutti gli autori a tutti i livelli, è una necessità personale. È
un aver qualcosa da dire attraverso uno strumento sublimato e onnicomprensivo
quale può essere la parola poetica. Che similmente alle altre forme d'arte
consiste in una manipolazione fisica del pensiero finalizzato a una
comunicazione.
Alla base di tutte le tue
opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Il
messaggio è un iter che si forma. Un viaggio di miglioramento dell'uomo. Un
miglioramento personale che tende ad ampliarsi al lettore. O almeno a quel
lettore in grado di recepire e condividere il messaggio.
Ritieni che leggere sia
importante per poter scrivere?
Sicuramente
si. Ma leggere di poesia è un po' come pregare. Bisogna sentire il momento
giusto per farlo. Perché le opere hanno un significato differente per ogni
periodo differente della vita di una persona. Che, lo ripeto, deve essere
comunque nello stato d'animo corretto per poterlo recepire.
Che cosa leggi di solito?
Prevalentemente
leggo poesie. In questo periodo specifico sono alla ricerca di poeti
contemporanei che configurino più concretamente il
panorama letterario odierno e futuribile.
Quando hai iniziato a
scrivere?
Le
prime sciocchezze a quattordici anni.
I tuoi rapporti con
l'editoria.
Prevalentemente
da autore. All'inizio del prossimo anno, spero, anche da editore.
Che cosa ti piacerebbe
scrivere?
Un'opera
che abbia un senso intenso e significativo per l'uomo di oggi e di domani.
Un'opera che possa aiutare qualcuno –non tutti,
sarebbe un'utopia- a sciogliersi dai legami delle contraddizioni del nostro
tempo –ma, in fondo, di tutti i tempi- per intraprendere un cammino personale
che sfoci nel: Ecce homo, per quanto umanamente possibile.
Scrivere ha cambiato in
modo radicale la tua vita?
Direi,
più correttamente, che ne ha dato un senso.
Qualche consiglio per chi
ha intenzione di iniziare a scrivere.
Il
primo è sicuramente l'umiltà. Bisogna tanto “farsi le ossa” ascoltando le
figure “maggiori” che si hanno attorno. E leggere e scrivere tanto
tanto tanto. Oltre a
pensare. Tanto tanto tanto. La poesia è
prevalentemente pensiero che diventa testo. Da questo non si può prescindere.