Il cerchio infinito
di Renzo Montagnoli
Introduzione dell'autore
Prefazione di Fabrizio Manini
In copertina “Galassia M 104”
fotografata dal telescopio spaziale Spitzer della NASA
Elaborazione grafica di Elena Migliorini
Edizioni Il Foglio
www.ilfoglioletterario.it
ilfoglio@infol.it
Poesia silloge
Pagg. 70
ISBN: 978-88-7606-196
– 7
Prezzo: € 10,00
Ho ripreso a leggere testi di poesia
solo da qualche anno, assecondando una sorta di esigenza dello spirito, percependo l'urgenza
della mia anima di ricevere risposte a interrogativi che improvvisamente le si
erano ripresentati davanti. In questa ricerca non sempre le parole dei Poeti mi
hanno soddisfatto, non sempre sono riuscita, e riesco, a coglierne appieno il
significato.
Ma quando, leggendo un poesia quasi una luce mi si allarga dentro, e la leggo e
la rileggo e mi ci trovo bene, fra quei versi, fra quelle parole, ecco che le
risposte arrivano, e la mia anima si sente soddisfatta.
E' quello che è accaduto leggendo (e
rileggendo) le sillogi di Renzo Montagnoli: con la sua prima
“Canti celtici” e soprattutto con
quest'ultima, Il cerchio infinito, che sento forse a me più vicina come
tematica. Se in “Canti celtici” avevo
condiviso la teoria che senza
consapevolezza e rispetto del passato è impossibile costruire un
presente e un futuro degni di essere vissuti, ne Il cerchio infinito mi ha
affascinato l'esposizione della ciclicità del tempo, della vita, della natura,
in una ripetitività che non avrà mai
fine.
Senza fine
Il sole di nuovo sorgerà
l'oriente s'accenderà di luce
in fuga la notte lambita
dal primo chiarore
d'un giorno nuovo.
Un lento scorrer d'ore
e infine il sole
che abbassa il capo
e lento se ne va.
Da ogni giorno che muore
un altro ne rinasce
un eterno rinnovo
nell'infinito cerchio della vita.
Un cerchio che non racchiude, non
limita, non crea un confine, ma al contrario espande il concetto di
tempo e di spazio in cui ogni singola anima si unisce all'altra, fino a creare
un'unica anima infinita, che è quella dell'universo.
E' questo che ho letto nei versi di
Renzo Montagnoli. Poesie, sì, ma, con una definizione forse inadatta a un testo
poetico, io le definirei: Vita, istruzioni per l'uso. Perché attraverso questo testo possiamo
apprendere come porre uno
sguardo particolarmente attento sulle cose che ci circondano,
e renderci
conto che, anche se siamo infinitamente piccoli, la nostra anima fa parte di un
tutto
che è
infinitamente grande e mai avrà fine.
…Quel che io scrivo
è frutto dell'anima
ciò che io penso
è solo la sua voce.
Dentro di me
l'eternità.
(Dentro di me)
Non so se sono riuscita a esprimere
le sensazioni che ho ricevuto dalla lettura de Il cerchio infinito.
Se leggere poesia mi fa sentire a mio
agio, parlarne mi fa sentire come un elefante che si aggira in una
cristalleria.
Non so neppure se ho interpretato
bene ciò che l'Autore ha voluto esprimere. D'altra parte credo che nella poesia
ogni lettore colga quello di cui necessita, a prescindere dalle intenzioni del
poeta.
E a me, questa lettura ha dato
tanto. Anche la speranza verso il futuro
Benché la luce sia quella
tenue e soffusa del tramonto
e in cielo l'azzurro si stinga
nel blu che annuncia la notte
mi prende una gioiosa malinconia
e forte è il desiderio
di abbracciare il mondo.
(Quando il poco è tanto)
E con questi versi dotati di una
magica profonda semplicità termino la
mia impressione di lettura de Il cerchio infinito. Spero di non aver lasciato
cocci, ma di avervi fatto nascere il desiderio di leggere questa silloge. Forse siete ancora in tempo per farvi, e
fare, un bel regalo da mettere sotto l'albero.
Milvia Comastri