Le vele di Astrabat
di Antonio Messina
Nota introduttiva di Monica Cito
In copertina La dama del drago di
Angela Betta Casale
Realizzazione grafica di Oscar
Celestini
Edizioni Il Foglio
http://www.ilfoglioletterario.it/
lupi@infol.it
Pagg. 115
ISBN: 9788876061578
Prezzo: € 10,00
Quando mi appresto ad aprire un libro
di Antonio Messina avverto già una trepidazione, perché so che sto per
avventurarmi in un universo sconosciuto, in un mondo situato su un piano dove
l'irrealtà è il riflesso, mediato dalla mente dell'autore, della realtà che ci
circonda e in cui siamo immersi.
Leggere le storie di questo grande
scrittore è come fare un viaggio nell'onirico e perciò al primo impatto può
apparire anche incomprensibile, tanto che consiglio vivamente una preventiva
lettura dell'eccellente nota introduttiva di Monica Cito.
Personalmente non trovo grandi
difficoltà perché affronto il testo con lo stesso metodo che adotto con la
poesia, nel senso che mi lascio andare, mi astraggo completamente da ciò che mi
circonda e senza la necessità di soffermarmi sui vari punti proseguo la lettura
in modo piuttosto rapido, tanto che assai alla svelta arrivo
al termine del testo.
Ritengo anche doveroso precisare che
i generi a cui ricorre Messina per mostrarci il suo
mondo generalmente non rientrano fra i miei preferiti, passando dal fantasy de La memoria
dell'acqua al fantascienza-fantasy, visti certi
richiami mitologici, de Le vele di Astrabat. Tuttavia, affronto la lettura senza nessuna
ritrosia e mi immergo completamente in un'altra dimensione.
Non sto a delineare la trama, fatta
di apparenti discontinuità, ma ci tengo a precisare che il lavoro concettuale
già avviato con l'eccellente La memoria
dell'acqua qui è diventato più
chiaro, in questa ricerca, che non è solo letteraria, di fuggire dall'estrema
materialità della vita corrente per rifugiarsi in un sogno, dove elementi del
passato si accavallano, si fondono, si dividono, implodono con visioni del
futuro, quasi a dimostrare come sia vero che il concetto di tempo sia solo
umano.
In questo senso l'autore ci prende
per mano per accompagnarci nella sua realtà, senza tuttavia imporcela, perché
le immagini caleidoscopiche che ci scorrono davanti possono essere viste a
nostro piacimento, con la possibilità così di costruirci un nostro sogno, un
rifugio a cui approdare dopo la tormentata
esperienza di una vacuità morale del mondo in cui siamo.
L'abilità di Antonio Messina è di avere
una scrittura in bilico fra la prosa e la poesia, con l'innegabile vantaggio,
così, di poter far apparire come concrete cose che non lo sono, una tangibilità
che aiuta il lettore nella completa immersione in un mondo che reale non è.
Astrabat è un pianeta
di Sabbie e di Ombre, dove c'è un vento miracoloso che riesce a rigenerare le
cellule, così da permettere agli uomini di rinascere. Ma è anche una metafora
della storia umana, di una continua serie di apogei e di decadenze, di nascite
e di morti, in un disegno i cui motivi non ci è dato di conoscere e che annulla di fatto il tempo.
Può venire in mente il bellissimo
film di Kubrick 2001 Odissea nello spazio, ma non è
così, perché Le vele di Astrabat ha una
sua dignità autonoma, ha una forza che scaturisce dalle parole e che può
consentire, a chi l'accolga pienamente, di rendersi conto di quanto potrebbe
essere bella la vita solo che noi lo volessimo, solo che rinunciassimo
all'egoismo per percorrere insieme, solidalmente, il viaggio terreno.
Non ci sono forzature, né imperativi
nel procedere del testo, ma solo una sottile pacata malinconia che induce ad
accogliere a braccia aperte il messaggio filosofico che lo permea.
Le
vele di Astrabat è un'opera di elevato valore, da
leggere, rileggere, assaporare prima con il cuore e poi con la mente.
Antonio Messina nasce nel 1958
a Partanna, in provincia di
Trapani. Vive a Padova. La sua prima opera di narrativa L'assurdo respiro delle cose tremule, incontra l'entusiasmo di
molti lettori, ed anche la critica spende parole d'elogio. L'opera viene recensita su quotidiani, riviste telematiche e
cartacee, e riesce a vendere un buon numero di copie in libreria, senza nessun
supporto pubblicitario, grazie al passaparola dei lettori. Nel 2006 viene pubblicata la raccolta di racconti La Memoria dell'acqua - con
introduzione di Elisabetta Blasi – per i tipi de Il Foglio Letterario, Piombino.
Altri racconti vengono singolarmente
editi:
-
da
L'ombra
nella Bottiglia è stato realizzato,
nel [2005], un cortometraggio.
Il progetto è partito su iniziativa del direttore artistico (Roberto Messina)
del Teatro Scuola Grifo D'oro – nell'ambito di un concorso nazionale
patrocinato dalla Regione Sicilia, provincia di Trapani, comune di Partanna, BBC Belice, Atp
Trapani. Questo cortometraggio sull'alcolismo ha vinto nel [2005] il Primo premio a Città di
Castello; il testo inoltre viene richiesto dalle
migliori riviste telematiche e, pubblicato in cartaceo da Progetto Babele
(Modena), da Tam Tam
(Roma), nel [2005]
La Marea. Il racconto viene
pubblicato, nel[2005], dalla
rivista sarda Gemellae e richiesto dalle migliori
riviste telematiche, anche internazionali: Casa da Cultura (Portogallo) Isla Nigra Sud America.
Alcune liriche sono presenti in
qualificate antologie poetiche:
-
E noi ad Amarci in antologia -
Parole d'Amore, [2006]
Il Gesto in antologia- di I Segreti di Pulcinella, [2005]
Sogni di Carta in antologia Penna D'oca, [2005]
L'editore è Giulio Perrone, Roma
La lirica Fiumi di porpora compare nella sezione poetica della
Biennale di Venezia-Repubblica.