Nota
di lettura:
Jonathan
Rizzo
Anamnesi
famigliare
Puntoacapo,
2024
"Ogni
scrittore è un uomo, ogni uomo ha una storia con un´origine e dei
perché. Questa è la mia storia, con le mie origini e i miei
perché."
Ci
dice JONATHAN RIZZO nella quarta di copertina del suo ultimo libro
ANAMNESI FAMIGLIARE e ce lo ritroviamo in copertina
nell´illustrazione di David Jack Lanzini, seduto nudo e stralunato
in primo piano, dietro le bare presumibilmente dei familiari (o dei
traumi subiti?). Un´immagine simbolica e icastica di ciò che ci
sarà dato leggere in un librino di una cinquantina di pagine strano
perché composito. Infatti le 4 sezioni riferite alla madre, al
padre, ai fratelli e ai nonni sono introdotte e impreziosite dal
contributo letterario di amici di penna quali Francesca del Moro,
Giorgio Linguaglossa, Giampaolo Mastropasqua, Vittorino Circi e
Gabriella Musetti che si confrontano con le sue vicende. Quasi, ma
può essere solo una mia impressione, che a quella nudità che lo
rende inerme di fronte al mondo, abbia voluto dare sostegno con le
parole empatiche degli amici.
Il
poeta, nel mezzo del cammino della sua vita, deposta la maschera
sociale, cerca le ragioni del suo modo di essere nella propria storia
famigliare. Storia cui allude con efficaci frammenti narrativi di
diversa forma e lunghezza. Un po´ alla maniera di Dino campana dei
canti Orfici alterna prosa poetica e poesia e i frammenti, come nel
caso di mon père, possono consistere in una sola poesia oppure in un
solo brano poetico, come nel caso di mes frères. Il più esteso,
circa 20 pagine, è quello dedicato alla madre, seguito dalla storia
dei nonni con il quale chiude il libro terminando bizzarramente, ma
non troppo, con l´aggiunta del Prologo.
Ricerca
di sé, sfrenatezza, incomunicabilità, ribellione, dolore, perdita,
senso di colpa, delusione, solitudine, dipendenze, senso di vuoto,
desolazione, ammirazione per la bella storia d´amore dei nonni
vissuti insieme una vita intera e mestizia di chi sa di appartenere
invece all´epoca del vuoto, sono i principali sentimenti comunicati,
ma anche, in positivo, la consapevolezza di possedere la forza di chi
sa interpretare e scrivere il mondo reale "...Ho perduto tutto
ma sono ancora in piedi con la penna in mano pronto senza paura a
raccontare in faccia al mondo le verità mediocri che la vita reale
ha da offrirci."
Si
legge, si patiscono i sentimenti, si apprezza lo stile e alla fine
viene da chiedersi " Si è davvero smascherato il poeta? O
questa non maschera è una maschera da poeta maledetto?"
Il
fatto è che, come a ragione scriveva Fernando Pessoa
Il
poeta è un fingitore.
Finge
così completamente
che
arriva a fingere che è dolore
il
dolore che davvero sente...
e
Jonathan Rizzo ci è riuscito egregiamente a trasfigurare i propri
sentimenti e trasformarli in letteratura con il linguaggio poetico di
chi ama la Francia, Baudelaire, i poeti maudit, Whithman, il blues e
Bukowski.
Per
questo Anamnesi famigliare è un librino che sa farsi amare e dal
quale possiamo trarre spunti di riflessione anche sulle vicende della
nostra vita.
In
fondo nessuno ha avuto famiglie perfette e chi più chi meno ha
riportato qualche trauma durante l´infanzia e questo perché nessuno
ha mai insegnato al genitore a fare il genitore o possiede la formula
perfetta per non ferire involontariamente i figli e viceversa. Come
diceva il poeta Neuro Bonifazi il tempo ci tradisce, facendoci
trovare sempre inesperti e impreparati ad affrontare l vari momenti
della nostra vita. Ma proprio per questo possiamo ritenerci "
innocenti" di fronte ai nostri/loro errori e mancanze e
perdonarci vicendevolmente.
...E
se non fosse che tutto il tempo passato - e il tempo
che
stranamente non vedemmo passare - è stato
un
avviarsi trasognato e inesperto,
un
cerchio
del
cuore, unito - nella ricerca di un amore
indefinito
- a un´incredibile innocenza, ora
questo
saperci deturpati sarebbe
troppo
sensibile pena,
prodigalità
senza ritorno. (da Neuro Bonifazi - Tradimento dei tempi -
Helicon, 2015)
Franca
Canapini