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  Letteratura  »    »  Ernesto, di Umberto Saba, edito da Einaudi e recensito da Siti 10/11/2024
 

Ernesto - Umberto Saba - Einaudi - Pagg. XXIV 160 - ISBN 9788806226961 - Euro 12,00



Nel 1953 Saba ha scritto il suo unico romanzo e lo ha fatto mentre si trovava lontano da Trieste, a Roma, durante uno dei suoi innumerevoli ricoveri dovuti alla sua condizione psico-fisica. Ho avuto il piacere di leggerlo nella sua prima edizione Einaudi del 1975, arricchita da "Tredici lettere di Umberto Saba in cui si parla di "Ernesto" con una nota di Sergio Minussi". Il romanzo, come testimonia questa corrispondenza, circolava tra gli amici più intimi del poeta, sorprendeva ed emozionava, subiva importanti battute d'arresto e nasceva accompagnato dall'intento dell'autore di non essere destinato alla pubblicazione. Lo conosciamo grazie alla volontà della figlia Linuccia.
Nella sua esiguità, è sorprendente per una serie di caratteristiche che gli sono proprie: è intimo e delicato ma al tempo stesso lucido e spietato; ha il sapore dell'autobiografia, concorre infatti a richiamare episodi noti della biografia del poeta; ricalca la poetica dell'autore e regala un intenso ritratto della vera Trieste della fine dell'Ottocento, attraverso la fine ambientazione realistica e la quasi necessaria trasposizione linguistica, di questa essenza, nel dialetto, che abbonda in ogni pagina e veicola i dialoghi tra i protagonisti.

Si tratta sostanzialmente del racconto di un breve periodo dell'adolescenza tormentata di un ragazzo orfano di padre e che ha come tutore uno zio. Sostanzialmente è un ragazzetto imberbe che però già lavora, per volere materno, mentre frequenta un istituto commerciale, in luogo del liceo che ha abbandonato. Si dimostra anche come un biricchino, curioso e irrisolto, capace di oltrepassare i limiti legati all'appartenenza sociale e soprattutto sessuale: entra infatti a stretto contatto con un giovane uomo, garzone presso lo stesso magazzino dove lui segue la contabilità e cura la corrispondenza.

Viene da lui iniziato al sesso...
La narrazione non lesina particolari eppure non appare disturbante, il focus è infatti da ricercarsi nel percorso interiore di questo giovanotto che in fondo, sperimentando, ricerca se stesso, stretto nella morsa dell'amore materno e nell'assenza della figura paterna. La prospettiva è però quella a posteriori della voce narrante che sa quale adulto, complesso e tormentato, diventerà Ernesto e lo accompagna all'ingresso della vita matura con tenerezza e forse rimpianto.
"Con quella frase netta e precisa, il ragazzo rivelava, senza saperlo, quello che, molti anni dopo sarebbe sato il suo "stile": quel giungere al cuore delle cose, al centro arroventato della vita, superando insistenze e inibizioni, senza perifrasi e inutili giri di parole; si trattasse di cose considerate basse e volgari ( e magari proibite) o di altre considerate, "sublimi" e situandole tutte - come fa la Natura- sullo stesso piano. Ma allora non ci pensava certo."


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