Il
canto delle balene - Ferdinando Camon - Hacca -
Pagg. 115 - ISBN 978-8898983452
- Euro 13,30
"Il
canto delle balene" appartiene alla produzione più tarda di
Ferdinando Camon, datato 1989 inaugura il "Ciclo della coppia"
e rinnova una costante della sua scrittura: riunire più scritti in
una dimensione di più ampio respiro, con l'interesse immutato di
esplorare la dimensione della crisi. In questo caso, lontanissimo
dagli esordi che lo hanno portato a descrivere la civiltà contadina,
pare divertirsi amaramente a constatare il fallimento del rapporto di
coppia. La vicenda narrata, dal punto di vista di un marito 'tradito'
(si scopre fin da subito che l'entità del tradimento pur
appartenendo alla sfera sessuale non la contempla affatto, se non
nella narrazione delle modalità della coppia di vivere la loro
sessualità fatta a uno psicoanalista), diventa il pretesto per fare
il bilancio, intorno alla famigerata età di mezzo, della propria
vita che ingloba giocoforza la relazione matrimoniale. Il punto di
vista dell'uomo tradito dalle rivelazioni della moglie è però
inattendibile, ricorda tanto le dinamiche di un certo Zeno Cosini, è
infatti tutto teso a proiettarsi agli occhi del lettore nella
prospettiva del giusto mentre, ripercorrendo la sua gioventù e
analizzando il suo contesto familiare, emerge nella sua vera
natura.
Banalmente
si presenta in modo indiretto come un maschio fuori luogo rispetto
alle categorie del maschio a cui pensa di dover rispondere: non è
forte, non è capofamiglia, non ha il controllo della moglie, tanto
meno dei suoi pensieri, ma è solo il portatore di pregiudizi di
genere, insomma è semplicemente un banale maschilista. Sorprende
certo la prospettiva di un uomo che scrive così lucidamente dei
limiti di alcuni esponenti della categoria cui appartiene. Leggerò
sicuramente altro dell'autore, la cui produzione purtroppo mi è
sconosciuta.
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