La
vita e i giorni.
Sulla
vecchiaia
di
Enzo Bianchi
Edizioni
Il Mulino
Saggistica
Pagg.
138
ISBN
9788815273642
Prezzo
Euro 13,00
Un
De senectute del XXI secolo
L´accostamento
all´opera filosofica di Marco Tullio Cicerone non è azzardato,
perché lì, come in questo lavoro di Enzo Bianchi, si parla della
vecchiaia. Certo sono passati non pochi anni, tanti in verità, da
far temere che lo scritto del filosofo romano possa essere superato,
ma non è così, perché l´ultimo periodo della vita di un uomo non
è diverso da quello di oltre duemila anni fa. All´epoca Cicerone
prese in esame le critiche mosse alla vecchiaia (la decadenza fisica,
l´attenuarsi dell´attenzione, l´affievolirsi, fino a
scomparire, del piacere dei sensi, la paura della morte incombente)
per confutarle; sullo stesso percorso si esprime Enzo Bianchi, con un
libro di rara profondità e bellezza, scritto in modo facilmente
intellegibile, capace di infondere pagina dopo pagina quel senso di
serenità che è proprio di chi si rende conto che tutto è
nell´ordine delle cose, che si nasce, si cresce, si invecchia e si
muore. Quello che è importante, quello che rende la vita
irripetibile e appagante è l´umanità, è la consapevolezza che
c´è un senso in tutto e che quindi la vecchiaia, e poi la morte,
non devono preoccupare. Non ci si deve fare assalire dalla malinconia
o peggio ancora dalla tristezza, ma anche i giorni della tarda età
devono essere vissuti con piacere e pienamente, non pensando al dopo
come quando si era giovani e la morte ben difficilmente entrava nelle
nostre riflessioni.
Si
avverte chiaramente che è un libro scritto da una persona non
giovane (la prima edizione è del 2018 allorché l´autore aveva 75
anni) ed è del tutto naturale che sia così, perché una fresca età
cozza con le possibilità di parlare dei problemi connaturati a una
tarda età, problemi che non sono univoci, ma che sono riscontrabili,
magari in diversa misura, fra quelli che con un pietoso eufemismo si
definiscono diversamente giovani.
Sono
pagine in cui è facile ritrovarsi (ovviamente questo vale per i
vecchi), scritte con tono lieve, ma che anche commuovono, come quando
l´autore motiva la decisione di dimettersi nel 2017 da Priore della
Comunità di Bose, che lui ha fondato. Al riguardo riporto il
periodo: " Giunta
per me la vecchiaia e una maggior stanchezza, ho sentito il desiderio
di lasciare la presa, soprattutto di lasciare che le generazioni
successive alla mia continuassero con un nuovo soffio un´opera che
sarà sempre incompiuta."(Pagina
133)
Peraltro
troviamo in questo libro un´emozione sincera per la vita vissuta e
ancora l´entusiasmo per quella da vivere (da pagina 105 "
Grama la vita per i vecchi, comincio a sperimentarlo, anche se
resisto e lotto perché voglio vivere la vecchiaia: non aggiungere
giorni alla mia vita, ma aggiungere vita ai miei ultimi giorni.");
certo, Enzo Bianchi è un credente e questo lo aiuta non poco, ma le
motivazioni, che sono di conforto per chi in tarda età vede
crescenti i suoi problemi, sono di una tale umanità che anche
l´ateo, o addirittura l´agnostico, non possono che convenire con
lui.
Timoroso
di trovare un quadro irrimediabile degli anni che mi aspettano,
pagina dopo pagina sono stato contagiato dalle riflessioni
dell´autore, ho apprezzato le citazioni bibliche sul tema, mi sono
reso conto che avanti con gli anni, pieno di acciacchi, sono sempre
io, con il corpo che sicuramente porta i segni del tempo, ma alla
continua ricerca di ciò che di buono può portare l´età, nella
piena consapevolezza che anche l´ultima stagione merita di essere
vissuta.
Leggetelo,
giovani e vecchi, perché è un libro che vale per tutte le età.
Enzo
Bianchi
(Castel Boglione, 3 marzo 1943), fondatore
ed ex priore (*) della Comunità di Bose. Già durante gli anni
universitari aveva, insieme ad altri giovani di diverse confessioni
cristiane, fondato un gruppo di studi biblici, sulla scorta del
Concilio Vaticano II. Si laurea in economia e commercio a Torino,
quindi si ritira in solitudine in una cascina a Bose, una frazione
abbandonata del Comune di Magnano sulla Serra di Ivrea, con
l´intenzione di dare inizio a una comunità monastica e per tre
anni (dall'8 dicembre 1965) vivrà in solitudine. Si
aggiungeranno poi uomini e donne che sceglieranno quella via di
riflessione e lavoro. la comunità viene approvata dal Vescovo
diocesano che raccoglie le prime professioni monastiche. Enzo
Bianchi, laico, è molto attivo all'interno della comunità,
collaborando anche con importanti testate giornalistiche italiane (La
Stampa, Avvenire, La Repubblica...)
e straniere (La
Croux, La Vie, Panorama).
Dirige fino al 2005 la rivista Parola, Spirito e Vita. È membro
della rivista di teologia Concilium e
fa partedel comitato scientifico di Biennale Democrazia. Nel 1983 ha
fondato la casa editrice Edizioni Qiqajon Comunità di Bose dove si
pubblicano testi di spiritualità biblica, patristica e monastica.
Nel 2009 ha vinto il Premio Pavese con il libro Il
pane di ieri.
Tra gli ultimi suoilibri ricordiamo: Ritrovare
la speranza; Nella
libertà e per amore; L'amore
scandaloso di Dio; Preghiera
come ritmo del tempo.
(*)
è stato priore sino
al gennaio 2017;
a seguito di una visita svoltasi tra dicembre 2019 e gennaio
2020, nel maggio successivo ne è stato allontanato su indicazione
della Santa Sede, ma ciò nonostante all'inizio non aveva
lasciato la comunità. Agli inizi di giugno del 2021 si è trasferito
a Torino in un alloggio fornitogli da amici, poiché nel febbraio
dello stesso anno la Santa Sede gli aveva ingiunto di abbandonare
Bose e di recarsi in una filiale del monastero in Toscana.
Ad
aprile 2022 Bianchi ha reso pubblico un comunicato in cui annuncia di
aver acquistato un nuovo casale dove andrà con alcuni monaci. Il 16
dicembre 2023 è stato ricevuto da Papa Francesco, che ha benedetto
il nuovo progetto della Casa della Madia.
Renzo
Montagnoli