Poesie
scarlatte
di
Mara Motta
Edizioni
Tabula Fati
Poesia
Pagg.
128
ISBN
9791259880574
Prezzo
Euro 10,00
Un
canto d´amore
Mi
sembra di essere un gambero, visto che non è la prima volta che,
dopo aver recensito l´opera di un autore, non passo alla successiva
- che nel caso specifico ancora non c´è -, ma alla precedente. E
poi l´impressione di fare come questi crostacei si rafforza nel
titolo, che è Poesie scarlatte;
infatti, come è notorio i gamberi sono rossi e lo
scarlatto è una tonalità di rosso.
Ciò
premesso l´opera prima di Mara Motta presenta già, magari allo
stato embrionale, gli spunti di In absentia, e non poteva
essere diversamente perché un percorso poetico non può non tener
conto della strada già fatta.
Anche
qui i versi sono esposti in modo semplice, ma sono profondamente
permeati di sentimenti, che vanno dall´amore all´affetto, in
forza di una visione della vita che tiene sì conto del mondo che ci
circonda, ma che lo fa con serenità, perché tutto ciò che accade
rientra nell´ordine del cose, e questo non vale solo per le gioie,
ma anche per i dolori. Il beneficiario di questi sentimenti espressi
con pacatezza dovrebbe essere contento di avere una compagna così
che lo innalza su un piedistallo, e poco ci manca perché sia un
altare (Da Spazio: Mi hai fatto spazio nel tuo cuore! / Non
volevi intrusi.../ tranquillo dietro barriere di nuvole leggere! / Mi
hai aperto un varco al sole / teneri sentieri / in cui rifugiarmi /
per restare dove sai / di potermi amare./ Hai fatto spazio.../
accogliere il mio cuore / porterà note lunghe /di melodia d´amore!).
Ce n´è più che a sufficienza per sentirsi lusingati, ma le
repliche non si contano, sono incalzanti e allora... (Da Bacio:
leggero / in una notte d´estate / può essere violino / può essere
incantesimo / strana aria di sorpresa.../ resta il miracolo
dell´attesa!). Se si prosegue nella lettura si passa dall´amore
agli affetti, nella memoria che vivida viene fatta apparire, e allora
destinataria del sentimento diventa la madre, come in Ricordo (il
brecciato assolato / quella casa verde / quella porta sempre aperta.
/ Mamma cantava / fuori nel cortile. / Il lavatoio cantava / con i
panni sotto la fontana! / Tornavo e sentivo / profumo di casa in
cucina / musica d´acqua in giardino. / Mamma cantava...). Sono
versi scritti in punta di penna, che riescono a colorare un ambiente
che richiama immediatamente un sentimento, quello dell´amore,
dell´affetto per la madre, e il tutto avviene in modo spontaneo,
così che rapida è anche la reazione emotiva di chi legge.
A
un certo punto mi sono chiesto come sia possibile che una persona
abbia dentro di sé un sentimento così forte, così assoluto,
travolgente, un vulcano che della sua forza lascia trasparire solo
una sottile filo di fumo. La domanda non è capziosa, volta come è a
trovate i motivi di un comportamento, e ho così rilevato che la
poetessa trova tutta questa forza nel senso di appagamento che ha
della propria vita, in quel piacere sottile che ti coglie la sera
prima del buio e che sboccia ogni giorno alle prime luci dell´alba,
quando un sospiro e un sorriso sono la certezza di vivere nel modo
migliore.
Da
leggere, non c´è dubbio.
Mara
Motta nasce
a Pescara e nella città adriatica trascorre la prima
giovinezza. Compie studi umanistici, tesi ad assecondare il suo
interesse per la riflessione sul mondo e sull´essere umano. Spende a
Milano le prime esperienze lavorative che si concentrano, con
sicurezza, sull´insegnamento, idoneo a valorizzare la passione per
le lettere e la riflessione. La nostalgia per la sua città e
per gli affetti famigliari favorisce il suo rientro in Abruzzo con un
frammento di cuore lasciato nella città meneghina. A
Pescara conclude l´esperienza lavorativa punteggiata
dall´impegno di moglie, madre e nonna.
Renzo
Montagnoli