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  Letteratura  »  Il giallo e il nero, di Renzo Montagnoli 04/07/2024
 

Il giallo e il nero

di Renzo Montagnoli




Agli appassionati di lettura non sfugge di certo la differenza fra romanzo giallo e romanzo nero (più conosciuto con il termine "noir"), laddove il primo è la vicenda raccontata dai buoni, che in genere sono i rappresentanti della legge, mentre il secondo è la storia narrata dal punto dei vista dei cattivi. Al riguardo, considerato che si tratta di due specializzazioni, ci sono autori diversi e cioè quelli dei polizieschi, fra i quali Agathe Christie, Raymond Chandler e Maurizio De Giovanni solo per citarne alcuni tra i tanti; fra i narratori di noir, pure numerosi, mi permetto di ricordarne alcuni e cioè Jean Claude Izzo, Ed McBain e Massimo Carlotto.

Occorre poi precisare che alcuni romanzieri si cimentano con entrambi i generi, come per esempio Raymond Chandler e soprattutto Georges Simenon.

Ed è di quest´ultimo che intendo parlare vista la sua grandezza che lo porta a primeggiare sia nel giallo che nel noir.

L´autore belga è sempre stato un produttore in grande scala di romanzi, scritti con una facilità sorprendente e spesso in pochissimi giorni, tanto che diventa difficile essere messi in condizione di leggerli tutti, nonostante la buona volontà dell´editore Adeplhi che si è proposto di pubblicare gradualmente l´intera produzione.

Al riguardo ricordo che Simenon scrisse la sua prima prosa lunga all´età di diciotto anni e che già nel 1923 collaborava con diverse riviste in cui, utilizzando diversi pseudonimi, pubblicava racconti settimanali; ebbene questi furono 750 in soli tre anni. I suoi lavori piacquero al pubblico e cominciarono ad assicurargli l´indipendenza economica. L´anno di svolta però fu il 1929 allorché in una serie di novelle scritte per la rivista Détective apparve per la prima volta il personaggio del commissario Maigret; iniziò così una serie di romanzi che, oltre alla simpatia innata del poliziotto, presentano caratteristiche ben definite che vanno oltre la pur pregevole trama i cui canoni non vengono mai meno (scoperta di un delitto, indagine che immancabilmente si conclude con l´arresto del colpevole). Infatti, i personaggi di contorno, la posizione sociale, l´ambientazione, l´atmosfera assumono un rilievo del tutto particolare contribuendo non poco al piacere della lettura e al successo dell´autore. Inoltre, nei settantacinque romanzi e 28 racconti con protagonista Maigret l´analisi psicologica è frutto di un virtuosismo mai superato da altri; nessuno dei personaggi è minore o irrilevante, a tutti è dedicato un profilo spesso conciso, ma che ne denota le caratteristiche, diventando di fatto non una comparsa, ma un protagonista; inoltre Simenon non si limita a cercare il colpevole, ma persegue uno scopo ben preciso e cioè comprendere i motivi per i quali è stato commesso il reato, perché un delitto non avviene pressoché mai a seguito di un raptus, ma matura in un ambiente particolare ed è frutto di una storia precedente anche di parecchio tempo.

Questo modus operandi è indubbiamente l´origine del successo di questa serie con il commissario Maigret ed è talmente importante che successivamente altri giallisti di valore finiranno con il seguire lo stesso metodo.

Simenon si comporta analogamente quando scrive i noir che in genere sono opere di alta drammaticità, con un denominatore comune, e cioè che il delitto non paga mai. In questo senso la condanna del criminale da parte del romanziere belga non viene mai meno anche se, raramente, l´atteggiamento nei confronti del personaggio che ha creato può essere di autentica pietà. E´ così che sono nate opere memorabili, di grandissimo valore letterario, quali I fantasmi del cappellaio, dove il cappellaio Labbé è il serial killer che sta lasciando dietro di sé una scia di sangue in tutto il paese, ma nessuno sa chi sia l´assassino, tranne un modesto sarto, l´armeno Kachoudas, che però non parla per paura. Sono tanti i noir e quasi sempre molto belli, caratterizzati da individui che si macchiano di un delitto e che spesso fuggono braccati dalla polizia, quando già da tempo sono in fuga da se stessi, come nel caso di L´uomo che guardava passare i treni, con un Kees Popinga che a un certo punto della sua vita si scopre insofferente della vita agiata, ma monotona, che conduce, accorgendosi di non tollerare più il mondo che lo circonda, vedendo gli altri, tutti, anche gli sconosciuti, come una minaccia della sua esistenza, così che nasce un odio implacabile nei confronti dell´intera umanità.

Ci sarebbe da parlare a lungo del Simenon autore di noir e di gialli, e non solo di quelli, ma nulla si potrebbe aggiungere per meglio comprendere se non cominciando a leggere le opere di questo grande romanziere; ci si potrà accorgere così che possono esistere dei capolavori anche in generi che molti ritengono minori, quali appunto il giallo e il nero.






 
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