I
delitti della salina
di
Francesco Abate
Edizioni
Einaudi
Narrativa
Pagg.
296
ISBN
9788806212827
Prezzo
Euro 18,00
Decisamente
mediocre
Molti
credono che sia facile scrivere un romanzo giallo, ma non è così; a
parte che già è difficile scrivere bene, i fondamenti di un
poliziesco (il delitto, le indagini, la soluzione del caso) devono
essere ben studiati per non incorrere in esiti (leggasi scoperta del
colpevole o dei colpevoli) campati in aria. Da un po´ di tempo poi
c´è l´abitudine dei narratori di scrivere romanzi dove la trama
gialla è solo un pretesto, una sorta di impalcatura intorno alla
quale parlare di ben altro, ma se in tal caso la vicenda poliziesca
può anche essere esile, tuttavia deve presentare aspetti di
logicità. Inoltre, predominante è la ricerca di un protagonista che
risulti azzeccato, gradito al pubblico dei lettori.
Francesco
Abate, quando ha scritto I delitti delle saline, deve
aver tenuto a mente agli inizi questi aspetti fondamentali, ma poi,
complice una struttura "pericolante", li ha persi per strada.
Eppure l´ambientazione particolare in una città come Cagliari
agli inizi del secolo scorso, una protagonista femminile, Clara
Simon, una mezzosangue, in quanto figlia di una cinese, morta nel
darla alla luce, e di un capitano sardo, disperso nel corso della
rivolta dei boxer, una donna indomita che brama fare la giornalista,
nonostante gli ostacoli posti da una società maschilista, la
scomparsa di tanti poveri bambini, degli sciuscià, sono tutti
elementi che facevano ben sperare. Vero è che il ritmo, peraltro
discontinuo, risulta anche troppo blando, ma mano mano andavo avanti
con la lettura mi sono incuriosito non poco di queste misteriose
sparizioni, con due piccoli che saranno ritrovati cadaveri, peraltro
di morte non violenta.
Giunto
a metà, però, ho cominciato a insospettirmi, perché l´autore si
è messo a tirare un po´ troppo la corda, e mi sono detto che
speravo solo che non finisse tutto in una bolla di sapone.
Finalmente
nelle ultime pagine si è arrivati alla soluzione, ma purtroppo, come
si suol dire, è cascato l´asino. In un combattimento con
contrabbandieri realizzato in modo ben poco interessante si è
innestata una vicenda da diabolico dottor Mabuse, con lo scienziato
pazzo che ha modo di mostrare la sua follia in un ambiente che
ricorda i film horror.
Insomma,
la conclusione non solo non sta in piedi, ma è mal realizzata.
Forse
Francesco Abate sarà anche capace di scrivere un poliziesco, ma
questa volta ha toppato alla grande.
Francesco
Abate
(Cagliari, 17 maggio 1964) è
giornalista professionista per l'«Unione Sarda» e DJ nei club
dell'isola col nome di Frisco. Come scrittore pubblica nel
1998 Mister
Dabolina il
suo primo romanzo, edito da Castelvecchi. Nel 2003 pubblica Il
cattivo cronista edito
dal Maestrale. Nel 1999 vince il premio Solinas con il
soggetto Ultima
di campionato,
che verrà pubblicato sotto forma di romanzo nel 2004, edito dal
Maestrale.
Nel
2006 pubblica il quarto romanzo solista: Getsemani per
Frassinelli-Il Maestrale e inizia la collaborazione con Massimo
Carlotto pubblicando Catfish.
Nel 2007 pubblica Il
cattivo cronista (Il
Maestrale), e insieme a Massimo Carlotto Mi
fido di te (Einaudi).
Nello stesso anno escono i libri I
ragazzi di città e Mister
Dabolina remix, mentre nel
2008 il suo sesto romanzo solista Così
si dice.
Nel 2009, insieme a Massimo Carlotto, pubblica L'albero
dei microchip e
nel 2010, con Saverio Mastrofranco, Chiedo
scusa. Pubblica
poi Un
posto anche per me (Einaudi
2013) e Mia
madre e altre catastrofi (Einaudi
2016). È fra gli autori dell'antologia benefica Sei
per la Sardegna (Einaudi
2014). Il
corregidor (Piemme
2017, con Carlo A. Melis Costa) è il suo primo romanzo storico. Nel
2018 ha pubblicato, sempre per Einaudi, Torpedone
Trapianti.
Renzo
Montagnoli