Il
mio ricordo di Piero Angela
di
Piera Maria Chessa
Il
13 agosto 2022, a 93 anni, se n’è andato Piero Angela.
Ho sentito la notizia per puro caso, e sono rimasta per qualche
attimo come sospesa, incredula. Conoscevo la sua età, ne
vedevo i cambiamenti sul viso, sapevo da anni che aveva dei problemi
alle articolazioni, una patologia comune a tanti anziani, l’ho
visto zoppicare più volte, stare, sempre più spesso,
seduto; eppure non ho pensato che stesse per lasciarci.
La
sua determinazione, la pacatezza, il suo stile, che non ha avuto mai
delle cadute, la competenza, la fede nella scienza, e infine, la
capacità di presentare ogni argomento in modo semplice e
comprensibile per tutti, anche quando si trattava, e capitava spesso,
di temi che semplici non erano per niente, ecco, questo bagaglio di
qualità non comuni, e il parlare poco o niente dei suoi
problemi di salute, avevano convinto me, ma anche diverse altre
persone, che ancora per un bel po’ sarebbe rimasto con noi a
parlare, con l’ottimismo di sempre, dell’importanza della
scienza e della ricerca, ricordandoci che bisogna credere solo a ciò
che è frutto di continua esperienza.
Sono
numerosi i ricordi che ho di lui e dei suoi seguitissimi programmi
televisivi: Quark e Superquark, La macchina meravigliosa, Il pianeta
dei dinosauri, Viaggio nel cosmo, con la collaborazione del figlio
Alberto, e ancora Ulisse – Il piacere della scoperta, del quale
fu autore insieme al figlio. Quanti argomenti abbiamo approfondito
con lui sul corpo umano, sulla bellezza dell’universo e della
nostra Terra, per non parlare dei suoi straordinari reportage sulla
vita degli animali!
Ma
lo ricordo anche agli inizi, quando incominciò come
giornalista alla Rai. Era giovane, ma lo stile, il modo di porsi, era
già quello, e lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Mancherà
Piero Angela a tanti di noi che giovani non sono più, ma
mancherà anche a quelli che sono i quarantenni di oggi, quelli
che amano essere curiosi e desiderano approfondire. Ecco, quella
generazione è anch’essa cresciuta con i suoi programmi
divulgativi.
Io
spero che molti di loro, che oggi sono genitori, riescano a
trasmettere ai figli la curiosità e l’entusiasmo verso
la scienza e la conoscenza. Quella vera, però, quella basata
su studi seri e su fatti oggettivi.
Per
tutto ciò che ha fatto, per tutto ciò che, tramite la
televisione, ci ha trasmesso, io sento di doverlo ringraziare.
A
lui, tutta la mia stima, ma anche il mio affetto.
***
Di
seguito, una sua riflessione che oggi, considerando il tempo in cui
viviamo, mi sembra assolutamente attuale.
“Curiosamente
oggi si parla molto di partecipazione, intesa come uno strumento di
sviluppo democratico, ma raramente si parla di divulgazione come
condizione essenziale per capire e quindi per partecipare. La
democrazia non può basarsi sull’ignoranza dei problemi,
perché uno dei suoi grandi obiettivi è proprio quello
di rendere i cittadini responsabili e consapevoli, in modo che
possano esercitare i loro diritti utilizzando meglio la loro capacità
di capire.”
|