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  Editoriali  »    »  Il mio ricordo di Piero Angela, di Piera Maria Chessa 10/09/2022
 
Il mio ricordo di Piero Angela

di Piera Maria Chessa





Il 13 agosto 2022, a 93 anni, se n’è andato Piero Angela. Ho sentito la notizia per puro caso, e sono rimasta per qualche attimo come sospesa, incredula. Conoscevo la sua età, ne vedevo i cambiamenti sul viso, sapevo da anni che aveva dei problemi alle articolazioni, una patologia comune a tanti anziani, l’ho visto zoppicare più volte, stare, sempre più spesso, seduto; eppure non ho pensato che stesse per lasciarci.

La sua determinazione, la pacatezza, il suo stile, che non ha avuto mai delle cadute, la competenza, la fede nella scienza, e infine, la capacità di presentare ogni argomento in modo semplice e comprensibile per tutti, anche quando si trattava, e capitava spesso, di temi che semplici non erano per niente, ecco, questo bagaglio di qualità non comuni, e il parlare poco o niente dei suoi problemi di salute, avevano convinto me, ma anche diverse altre persone, che ancora per un bel po’ sarebbe rimasto con noi a parlare, con l’ottimismo di sempre, dell’importanza della scienza e della ricerca, ricordandoci che bisogna credere solo a ciò che è frutto di continua esperienza.

Sono numerosi i ricordi che ho di lui e dei suoi seguitissimi programmi televisivi: Quark e Superquark, La macchina meravigliosa, Il pianeta dei dinosauri, Viaggio nel cosmo, con la collaborazione del figlio Alberto, e ancora Ulisse – Il piacere della scoperta, del quale fu autore insieme al figlio. Quanti argomenti abbiamo approfondito con lui sul corpo umano, sulla bellezza dell’universo e della nostra Terra, per non parlare dei suoi straordinari reportage sulla vita degli animali!

Ma lo ricordo anche agli inizi, quando incominciò come giornalista alla Rai. Era giovane, ma lo stile, il modo di porsi, era già quello, e lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.

Mancherà Piero Angela a tanti di noi che giovani non sono più, ma mancherà anche a quelli che sono i quarantenni di oggi, quelli che amano essere curiosi e desiderano approfondire. Ecco, quella generazione è anch’essa cresciuta con i suoi programmi divulgativi.

Io spero che molti di loro, che oggi sono genitori, riescano a trasmettere ai figli la curiosità e l’entusiasmo verso la scienza e la conoscenza. Quella vera, però, quella basata su studi seri e su fatti oggettivi.

Per tutto ciò che ha fatto, per tutto ciò che, tramite la televisione, ci ha trasmesso, io sento di doverlo ringraziare.

A lui, tutta la mia stima, ma anche il mio affetto.

***

Di seguito, una sua riflessione che oggi, considerando il tempo in cui viviamo, mi sembra assolutamente attuale.

Curiosamente oggi si parla molto di partecipazione, intesa come uno strumento di sviluppo democratico, ma raramente si parla di divulgazione come condizione essenziale per capire e quindi per partecipare. La democrazia non può basarsi sull’ignoranza dei problemi, perché uno dei suoi grandi obiettivi è proprio quello di rendere i cittadini responsabili e consapevoli, in modo che possano esercitare i loro diritti utilizzando meglio la loro capacità di capire.”


 
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