Dopo
l’inverno e altre poesie
di
Vincenzo D’Alessio
Copertina
di Eliana Petrizzi
Fara
Editore
www.faraeditore.it
Poesia
Pagg.
96
ISBN
978
94903 21 8
Prezzo
Euro 10,00
Sotto
la cenere il fuoco arde ancora
E’
da un po’ di tempo ormai che ho l’opportunità di
leggere la produzione poetica di Vincenzo D’Alessio, produzione
che pur presentando tematiche affini denota una continua ricerca di
uno stile che sia definitivo e non in continua, e pur positiva,
evoluzione. Direi che ciò tuttavia poco importa poiché
il poeta campano, pur senza disprezzare la forma, che anzi a tratti è
ricercata, è uno che va alla sostanza, in quei continui strali
verso una situazione di immobilismo storico di cui la malavita
organizzata ha larghe e preponderanti colpe. La tendenza, quindi, è
quella di realizzare una poesia civile, sempre dolente, ma mai
arrendevole, ben inserita in un contesto territoriale che senza far
identificare l’autore come un poeta stanziale, in ogni caso lo
fa apparire come notevolmente influenzato da fatti e da atmosfere
locali. E così che ritroviamo questo filo comune anche in
questa raccolta (Dopo l’inverno e altre poesie),
uscita come sempre per i tipi di Fara, tanto più ove si
consideri la circostanza che l’opera si è classificata
al secondo posto nel concorso Faraexcelsior 2017. Non si smentisce
anche questa volta Vincenzo D’Aessio che sembra quasi portare
sulla schiena l’eterno malanno dell’immobilismo
meridionale, con quella rabbia a stento soffocata per i continui
tradimenti subiti, per quella sofferenza talmente radicata che sembra
escludere ogni speranza di miglioramento. Eppure, D’Alessio ha
un sogno che è concretizzabile ed è quello di un mondo
in cui ognuno possa essere artefice di se stesso, senza impedimenti,
senza imposizioni da parte di chi si arroga il diritto di decidere
della vita d’altri. Ed è per questo motivo che in questa
raccolta, forse più sofferta di altre, si passa da versi come
questi (Ho visto incedere / nelle loro casacche / tronfi i servi
dello Stato / hanno lo sguardo / sprezzante di chi è arrivato
/ non arrossiscono / hanno pane per i figli / vivono giorni sereni /
nell’avvenire / hanno potere senza giustizia / odiano i vinti /
tolgono loro il respiro.), in cui lo sdegno, più che la
rabbia, è a stento trattenuto, a questi altri (L’estate
ritorna / nel fresco mattino, / la nebbia che ovatta. / La gente, i
passi, / riprende un lavoro. / Vita in campagna. / In città
una noia. / In campagna la vita. / Ogni estate più bella. /
Tetti, spicchi d’arancio, / aprono fiati di torri. / Lavoro per
sopravvivere. / Ogni anno un’ estate. / Vivere una nuova
estate.) in cui è presente una situazione di normalità
da cui traspare un senso di bucolica serenità. Appare quindi
evidente che la speranza, morta ormai in molti, ancora cova sotto la
cenere dei sogni infranti di Vincenzo D’Alessio, che continua
imperterrito e mai domo nella sua missione volta a impedire che ci si
dimentichi di questa terra che potrebbe essere altra cosa con una
presenza forte e decisa dello stato, quello stato così lontano
da udirne a malapena la voce fatta di vuota e insana retorica.
Da
leggere, ovviamente.
Vincenzo
D’Alessio
è
nato a Solofra nel 1950. Laureato in Lettere all’Università
di Salerno è stato l’ideatore del Premio Città di
Solofra, nonché il fondatore del Gruppo Culturale “Francesco
Guarini” e dell’omonima casa editrice. Acuto e
attento critico
letterario,
ha pubblicato anche saggi di archeologia e storia (v. bibliografia
Polo SBN di
Napoli). Diverse le raccolte poetiche che anno ricevuto premi e
riconoscimenti, la più recente è La
valigia del meridionale ed altri viaggi
(Fara 2012, seconda edizione 2016 ). Nel 2014 vince con Il
passo verde la
pubblicazione in Opere
scelte (Fara
2014). La
tristezza del tempo è
inserita in Emozioni
in marcia(Fara
2015). Con Alfabeto
per sordi è
tra i vincitori del concorso Rapida.mente ed
è stato inserito nell’omonima antologia (Fara 2015).
Queste ultime raccolte sono riproposte in appendice a Immagine
convessa.
(Fara 2017), opera finalista al concorso Versi
con-giurati.
Renzo
Montagnoli
|