Terre
d’acqua
di
Donatella Nardin
Nota
critica di Annalisa Ciampalini
Postfazione
di Nazario Pardini
Fara
Editore
www.faraeditore.it
Poesia
Pagg.
80
ISBN
978
94903 25 6
Prezzo
Euro 9,00
Un
mondo d’acqua
Confesso
che più passa il tempo, e più mi accorgo che il mondo è
sommerso da un’ondata di materialismo che soffoca emoziona e
sentimenti, sono tentato non solo di non scrivere più poesie,
ma addirittura di non leggerne ancora. A che pro aprire il proprio
animo? Che senso può avere trasmettere sensazioni e
sentimenti? E invece è proprio quando l’umanità
viene compressa, appiattita che si avverte maggiormente il bisogno
della poesia e allora caccio i cattivi pensieri e cerco di trovare un
po’ di serenità con i versi di qualche poeta. Non sempre
ci riesco, perché, pur riconoscendo l’impegno che un
autore profonde nella sua opera, i risultati non sempre sono
corrispondenti; però, quando il lavoro è eccellente si
avvera il miracolo, si entra in sintonia con il poeta e ci si immerge
in un oceano di trepidanti emozioni, come nel caso di questa raccolta
di Donatella Nardin. Terre d’acqua è
una silloge stanziale, cioè è in dipendenza del luogo
in cui l’autore vive e in questo non c’è nulla di
strano, perché l’ispirazione è sempre data dal
mondo che ci circonda, l’abilità invece è nel
saper cogliere e, soprattutto trasmettere, le emozioni che quel mondo
suscita in chi è capace di osservarlo e di coglierne
l’essenza. Cavallino Treporti, dove è nata e vive
Donatella Nardin, è una lingua di terra bagnata dall’Adriatico
e dalla laguna nord veneziana, un dito che emerge dalle acque. Se
questa superficie liquida può talora dare l’impressione
di in una indeterminazione degli spazi, una distesa che si perde in
un orizzonte che appare sempre più lontano, pur tuttavia
consente a chi lì vive di cercare spazi più ristretti o
anche più ampi, ma comunque non piatti, scavando all’interno
di se stessi, in una condizione che si può ritrovare anche
negli isolani. In buona sostanza, non distolti da un variegato
panorama, c’è più ampio spazio per la fantasia
che poi si concretizza nella creatività, con visioni magari
oniriche ( Ho passato la notte ad ascoltare / il
silenzio. Brillava ai vetri la luna. / Era una giovane luna nata / da
una terra d’acqua e di sogni, tangibile emblema d’invisibili
/ pluralità./...)
o comunque in un’osservazione incantata di ciò che gli
occhi possono cogliere, soprattutto nelle caratteristiche di certe
stagioni (Beltà dei geli e delle invernali
figure: / a passi brinati,
leggeri si muove / il pomeriggio invernale / verso tramonti sempre
più corti / punteggiati da un’insanabile / inanità.
). La sua è una poesia evocativa, non disgiunta tuttavia da
elementi correnti di concretezza che finiscono per dare meglio
risalto a una ben precisa tendenza naturalistica, capace di mostrare
paesaggio esterno ed interno, il panorama di un istmo, quale è
Cavallino Treporti, e ciò che l’autore porta in sé,
frutto di un lavorio spesso inconsapevole e che lui stesso scopre nel
momento del travaso di una sensazione, di un’emozione in versi.
E’ una poesia d’acqua, sempre presente, avvolgente direi,
e l’acqua è sempre stata simbolo di purezza, purezza che
qui diventa di sentimenti, in un afflato con il liquido elemento che
riesce a rendere partecipe il lettore.
Ne
consiglio quindi la lettura.
Donatella
Nardin è
nata e vive a Cavallino Treporti (Venezia). Appassionata da sempre di
lettura e scrittura, soprattutto poetica, solo negli ultimi anni ha
deciso di dare visibilità ai suoi scritti partecipando a vari
concorsi letterari con risultati gratificanti. Le sono stati infatti
attribuiti numerosi premi e riconoscimenti – un centinaio –
nelle varie graduatorie concorsuali. Nel 2014 ha pubblicato la sua
prima silloge poetica In
attesa di cielo (Ed.
Il Fiorino), nel 2015, con la stessa Casa Editrice, la raccolta di
liriche Le
ragioni dell’oro.
Molte sue poesie e alcuni racconti sono stati inseriti in Antologie
di Concorsi Letterari, in raccolte collettanee di Case Editrici come
LietoColle e Fara (cfr. la recente antologia dei vincitori del
concorso Pubblica con noi 2107 intitolata Gymnopedie,
Architetture e altre opere belle in
cui si trovano alcune poesie della presente raccolta), in riviste del
settore e in siti on line dedicati.
Renzo
Montagnoli
|