Rispondono gli
editori Claudia Tarolo e
Marco Zapparoli della Marcos y Marcos
https://marcosymarcos.com/
Le
origini della vostra casa editrice?
Nel
1981 due amici, Marco Franza e Marco Zapparoli,
stampano edizioncine di poesia, in tiratura limitata,
aggraziata e numerata. Poi, ripescaggi di racconti di classica e
contemporanei. Infine, un po' di veri inediti doc. La voglia di
imparare era grande, l'ignoranza profonda. Ma gironzolando tra
librai, tipografi, editori, gente piena di erudizione e di consigli
opportuni, l'appetito si è accresciuto. E così pure il volume dei
volumi.
Quali
sono gli elementi di originalità del vostro progetto?
Difendere
e mantenere una dimensione artigianale, un'idea di vera e propria
bottega editoriale che cura ogni libro, in ogni sua fase,
come un prodotto unico e prezioso. Prezioso soprattutto nel senso che
non deve andare sprecato, che dev'essere accompagnato con ogni
attenzione nel momento della sua diffusione tra librai e lettori.
Scegliere
i libri in base a una forte adesione personale, mai secondo
ipotetiche considerazioni di mercato, e scommetterci fino in fondo.
Cercare
libri che trasmettano un messaggio forte e coerente con le nostre
convinzioni: che denuncino la violenza e la sopraffazione in ogni sua
forma, che celebrino le meraviglie della vita e del mondo.
Quale
pensate che sia il futuro dell'editoria in Italia e della vostra
casa editrice in particolare?
Secondo
noi, diventerà più evidente la differenza fra proposte decisamente
omologate, che nascono per il pubblico che compra e non legge, o
semplicemente desidera mettersi a posto con la coscienza
(massì massì, anche quest'anno ho comprato qualche libro): Di
questi libri se ne venderanno a carrettate. E i libri dotati di
contenuto, che propongono al lettore qualcosa di originale. In
termini di pensiero, personaggi, stile, epoca.
I
lettori scafati saranno sempre più esigenti. A caccia di un libro
vero. Saranno pochi, ahimé, ma buoni.
Cercheremo
di farli contenti.
In
Italia si legge poco: di chi è la colpa? Un po' anche delle case
editrici?
I
libri offrono infiniti mondi da esplorare: l'importante è avere
occasione di scoprirlo.
E'
una scoperta che richiede amore, tempo e attenzione.
La
frenesia di produrre troppo certamente non giova alla diffusione
della lettura, e nemmeno la perdita di qualità...
Come
immaginate possa essere il vostro lettore ideale? E quali passi per
avvicinare i lettori ai libri da voi editi?
Un
lettore ideale non esiste, perché pubblichiamo libri piuttosto
diversi fra loro.
Ma
è possibile individuare alcuni tratti salienti, di natura più che
altro comportamentale.
Dice
"ciao bella" molto di rado.
Nella
vita ama frugare: in libreria, in un bosco, in un mercato.
Può
essere estremo, ombroso, cavilloso. Se decide di ridere, però, fa
sul serio.
Vive
di entusiasmi nascosti.
Non
è esibizionista, pur sparandole grosse qualche volta.
La
cosa più incredibile: se gli è piaciuto davvero il romanzo, non
chiede lo sconto.
Se
non gli è piaciuto il romanzo, desidera poterlo rendere.
Quale
dei vostri libri vi ha dato le maggiori soddisfazioni e perché?
Le
emozioni più grandi ce le danno i nostri autori italiani:
con loro abbiamo davvero la sensazione di "mettere al mondo"
qualcosa che prima non c'era. L'avventura di Cristiano Cavina,
partita da un racconto; La lotteria di Luisa Ervas Carnielli,
arrivata per posta in una busta qualsiasi; il Piemonte amaro di
Davide Longo.
Il
successo di questi libri è la nostra massima soddisfazione di
editori.