Risponde Mauro Ferrari, direttore editoriale delle Edizioni Joker
http://www.edizionijoker.com/
Le origini della vostra casa
editrice?
Le Edizioni Joker sono nate nel 1993, su
iniziativa di quello che ancora oggi è una parte del nucleo redazionale originario,
e che pian piano si è allargato con una strutturazione sempre più ampia e
specializzata. Non a caso, la
Casa editrice nasce in parallelo con la rivista letteraria La
clessidra, ad oggi ormai una rivista “storica” e ampiamente conosciuta a livella
internazionale. Nel panel redazionale della Casa editrice, oltre a me stesso,
figurano oggi Gianni Caccia, Gabriela Fantato, Sandro
Montalto; altri progetti specifici sono diretti da
Marco Ercolani ed Erminia Passannanti.
Quali sono gli elementi di originalità
del vostro progetto?
Possiamo dire che c'era e c'è ancora una precisa fisionomia
culturale legata all'interesse per il contemporaneo in tutte le sue forme.
Oggi, a fianco di grandi poeti non solo italiani, la Joker
continua a proporre una ristretta cerchia di giovani ed esordienti. Una collana
specifica, I girasoli, ha appunto la funzione di dare evidenza a questo filone,
mentre le collane letterarie originarie (I moderni, I lapislazzuli,
L'arcobaleno) ospitano ormai molti dei nomi più autorevoli della giovane poesia
italiana. Non dimentichiamo poi che, di recente, sono state attivate collane fortemente progettuali: Athanor
(credo l'unica collana di aforistica oggi esistente); I libri del pellicano
(narrativa per ragazzi); I libri dell'arca (sul rapporto tra arte e follia), Transference (collana anglo-italiana).
Quale
pensate che sia il futuro dell'editoria in Italia e della vostra
casa editrice in particolare?
Per l'editoria il futuro non è certamente roseo, strangolata fra la
riduzione drammatica dei lettori e, paradossalmente, l'offerta sempre più ampia
dei nuovi autori. Una Casa editrice che vuole mantenere come noi un profilo
originale, che lasci spazio a nomi nuovi ma che punti contemporaneamente ad
arricchire il catalogo di libri importanti deve stare attenta a non confondersi
con le Case editrici di Vanity publishing,
in sostanza col “paga e pubblica” – del resto facilmente individuabile solo a
dare una scorsa agli stessi cataloghi.
In Italia si legge poco: di chi è la
colpa? Un po' anche delle case editrici?
Possibile; ma è in generale la temperie che non favorisce il tempo
della lettura, con tutto ciò che questo comporta. Del
resto, anche i best-sellers (quando non diventano
casi più umani che letterari) vendono sempre meno. La mole enorme dei volumi
pubblicati (decine di migliaia all'anno) rende poi
difficile individuare ciò che vale la pena leggere. Per non parlare, specie per
una Casa di poesia, dell'accresciuta emarginazione di un genere che, in
passato, forniva almeno prestigio editoriale.
Come immaginate possa essere il
vostro lettore ideale? E quali passi per avvicinare i lettori ai libri da voi
editi?
Il lettore ideale è colui che non vuole rinunciare a uno spazio
libero, a un tempo più lento e pensato. Che acquista un libro non solo perché
altri l'hanno già fatto. La nostra Casa editrice ha da sempre un'intensa
attività che senza dubbio fornisce visibilità e prestigio, nonostante il peso
dell'organizzare tante cose un po' ovunque. Ma crediamo – i risultati mi pare
ci diano ragione - che questo sia un modo molto
concreto per andare a stanare un pubblico mirato, non necessariamente ristretto
né di élite. Grazie ad Internet, comunque, i titoli
sono senza dubbio più facilmente accessibili, come
comprovano le vendite, il che complementa una
distribuzione che noi curiamo in modo diretto e capillare.
Quale dei vostri libri vi ha dato le
maggiori soddisfazioni e perché?
Non vorrei citarne uno in particolare, neppure uno dei più venduti,
ma senza dubbio – avendo un profilo molto particolare – La biblioteca delle
voci è un titolo assolutamente importante per la poesia contemporanea: due
importanti poeti, Luigi Cannello e Gabriela Fantato,
hanno intervistato in modo”letterario” ben venticinque dei maggiori poeti
contemporanei. Ne è uscito un libro di cui c'era davvero bisogno, che affronta
la poesia in modo nuovo e vivo, leggibile persino per i non addetti. Comunque,
un libro che resterà.