Intervista a Valentino Vitali
Chi è
Valentino Vitali?
Sono un dirigente scolastico in pensione
nato il 9 dicembre del 1945. Abito a Bellano sul lago
di Como. Mi diletto a scrivere poesie e
a scattare fotografie,
dell'ambiente che mi circonda. che pubblico su Panoramio
(http://www.panoramio.com/user/2735765 ).
Mi dedico, per hobby, al
giardinaggio e all'orticoltura.
Perché
scrivi?
Scrivo solo per puro diletto e per documentare
sentimenti e sensazioni che provo nella vita quotidiana.
La creatività è un momento di
estasi, oppure il tormento di chi matura idee e cerca di parteciparle agli
altri?
La creatività è la compagna dello
“stupore che ammira” ciò
che ci è semplicemente donato, per dirla
con Hannah Arendt .
E' notorio che per poter scrivere è
indispensabile leggere. Che cosa leggi principalmente?
Leggo con interesse soprattutto
gli epistolari e i diari
o comunque le storie che documentano in modo profondo la fatica del vivere e dell'amare delle
persone.
Leggo poesie ,
ma senza metodo e, come una gallina ruspante,
becco qua e là, alla ricerca di qualche gustoso lombrico, con il piacere
della scoperta personale anche di ciò che per altri è già noto. Sono attento
in questo ai suggerimenti degli amici sinceri, mentre diffido dei critici che
mirano a promuovere la vendita della cultura.
Qual è
il tuo poeta preferito e perché?
Mi sono avvicinato alla poesia
grazie a Emily Dickinson, che rimane, per me, una poetessa insuperabile per la
capacità di cogliere l'essenziale e l'eterno dell'anima in ciò che ci circonda.
Qual é
il tuo narratore preferito e perché?
Sono ritornato a Manzoni dei Promessi sposi
per la capacità di documentare con equilibrio e sensibilità umana (intesa come
pietas latina) i personaggi, inclusi quelli che sbagliano.
Diffido e smetto immediatamente di
leggere autori che non hanno questa sensibilità, anche se scrivono una prosa
più moderna e accattivante, perché non sanno interpretare la fatica del vivere
dei loro personaggi (e quindi di tutti noi), personaggi
che, di fatto, espongono al giudizio e alla derisione dei loro lettori.
Per questo ultimamente mi capita
di interrompere la lettura dei romanzi.
C'è
sempre dentro di noi un desiderio latente, quello che si suole definire un
sogno nel cassetto e che, in campo letterario, è l'aspirazione a scrivere
qualche cosa di irripetibile.
Nel tuo caso qual é?
Non ho sogni nel cassetto, mi
basta che chi legge le mie poesie mi rimandi una risonanza sincera degli echi
che esse suscitano nel loro animo, perché ho la consapevolezza che solo questo
resterà di noi.