Intervista
a Piero Colonna Romano
Chi è Piero Colonna Romano?
Nato a
Palermo il 13 marzo 1941, per ragioni legate all'attività del padre e, successivamente al mio lavoro, ho sempre viaggiato, in lungo
ed in largo, per l'Italia.
Studi a Gorizia, università a Trieste (economia e commercio) e
successiva specializzazione in scienza delle comunicazioni.
Ho
lavorato, per numerosissime aziende, fin dal 1962, iniziando con la, allora, pregevolissima Olivetti (Ivrea). Quindi Zanussi,
Iberna, Candy, Simac ecc. fino a concludere l'attività
lavorativa quale consulente aziendale anche per aziende statunitensi e svedesi.
Oggi,
in pensione dalla fine del 2000, continuo (almeno ci provo…) ad
esercitare l'ultima attività e vivo a Lavagno (Vr) con mia moglie.
Perché scrivi?
Ho
sempre scritto molto, a causa della mia attività professionale, ma alla poesia
sono approdato casualmente: scrissi, ma si trattava di una mia riflessione
filosofica, una poesia intitolata Il Tempo. Casualmente trovai, navigando in
internet, un sito di poesia (La Finestra Eterea) che aveva indetto un concorso.
Avendo a disposizione quella poesia decisi di mandarla.
Dopo circa sei mesi ricevetti una comunicazione con la quale mi si informava che il componimento era stato premiato con un
diploma di merito.
Cominciai
così ad interessarmi di poesia e tentai qualche altro
esperimento, approdando all'ottimo sito del prof. Lorenzo De Ninis.
La
prima risposta alla tua domanda è, sinceramente, per curiosità.
Quella
più profonda, probabilmente, è per confrontarmi con me stesso. E quella
spudorata è perché (non ho mai capito il perché) le mie poesie ricevettero da
subito consensi. E questo appaga orgoglio ed
ambizione.
La creatività è un momento di
estasi, oppure il tormento di chi matura idee e cerca di parteciparle agli
altri?
Credo
che, nell'espressione di ogni forma d'arte, molto conti l' ”outing”. Il confessarsi, magari
nascondendosi dietro metafore, dietro ermetismi, dietro astrazioni. Il mettersi a nudo, col sottile piacere di mostrarsi (magari
nascondendosi) agli altri. In altri termini è esibizionismo.
E' notorio
che per poter scrivere è indispensabile leggere. Che cosa leggi principalmente?
Ho
sempre letto moltissimo e sin da bambino. Verso i
10/12 anni avevo già letto, probabilmente caoticamente, Dostojewsky,
Ibsen e quindi i grandi scrittori americani (Steinbeck, Faulkner, Caldwell ecc.) per proseguire con i Levi, i Calvino, i
Borges ecc.
Oggi
gli autori che più frequento sono i classici greci e latini, libri che trattano
di filosofia. Ho appena ultimato il Fedro, il Gorgia, Il de Rerum natura di
Lucrezio.
Purtroppo
non conosco né il greco né il latino e, quindi, mi affido alle traduzioni,
comunque godendone e tentando di imparare.
Qual è il tuo poeta preferito e
perché?
In assoluto
Dante Alighieri. Nel gioco della torre salverei lui soltanto. Per la sua universalità nell'esprimere sentimenti, storia, morale.
Un po'
quello che direi di Mozart per la musica (che amo al di sopra
di qualsiasi altra arte, per inciso).
Qual é il tuo narratore preferito
e perché?
In
altro gioco della torre salverei Italo Calvino, in ogni suo periodo
storico/letterario. (e mi piange il cuore per Borges…)
C'è sempre dentro di noi un
desiderio latente, quello che si suole definire un sogno nel cassetto e che, in
campo letterario, è l'aspirazione a scrivere qualche cosa di irripetibile.
Nel tuo caso qual é?
Credo
che ognuno di noi scriva “qualcosa di irripetibile”
perché unica è la storia personale, unico il sentire, unico l'esprimersi. Ma non ho “sogni nel cassetto” e, a ben pensarci, non ne ho
mai avuti. Ho vissuto, e vivo, con curiosità. Cerco di
imparare, credo d'avere nulla da insegnare, per dirla con Socrate, so di non sapere.