Texel
di
massimolegnani
Nemmeno
nelle peggiori giornate d´inverno il suo mare di Romagna appariva
così vuoto, Luca vi trovava sempre qualcuno con cui scambiare due
parole, un peschereccio da seguire nelle manovre di rientro nel
porto-canale, anche solo un gabbiano da guardare nelle sue evoluzioni
controvento. Qui, invece, era il nulla assoluto, una desolazione la
spiaggia sconfinata, battuta da un vento ostile e disertata da
animali e umani, difficile immaginarla più animata anche in piena
estate. Guardando il poderoso salvagente ancorato alla sabbia Luca si
chiese chi mai si sarebbe voluto avventurare in quel mare inospitale.
Luca
odiava l´Olanda. Cibo, terra, gente, ogni cosa era appiattita,
priva di spessore e di calore. Odiava l´Olanda ma ci andava spesso
per amore di sua figlia Francesca che per lavoro l´aveva eletta a
sua seconda patria. Una carriera di tutto rispetto la sua, ma al
prezzo di una vita solitaria senza amici e senza amori, chè gli
olandesi come le avevano spalancato di buon grado i cancelli
dell´azienda così le avevano chiuso in faccia le porte delle case.
Quando lui rammaricato glielo faceva notare lei scrollava le spalle
come fosse cosa senza importanza, mi so arrangiare, papà, non ti
preoccupare, gli rispondeva sorridendo. Ma come si arrangiasse,
Luca non lo aveva mai capito, la vedeva sempre sola che gli parlava
esclusivamente di lavoro. Donna granitica, sua figlia, e sottilmente
elusiva.
Anche
questa volta, a Texel, dove Francesca gli aveva dato appuntamento, le
preoccupazioni di Luca erano le stesse. Ne avevano parlato a cena,
nell´albergo dove lui alloggiava, l´unico dell´isola aperto
fuori stagione. Poi le chiacchiere avevano preso un´altra piega,
inaspettata e piena di sorprese, non tutte belle. Mentre aspettava il
traghetto per far ritorno sulla terraferma e da lì in Italia, Luca
ripensò al dialogo della sera prima, ricco di sottintesi o forse
malintesi.
Papà,
sai perché ti ho chiesto di incontrarci qui anziché in città come
al solito?
Luca
aveva scosso la testa, no, in effetti, non ho saputo darmi una
spiegazione. In febbraio questo posto non ha alcuna attrattiva e
anche questo albergo, di cui siamo forse gli unici clienti, mi fa
tristezza.
È
vero, ora è piuttosto squallido, ma io ci sono venuta con la bella
stagione e ti garantisco che è tutta un´altra cosa. Però, non
potevo aspettare giugno per illustrarti i miei progetti.
È
qualcosa che ha a che fare con questo posto? Ti compri una casetta
qui? Forse è un buon investimento, ma non vorrei che questo posto ti
immalinconisse.
Francesca
aveva riso, divertita dalle preoccupazioni di suo padre: no,
tranquillo, nessuna malinconia, qui d´estate è pieno di vita,
Texel è un´isola vivace. E poi...Francesca era tornata seria.
E
poi?
E
poi, non compro una casetta, sto acquistando questo albergo. Le
trattative sono già a buon punto, ma prima di concludere volevo
sentire il tuo parere.
Francesca,
mi sembra una follia.
Sì,
una piccola follia che mi sta restituendo la gioia di vivere.
Ma
come farai col tuo lavoro? Voglio dire, sei un´affermata dirigente
d´azienda, sei spesso in viaggio e comunque sei sempre oberata
d´impegni, come puoi pensare di conciliare le due attività?
La
soluzione è semplice, per i primi tempi lo darò in gestione, poi ,
se tutto andrà come spero, darò le dimissioni e mi trasferirò
sull´isola in pianta stabile.
Ma
ci vorrebbe una persona della massima fiducia, hai già in mente
qualcuno?
A
quelle parole, come per incanto, si era materializzata vicina al loro
tavolo una ragazza di colore di una decina d´anni più giovane di
Francesca. Luca l´aveva fissata distrattamente, convinto fosse una
cameriera del locale, sebbene la sobria eleganza dell´abbigliamento
e l´aspetto piuttosto fiero facessero pensare a tutt´altro.
Lei
è Malyn, sarà lei a gestire l´albergo.
Ma...lei?
Dai,
pà, non fare quella faccia, niente preconcetti! Malyn è in gamba,
ha già avuto esperienze nel settore e di questo albergo conosce ogni
segreto.
Nel
frattempo la ragazza si era seduta al loro tavolo e gli stava
sorridendo con qualche imbarazzo: io no parlare italiano, ma
Francesca insegna me. Le due donne si erano scambiate uno sguardo
complice, o così era sembrato a Luca.
Un
fischio modulato e ripetuto lacerò l´aria e distolse Luca dai suoi
pensieri, il battello stava per partire.
Luca
si avviò all´imbarcadero ancora frastornato. Solo una volta a
bordo, guardando l´isola che si allontanava, capì che non era la
probabile omosessualità di sua figlia a preoccuparlo, né la giovane
età della ragazza molucchese, e neppure l´azzardo finanziario
dell´operazione. Francesca aveva un carattere forte e testa ben
piantata sulle spalle, non gli aveva mai dato preoccupazioni. Era
Texel ad amareggiarlo. L´isola gli stava portando via sua figlia.