La
spiaggia di Roccalumera
(a Salvatore Quasimodo)
di Maria
Teresa Santalucia Scibona
Uomo silente
dalle molte anime,
scrutando avidamente tra le righe,
è come se ti avessi conosciuto.
Ti scorgo bambino, magro, ricciuto
nella salsa spiaggia di Roccalumera.
Un vento caldo, afoso, avvolgeva
la rena in mulinelli. Scrutavi assorto
le imbelli sonagliere
del rosso carrettino .
L'amata zia Concetta assai vestita ,
con le calze scure, ti porgeva
insistente la granita tu,
ansante e scontroso bramavi
scorrazzare sulla battigia in cerca
di granchi, di conchiglie.
Compagno itinerante
di avventure letterarie,
nei notturni viaggi del Continente
coi biglietti del babbo ferroviere,
fuggivi il tedio della tua Sicilia
e l'arcano torpore. Per altre mete
t'inseguiva il ricordo dell'infanzia
gli aguzzi sassi del Plàtani,
il sapore dei fichi sui graticci,
il sole aspro, filtrato nei limoni
l'aroma dolciastro al gelsomino.
Rivedo lo sguardo malinconico
e l'occhio vellutato, ammaliatore
che turbava le attempate signore
e nel serale “struscio” con gli amici,
le timide fanciulle ancora in fiore.
. Scorgo il nobile volto con folta
chioma, la fronte alta pensosa,
che in fieri, meditava sul futuro.
Lontano dalla patria,
stremato ed aggredito
dall'invasivo male, in te Salvatore
dilagò la tetra solitudine.
Nel bianco esilio russo chi t'accordò
il conforto e ti asciugò le lacrime? - Non si estinse il miraggio
che nei pensieri si ergeva maestoso
Non si desiste dai poetici sogni
di un favoloso mondo perduto.
Trascorse dolce e amara la tua vita,
tra giorni lieti o trapunti di pene.
Sulla fiera testa , ormai gloriosa
comparve qualche candido capello.
Tu sentenziasti bene in poesia:-
Anche se ognuno fortemente
spera, nell'umana esistenza
tutto passa, si dilegua, svanisce ….
“ Ed è subito sera”.
(da Nutrimenti
per l'anima –
Jocker Edizioni – 2009)