Clandestini
di Giuseppe Gambini
Vaghiamo
come fantasmi
sopra
un mare agitato,
viviamo
come bestie
in un
rottame invecchiato,
tra
rifiuti e letame, pianti e lamenti.
Solo
speranze portiamo
nelle
nostre valigie invisibili,
da un
passato oscuro scappiamo
verso
un incerto futuro andiamo,
incontro
a un domani molto duro
che
forse mai esisterà.
In nome
della pace
veniamo a parlarvi,
in nome
della pace,
per
favore, ascoltateci!
Senza
bandiere in cerca di patria,
senza
inni in cerca di libertà
che
forse mai arriverà,
siamo
tanti, uomini, donne, bambini,
gente
senza volto, senza nome.
Vediamo solo
un mare infinito,
un
orizzonte grigio e nuvoloso,
mai un
tramonto abbiamo visto,
un
tramonto rosso come l'Amore,
quell'Amore
grande e immenso
che
disperatamente inseguiamo
e
tristemente non troviamo;
dateci
una vera Patria,
dateci
una giusta dignità,
anche
noi, come voi, vogliamo esistere,
anche
noi, come voi, vogliamo vivere.
In nome
della pace
veniamo a parlarvi,
in nome
della pace,
per
favore, ascoltateci!
Ci chiamano
clandestini
ma non
ci nascondiamo,
ci
chiamano delinquenti
ma
niente e a nessuno vogliamo rubare,
solo
altri fratelli veniamo a cercare.
Pelle e
lingua dalle vostre son diverse,
terra
e cultura dalle vostre son diverse,
ma le
diversità non devono separarci,
un
solo vincolo deve unirle
- l'Amore
Universale -
quel
dolce sentimento
che il
mondo dovrebbe unire,
quel
tenero sentimento
che
tutti dovrebbero offrire,
figli
di una stessa mamma,
fratelli
e sorelle d'una grande famiglia…
In nome
della pace
veniamo a parlarvi,
in nome
della pace,
per
favore, ascoltateci!
… ma noi
fantasmi ancora vaghiamo
alla ricerca
della sua identità,
come
relitti umani ancora giriamo
alla ricerca
della sua verità,
dovremo
pur trovare in una terra amica
l'utopistico
Amore Universale!
Solo allora
avremo la nostra libertà,
solo
allora ci vestiremo di dignità,
solo
allora abbracceremo l'umanità
che
con Amore finalmente ci dirà:
“Ben arrivati amici clandestini,
ben
ritrovati fratelli divini!”