Mia musa
di Tinti Baldini
La mia musa è
un cirro sciolto
al tramonto
su tetti rossi
a sparire.
La mia musa è
sulla soglia ghiaccia
che mi guarda
sgorgar parole.
La mia musa è
amico attento
dietro i vetri appannati
che cerca in me
vento
e lascia orme
sulle mie.
La mia musa
sei tu madre
spenta di occhi
che vuoi amore ancora
da chi non può.
La mia musa sei tu
figlio e padre
fratello ebreo
musulmano cristiano
buddista e ateo
in attesa di mano che
pare sasso.
La mia musa
sei tu ragazzo
che ridi le stelle
su dal monte
e pascoli illusioni.
La mia musa è
terra di ginestre
di cactus e girasoli
sa di rosmarino e mentuccia
di sabbia e calcare
basalto e ossidiana
di vento e cenere
mangiata rigettatta
ma sempre lì
per me.
Abbia pietà o musa
ma in questo caos di morte
di soprusi e lacrime
di nero e bianco
costa talmente tanto
cercarti che
ti aspetto.
Ispirata ad una poesia di Boll
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