Il tuo sguardo è luce bianca
che acceca l'orizzonte.
E, come cieco, io
ai tuoi piedi,
resto ciottolo abbandonato,
levigato da millenni di carezze,
mai ricevute.
Sono pago d'un tuo bacio,
solo quando pago.
Perché sorridere sì, lo sai,
gratuitamente, mai.
E come vecchia melodia,
mi lasci stracciare dal vento
che innocente
viene dal mare.
Raffiche d'assenze,
accordo di precari equilibri in
mancanza
d'ogni legge di gravità.
All'alba, disegno con le
braccia,
senza possibilità d'eco,
parabole verso l'orizzonte.
Segnali. A chi?
Il tempo s'insinua nelle mie
vene,
come una nostalgia...
Tutt'intorno a me, filigrane di
cristalli vagano senza peso, senza nome.
Quando affogherà quest'ultima
fiammella di coscienza?
Chiudo gli occhi, e
tento di non pensare a te.
Dall'alto d'una falesia,
perdo ogni nozione di spazio e,
volando in giù, i blu confusi
del cielo e dell'acqua mi
rimandano la luce del tuo sguardo.
Di te, solo mi resta,
in dissolvenza,
un batter d'ali...