Grigio profondo
di Renzo Montagnoli
Calava la nebbia,
una serpe informe
s'insinuava fra
i vecchi platani,
avvolgeva la vite esangue,
scivolava sulle zolle
che l'aratro aveva appena girate.
Fradice foglie morte
maceravano
al grigiore di un giorno
più grigio degli altri.
Immobile,
umido fin nelle ossa,
guardavo il nulla
e vedevo riflessa
l'immagine di un cane azzoppato,
di un somaro inutilmente bastonato.
Nel greve silenzio
s'alzò l'urlo,
il boato dell'anima.
Si perse,
inutile,
nella nebbia.
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