IL NOIR IN EDICOLA
di Carlo Bordoni
Nelle
edicola regna il noir, una variante del giallo (dal colore delle
copertine dei primi romanzi che Mondadori mandò in edicola nel 1929),
ingrediente necessario di ogni prova narrativa, capace di tenere il lettore
inchiodato alla pagina per il tempo necessario a risolvere l'enigma. La sua
presenza è talmente scontata da essere quasi d'obbligo, specie da quando Carlo
Emilio Gadda, col suo Pasticciaccio brutto de via Merulana
(1957) gli ha conferito qualità letteraria. “L'idolatria nei
confronti di Carlo Emilio Gadda, costante nei giallisti e noiristi
nostrani, è veramente da considerare con sospetto – osserva Roberto Barbolini – Non ce n'è uno, da Carlo Lucarelli a Gianni Biondillo (per citare i migliori), che non ostenti una vera
e propria venerazione nei confronti delle dolenti e artagotiche
costruzioni verbali del Gran Lombardo. Ma poi lo stile che trionfa è il
finto espressionismo, simpatico e un po' ragionierescamente abile, di Andrea Camilleri,
il Gadda degli ipermercati.”
Il successo di
Montalbano non ha intaccato lo zoccolo duro degli appassionati del giallo
tradizionale, che segue un preciso schema risolutivo, fatto di piccoli e grandi
indizi, con cui il lettore è chiamato a confrontarsi. Sono i vecchi giallisti,
affezionati a una scrittura di genere che passa nelle edicole. “Si mettono in competizione con lo scrittore per risolvere l'enigma
– conferma la scrittrice Annamaria Fassio – Sono i
lettori più terribili: guai a lasciare indizi fuorvianti, guai ad ingannarli!
Per loro tutti i nodi devono risolversi magistralmente. Sono più attenti a
questi dettagli che alle atmosfere o al contesto sociale in cui si sviluppa la
storia. In un certo senso, sono di grande aiuto. Lavorando per la Mondadori me
ne sono accorta subito. In America uno scrittore di gialli è uno scrittore a
tutti gli effetti. Mi piacerebbe molto che questo avvenisse anche qui. E poi ci
sono gli intramontabili, come Ellroy. Sei pezzi da mille è quasi un
trattato storico, ma si legge, appunto, come un romanzo giallo. Con il fiato
sospeso sino alla fine. Che poi è il modo migliore per leggere un libro.”
Mondadori “mass market”
(che comprende anche Urania e i Romanzi) sforna oltre 230 titoli l'anno, con
tirature tra le 12 mila e le 24 mila copie: un fiume in piena che tuttavia è di
gran lunga inferiore alla produzione media di venti anni fa, quasi 50 mila
copie di tiratura. Cifre impensabili per la libreria.
“Sono finiti i bei tempi in
cui i fascicoli da edicola erano l'unico gioco in città – avverte Sergio Altieri, editor Mondadori – La
televisione e i giocattoli elettronici hanno aperto nuove possibilità
d'intrattenimento. In edicola si compra di tutto, in particolare libri.
Ma è un errore considerare l'edicola come la suburra dell'editoria.
Dall'edicola sono usciti tutti i grandi maestri del thriller e della
fantascienza. Ora l'edicola ha ripreso quota: ogni fascicolo vende il triplo di
ogni titolo italiano da libreria.”
Di
questo fenomeno sono responsabili in parte gli scrittori italiani. Diversamente
da quanto accadeva in passato, quando un buon scrittore di genere doveva
necessariamente essere americano e gli italiani erano drasticamente esclusi o
costretti a scrivere sotto pseudonimo, adesso sono proprio loro i preferiti. Infatti dal 2007 Mondadori dedica un'uscita fissa mensile a
un autore italiano (“Il Giallo Mondadori presenta”), che si differenzia per la
copertina in bianconero: Claudia Salvatori (Una storia da rubare, 2007),
Alessandro Defilippi (Locus Animae,
2007), Bruno Pampaloni (Nessun male, 2007),
Mauro Marcialis (La strada della violenza,
2008), Giacomoni & Ricci (B@cteria,
2008) sono gli autori dei primi numeri.
La
scuola italiana può contare su due generazioni di scrittori professionisti che
hanno il pregio di sapersi adattare alle esigenze delle collane. Nomi come
quelli di Annamaria Fassio, Stefano Di Marino, Franco
Forte, Andrea Carlo Cappi, Matteo Bortolotti,
Giancarlo Narcisi, Gianpaolo Zarini e Andrea Novelli
firmano regolarmente una serie di titoli di grande interesse.