Dialogo
sulla gratuità
di
Luisito Bianchi
Gribaudi
Editore
Narrativa
Pagg.
160
ISBN
9788871527888
Prezzo
Euro 10,00
Sono
indispensabili più riletture
Luisito
Bianchi, per parlare della gratuità, ha adottato un metodo del tutto
particolare, che consente di non stancare il lettore e di venire
incontro con le risposte alle sue possibili domande. Ha immaginato
infatti una conversazione fra un credente e uno scettico, e non un
ateo perché questo, chiuso nella sua convinzione, non avrebbe posto
domande, a differenza di un dubbioso il quale ha necessità di
trovare un´adeguata e convincente risposta a tutti suoi quesiti.
In
una società come la nostra che del tutto inconsciamente - ormai sono
più di due secoli che si comporta così - tende a cercare sotto
l´aspetto sociale una contropartita a ciascuna sua prestazione, in
pratica un costante do ut des, il discorso cristiano della
gratuità, che dovrebbe essere alla base di ogni credente e ancor più
di ogni sacerdote, può sembrare incomprensibile, per non essere
definito addirittura totalmente utopistico.
Però,
l´autentico cristiano, deve potersi distinguere per questo concetto
basilare della gratuità e del resto il Vangelo in proposito non è
soggetto a interpretazioni contrastanti, anzi è chiaro ed è la
risposta a qualsiasi domanda: chi crede deve dare senza
contropartita, senza chiedere qualcosa in cambio.
E´
evidente che il concetto si scontra con l´uso ormai radicato di
trarre da qualsiasi propria prestazione il massimo vantaggio
economico possibile. Ma perché deve essere gratuito il donare del
cristiano? Perché in questo modo restituisce quanto Dio gli ha
donato gratuitamente e questo dono della divinità trae origine
dall´unico modo con cui può rapportarsi con gli uomini, dato che è
impossibile, essendo solo l´amore, che faccia calcoli interessati.
Pensate un attimo come sarebbe bello se ognuno di noi si donasse agli
altri, i quali a loro volta si donerebbero a noi. Non ci sarebbero
più proprietà, i confini sarebbero qualcosa di ignoto e non
essendoci più beni da sottrarre alla disponibilità di altri non ci
sarebbero più guerre. Purtroppo però l´esperienza insegna che il
Vangelo non è mai stato applicato nella sua integralità se non da
pochissimi e quindi la gratuità è quella che possiamo definire una
chimera.
Nel
libro Luisito Bianchi interpreta tre parti: quella del credente,
quella dello scettico, nonché quella dell´euchairista, il cui
compito è di sintetizzare gli aspetti positivi dei due dialoganti.
Ne scaturisce un libro indubbiamente non facile, perché da un lato
c´è una nostra inconsapevole ritrosia ad accettare la gratuità e
dall´altro c´è un verbo religioso che sovente esula dalla
materialità delle nostre convinzioni, e di ciò l´autore è
consapevole definendo le sue inevitabili riflessioni come fumose, ma
anche aggiungendo che ciò che non è facile e che impegna
particolarmente necessita inevitabilmente che vi si torni su più
volte, senza lasciarci scoraggiare dal primo approccio.
Da
leggere, seguendo anche i consigli di Luisito Bianchi.
Luisito
Bianchi (Vescovato,
23 maggio 1927 - Melegnano, 5 gennaio 2012) Sacerdote
dal 1950, è stato insegnante e traduttore ma anche operaio,
benzinaio e inserviente d'ospedale,cappellano presso il monastero
di Viboldone (Milano). Ha pubblicato fra
l´altro: Salariati (1968), Gratuità
tra cronaca e storia (1982), Dittico vescovatino (2001), Simon
mago (2002), Dialogo
sulla gratuità (2004)
e Monologo
partigiano (2004).
Con Sironi ha pubblicato Come
un atomo sulla bilancia (2005),
I
miei amici. Diarii
(2008)
e La
messa dell'uomo disarmato (2002),
il suo grande romanzo sulla Resistenza, elogiato da critica e
pubblico.
Hanno
detto di lui: «Un punto di riferimento per chi ama la letteratura,
per i critici e per i lettori che hanno trovato nei libri di questo
autore un seme di verità, una parola vera e necessaria» (Avvenire);
«Un autore di densissimo spessore umano e spirituale» (La
Stampa);
«Don Luisito Bianchi è sempre stato ed è un prete
"scomodo", di quelli pronti a mettersi in gioco»
(L'Unità).
Renzo
Montagnoli