Igiene
dell’assassino – Amelie Nothomb –
Voland – Pagg. 155 – ISBN 9788888700588
– Euro 13,00
Esordio
letterario...non prendiamoci troppo
Esordio
letterario, datato 1992, di una giovane scrittrice oggi narratrice
affermata e prolifica: sicuramente un romanzo originale
nell’impianto, basato su una serrata tensione dialettica
espressa tramite dialoghi che rimandano al piano metaletterario e su
un’originale trama. Non nascondo che mi ha fatto pensare, a
tratti, ad Henry James, “Giro di vite” e a Oscar Wilde,
“Il ritratto di Dorian Gray”.
Prétextat
Tach è uno scrittore insignito del premio Nobel, i suoi libri
non li legge nessuno, è vecchio, isolato dal mondo, ha un
aspetto orribile a causa della sua obesità e un carattere
scorbutico; gli rimangono appena due mesi di vita e accoglie nella
sua casa i giornalisti che il suo zelante agente gli manda per le
ultime interviste. Egli non vorrebbe prestarsi a tali scambi
dialettici poiché non ritiene nessuno all’altezza del
suo pensiero e si diverte a maltrattare i malcapitati con
comportamenti imbarazzanti ma soprattutto annientandoli verbalmente.
L’unica che gli resisterà sarà una donna che
ribalterà i ruoli di vittima/carnefice trasformandosi
anch’essa però in vittima dello stesso nemico da lei
vinto, in un assurdo destino che scardina il piano della realtà.
La stessa giornalista metterà a nudo l’identità
dell’uomo che si cela dietro lo scrittore proprio a partire
dalla conoscenza puntuale di tutta la sua produzione, romanzi
incompiuti compresi. A partire da uno di essi condurrà infatti
una ricostruzione degna di un processo per fare dello scrittore un
imputato che non può essere assolto né condannato.
Una
lettura interessante, veloce, anche piacevole che pare criticare
sottilmente il mondo letterario, quello dei premi, quello degli
scrittori affermati e anche quello dei lettori incompetenti.
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