Pasqua
2018
di
Lorenzo Russo
Gesù,
chi ti ha fatto fare questa fine non mostra altro che la grettezza di
questo mondo.
E
sì, il potere terrestre non tollera concorrenti, soprattutto
quando essi tendono a violare i suoi confini, per dimostrare che
esiste un altro modo di vivere, uno non rude e violento.
Il
potere dell'amore verso il prossimo è più forte e
duraturo, perché apre le porte verso l'unione che congiunge
l'inizio con la fine.
L'amore
trasforma la formazione genetica dell'uomo, ribaltandolo così
in un'altra dimensione.
La
tua venuta è quindi dimostrazione che nella vita dell'uomo
qualcosa di straordinario sta succedendo, un nuovo modo di pensare,
di sentire, di agire non riscontrato prima.
Purtroppo,
superare la complessa e primitiva struttura dell'esistenza umana è
un’ impresa che richiede molto più tempo
dell'immaginabile.
Duemila
anni sono già trascorsi dalla tua venuta, da allora fino ad
ora sono accadute le stesse tragedie e disgrazie di prima, tanto da
far pensare che il nuovo non abbia possibilità di realizzarsi.
Eppure,
un qualcosa è mutato nell'animo dell'uomo, una scintilla di
speranza è sorta, tale da impegnarlo sempre di nuovo dopo ogni
ricaduta.
L'uomo,
oggi, reagisce contro le sue condizioni di vita, ne ha abbastanza
della sua situazione retrograda e si dà da fare per esplorare
l'Universo e trovare un posto dove poter realizzare meglio le sue
capacità ingegnose.
È
allora la sua limitatezza attuale propria della dimensione in cui è
costretto a vivere?
Hanno
quindi ogni dimensione i suoi peccati nella forma di limiti e
costrizioni che frenano lo sviluppo? Se è così, allora
l'uomo è innocente e giustamente merita di guadagnarsi una
vita migliore.
Nella
ricorrenza della Pasqua si venera la tua venuta, la tua missione.
Ognuno
che ti ama e sostiene si sottrae a un esame di coscienza, ben sapendo
che avrebbe potuto far di più nel testimoniare le tue
annunciazioni.
Si
ripromette di migliorare e spera di riuscire a raggiungere la
agognata meta della redenzione.
Ben
considerando che l'uomo oggi è in grado di distruggersi, come
l'elevato grado di sviluppo e arricchimento degli armamenti
dimostrano, ritengo anche probabile che egli riesca a reagire nel
senso opposto, cioè contro la sua distruzione.
Questo
perché mi sembra che sia proprio la forza della sopravvivenza
che spinge l'uomo a reagire contro i gravi pericoli di distruzione,
anche contro quelli da lui stesso creati.
Con
queste considerazioni metto l'uomo nel ruolo del figliol prodigo,
dell'inviato in terra per motivi ancora sconosciuti ma con la
possibilità di redimersi.
E
qui mi sembra giusto considerare la razza umana una entità,
per cui alla fine del percorso terreno sarà come tale redenta.
Non
è così che in ognuno di noi è presente
l'impronta del male e del bene?
Dal
loro confronto sorge la vita così com'è, alternante e
reagente alle contraddizioni, opposizioni, senza riuscire a creare un
equilibrio costante e duraturo.
I
contrasti e le difficoltà lo spingono a creare una soluzione
migliore e nello stesso tempo determinano il suo stato di essere.
È
dovere di questa ricorrenza meditare sull'accaduto di allora che
condusse alla crocifissione sul monte Golgata.
E
qui sorgono immagini che lasciano ognuno paralizzato, stretto nella
morsa dello sconvolgimento interiore, come anche di rabbia per non
potere opporsi, fermare l'inevitabile.
Quale
tragedia per la madre e i seguaci fosse stata lo si può
dedurre anche oggi dalle immagini sconvolgenti e traumatizzanti delle
vittime dei tremendi conflitti bellici.
E
non solo, quando si pensa alle tragedie causate dai terremoti,
alluvioni, epidemie che distruggono un intero quartiere, addirittura
paesi con i loro abitanti.
Eppure
l'uomo si adatta a tutto e vuole sopravvivere, come se il male
contenesse una molla che determina una reazione.
È
la morte che gli crea paura nel non sapere cosa ci sarà nel
dopo, che crea quel timore che percepì anche Gesù,
quando esclamò: padre, perché mi hai abbandonato?
Se
è giusto relativizzare ciò che successe allora, perché
un simile avvenimento si ripete sempre e ancor oggi, è anche
giusto prendere in considerazione la portata dell'avvenimento, che è
quella di criticare la forma e sostanza dei poteri forti quando non
si occupano debitamente dello stato sociale dei popoli, come quella
di rivoltarsi contro l'ingiustizia, la corruzione, la violenza, e
così via.
Tutte
proteste da eseguire accanitamente, ma senza violenza.
Chi
si ribella con la violenza finisce con il diventare come chi l'ha
esercitata.
Questo
mi sembra l'impronta fondamentale che Gesü Cristo ha lasciato
all'Umanità.
È
un fondamento cardine dello sviluppo umano, se proprio uno sviluppo
esistesse.
Buona
Pasqua a chi è di buona volontà.
Si
cerchi l'unione degli intenti rivolti a creare un mondo migliore,
indipendentemente dal credo in un Dio cristiano, mussulmano, ebreo o
altro.
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