Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Editoriali  »  Il futuro va guadagnato, di Lorenzo Russo 06/02/2018
 

Il futuro va guadagnato

di Lorenzo Russo





Non ci vuole molta perspicacia a scoprire nelle intenzioni dell'uomo, quando è preso dall'avidità di dominare sugli altri e di arricchirsi sempre di più, l'agire del male.

Lo si nota dalla falsità delle sue espressioni, dei suoi atteggiamenti, sempre più soggioganti i più deboli e incolti, che, bisognosi di un vero aiuto o speranzosi di elevarsi a condizioni migliori, si lasciano ingannare sempre di nuovo.

Non si creda mai in chi si presenta al pubblico con un sorrisetto malizioso, addirittura smagliante davanti alle telecamere, che non altro vuole segnalare: solo io posso aiutarti.

Non è solo il bisogno di sostegno che induce a credere in chi si presenti con la faccia della Domenica e il vestito del successo, ma anche il sentirsi compreso nel circolo dei vincenti.

Kleider machen Leute (i vestiti fanno la persona) vale anche oggi come allora, e sempre varrà in un mondo come questo, dove l'imbroglio è sinonimo di successo, quando si sappia trasmetterlo abilmente.

Io lo chiamo mancanza di rispetto verso il bisognoso, il sottostante, inganno e tradimento delle alte virtù umane, assecondamento al male distruttore ogni speranza di miglioramento.

I tempi delle virtù quali guida di vita sono passati. Oggi vale solo il successo, comunque lo si ottenga.

Siamo nella delicatissima fase pre elettorale, per cui mi preme molto di ammonire gli elettori di fare un severo esame di coscienza, prima di incrociare il simbolo del partito o politico di turno.

Mai si dovrebbe votare il partito e la persona unicamente per mantenere favori non meritati.

È una tattica da sempre attuata che ha causato gravi danni al sistema politico e societario del paese.

Non si può ignorare che oggi la società è proprio per questo allo sbando e con essa il paese intero.

Lo dimostra l'infinità delle liste elettorali, da far venire il capogiro, ma che viene considerata come espressione democratica.

Per me non lo è, in quanto democrazia abbisogna di serietà ed onestà ed esse si esprimono con pochi ma validi simboli, poche ma valide idee per il bene comune.

Le innumerevoli liste non esprimono altro che incapacità di trovare un senso comune, voglia di potere senza aver prima dimostrato di esserselo meritato. Un posto al sole, quindi. al quale vogliono accedere molti.



È tempo di rinascita popolare, che solo il popolo deve pretendere, se non vuole essere privato anche di questo diritto di decisione.

Lasciare che sia la classe politica a intraprendere un qualcosa, che condurrebbe poi a soddisfare i propri interessi, sarebbe come esentarsi dalla politica sociale del paese, cioè ridiventare sudditi di nuovi-vecchi padroni.

Che la sinistra, come la si intendeva una volta, non l'abbia ancora compreso rimane un enigma di dimensioni storiche.

Ma qui sono in campo ben altri interessi di dimensione mondiale, a scapito del proprio popolo.

Ma questo popolo non esiste e proprio l'Italia è sempre stata suddita della volontà di altri, sia di gruppi politici esterni, della malavita e perchè no del Vaticano, sempre pronto a patteggiare con i benestanti e a servirsi liberamente del buonismo cieco dei suoi credenti.

E sì, con la carità si possono fare ottimi affari. È sempre stato così e, a parte il breve periodo di emancipazione della classe operaia e contadina, lo è tuttora.

Non per niente la chiesa cattolica ha mirato a formare una società obbediente ai da lei istituiti sacramenti sacri che obbligano ogni cattolico vita natural durante a comportarsi secondo l'interpretazione casuale data da lei, pena il commettere un peccato grave, fino addirittura a quello mortale.

Di certo un sistema di controllo costrittivo non tiene conto del fatto che l'uomo è eventualmente in grado di migliorare solo attraverso le proprie esperienze personali, ognuna diversa dalle altre secondo lo stato morale, etico, civile e cognitivo del soggetto, ma mai imponibile con la costrizione e il timore del peccato.

Si tratta quindi di un sistema praticato per secoli e fondante sul mantenimento dell'uomo nello stato di ignoranza, bisogno e timore.

Il bene e il male sono riflessi di una entità dimensionale non evoluta e per questo non incolpabile unicamente all'uomo che non possiede il necessario stato di coscienza.

La capacità di discernerli e neutralizzarli gli è quindi difficilissima.

I loro confini rimangono così vaghi e interscambiabili, da renderlo un vagante nell'oscurità.

Sebbene oggi l'uomo si sia, almeno parzialmente, liberato dalle suddette costrizioni, l'influsso del Vaticano è sempre presente ed effettivo.

Lo dimostra il fatto che lo stato finanzia indirettamente la chiesa, devolvendole una percentuale delle tasse su indicazione dei cittadini accondiscendenti, invece di impiegarli direttamente nella sua gestione (per esempio nel campo del sociale, dell'istruzione, dove esiste un grande bisogno).

L'italiano è proprio buono e generoso. L'indottrinamento religioso ricevuto nel corso dei secoli ad oggi l'ha reso così.

Il mondo globalizzato lo costringerà a riflettere sul senso del suo buonismo, al più tardi quando non avrà un'occupazione stabile e sufficientemente retribuita.

Allora sì che si accorgerà di essere stato troppo credente fino a diventare incosciente.

I tempi mutano e con loro il rapporto tra il cittadino e lo stato o superstato, come anche quello con le comunità religiose.

È tempo quindi di svegliarsi dal tepore del successo economico degli scorsi decenni ed essere pronti ad affrontare un futuro molto più dinamico, competitivo e rischioso.

Si sta presentando un futuro incerto, come mai fu, ma non ho perso ancora del tutto la fiducia nelle capacità dell'uomo di reagire adeguatamente, affinché esso sia vivibile e ripagante gli sforzi impiegati.

Non tutti riusciranno a gestirlo per il loro bene, molti rimarranno indietro e non solo per mancanza di volontà e capacità, ma perché perdenti per sfortuna e falso calcolo di progettazione della vita.

Non è così che ogni tempo ha i suoi perdenti e vittime?

Ad ogni modo è tempo di riflettere sulla generosità concessa finora, rivedendo i principi e gli ideali che l'hanno fatta sorgere.

Tra loro e la realtà quotidiana deve essere ristabilita l'armonia, affinché il paese non ricada nel disordine sociale del passato che ha generato tante tragedie, dalle quali è poi sempre difficile risorgere a nuova e migliore vita.


 
©2006 ArteInsieme, « 014871716 »