Il
futuro va guadagnato
di
Lorenzo Russo
Non
ci vuole molta perspicacia a scoprire nelle intenzioni dell'uomo,
quando è preso dall'avidità di dominare sugli altri e
di arricchirsi sempre di più, l'agire del male.
Lo
si nota dalla falsità delle sue espressioni, dei suoi
atteggiamenti, sempre più soggioganti i più deboli e
incolti, che, bisognosi di un vero aiuto o speranzosi di elevarsi a
condizioni migliori, si lasciano ingannare sempre di nuovo.
Non
si creda mai in chi si presenta al pubblico con un sorrisetto
malizioso, addirittura smagliante davanti alle telecamere, che non
altro vuole segnalare: solo io posso aiutarti.
Non
è solo il bisogno di sostegno che induce a credere in chi si
presenti con la faccia della Domenica e il vestito del successo, ma
anche il sentirsi compreso nel circolo dei vincenti.
Kleider
machen Leute (i vestiti fanno la persona) vale anche oggi come
allora, e sempre varrà in un mondo come questo, dove
l'imbroglio è sinonimo di successo, quando si sappia
trasmetterlo abilmente.
Io
lo chiamo mancanza di rispetto verso il bisognoso, il sottostante,
inganno e tradimento delle alte virtù umane, assecondamento al
male distruttore ogni speranza di miglioramento.
I
tempi delle virtù quali guida di vita sono passati. Oggi vale
solo il successo, comunque lo si ottenga.
Siamo
nella delicatissima fase pre elettorale, per cui mi preme molto di
ammonire gli elettori di fare un severo esame di coscienza, prima di
incrociare il simbolo del partito o politico di turno.
Mai
si dovrebbe votare il partito e la persona unicamente per mantenere
favori non meritati.
È
una tattica da sempre attuata che ha causato gravi danni al sistema
politico e societario del paese.
Non
si può ignorare che oggi la società è proprio
per questo allo sbando e con essa il paese intero.
Lo
dimostra l'infinità delle liste elettorali, da far venire il
capogiro, ma che viene considerata come espressione democratica.
Per
me non lo è, in quanto democrazia abbisogna di serietà
ed onestà ed esse si esprimono con pochi ma validi simboli,
poche ma valide idee per il bene comune.
Le
innumerevoli liste non esprimono altro che incapacità di
trovare un senso comune, voglia di potere senza aver prima dimostrato
di esserselo meritato. Un posto al sole, quindi. al quale vogliono
accedere molti.
È
tempo di rinascita popolare, che solo il popolo deve pretendere, se
non vuole essere privato anche di questo diritto di decisione.
Lasciare
che sia la classe politica a intraprendere un qualcosa, che
condurrebbe poi a soddisfare i propri interessi, sarebbe come
esentarsi dalla politica sociale del paese, cioè ridiventare
sudditi di nuovi-vecchi padroni.
Che
la sinistra, come la si intendeva una volta, non l'abbia ancora
compreso rimane un enigma di dimensioni storiche.
Ma
qui sono in campo ben altri interessi di dimensione mondiale, a
scapito del proprio popolo.
Ma
questo popolo non esiste e proprio l'Italia è sempre stata
suddita della volontà di altri, sia di gruppi politici
esterni, della malavita e perchè no del Vaticano, sempre
pronto a patteggiare con i benestanti e a servirsi liberamente del
buonismo cieco dei suoi credenti.
E
sì, con la carità si possono fare ottimi affari. È
sempre stato così e, a parte il breve periodo di emancipazione
della classe operaia e contadina, lo è tuttora.
Non
per niente la chiesa cattolica ha mirato a formare una società
obbediente ai da lei istituiti sacramenti sacri che obbligano ogni
cattolico vita natural durante a comportarsi secondo
l'interpretazione casuale data da lei, pena il commettere un peccato
grave, fino addirittura a quello mortale.
Di
certo un sistema di controllo costrittivo non tiene conto del fatto
che l'uomo è eventualmente in grado di migliorare solo
attraverso le proprie esperienze personali, ognuna diversa dalle
altre secondo lo stato morale, etico, civile e cognitivo del
soggetto, ma mai imponibile con la costrizione e il timore del
peccato.
Si
tratta quindi di un sistema praticato per secoli e fondante sul
mantenimento dell'uomo nello stato di ignoranza, bisogno e timore.
Il
bene e il male sono riflessi di una entità dimensionale non
evoluta e per questo non incolpabile unicamente all'uomo che non
possiede il necessario stato di coscienza.
La
capacità di discernerli e neutralizzarli gli è quindi
difficilissima.
I
loro confini rimangono così vaghi e interscambiabili, da
renderlo un vagante nell'oscurità.
Sebbene
oggi l'uomo si sia, almeno parzialmente, liberato dalle
suddette costrizioni, l'influsso del Vaticano è sempre
presente ed effettivo.
Lo
dimostra il fatto che lo stato finanzia indirettamente la chiesa,
devolvendole una percentuale delle tasse su indicazione dei cittadini
accondiscendenti, invece di impiegarli direttamente nella sua
gestione (per esempio nel campo del sociale, dell'istruzione, dove
esiste un grande bisogno).
L'italiano
è proprio buono e generoso. L'indottrinamento religioso
ricevuto nel corso dei secoli ad oggi l'ha reso così.
Il
mondo globalizzato lo costringerà a riflettere sul senso del
suo buonismo, al più tardi quando non avrà
un'occupazione stabile e sufficientemente retribuita.
Allora
sì che si accorgerà di essere stato troppo credente
fino a diventare incosciente.
I
tempi mutano e con loro il rapporto tra il cittadino e lo stato o
superstato, come anche quello con le comunità religiose.
È
tempo quindi di svegliarsi dal tepore del successo economico degli
scorsi decenni ed essere pronti ad affrontare un futuro molto più
dinamico, competitivo e rischioso.
Si
sta presentando un futuro incerto, come mai fu, ma non ho perso
ancora del tutto la fiducia nelle capacità dell'uomo di
reagire adeguatamente, affinché esso sia vivibile e ripagante
gli sforzi impiegati.
Non
tutti riusciranno a gestirlo per il loro bene, molti rimarranno
indietro e non solo per mancanza di volontà e capacità,
ma perché perdenti per sfortuna e falso calcolo di
progettazione della vita.
Non
è così che ogni tempo ha i suoi perdenti e vittime?
Ad
ogni modo è tempo di riflettere sulla generosità
concessa finora, rivedendo i principi e gli ideali che l'hanno fatta
sorgere.
Tra
loro e la realtà quotidiana deve essere ristabilita l'armonia,
affinché il paese non ricada nel disordine sociale del passato
che ha generato tante tragedie, dalle quali è poi sempre
difficile risorgere a nuova e migliore vita.
|