Cristianesimo e cattolicesimo,
antipodi della fede
di Lorenzo Russo
Il cristianesimo apre le porte allo
splendore della vita spirituale, sollecitando il superamento della limitatezza
terrena che tiene soggiogato l'uomo alle tentazioni dei vizi.
Esso è, quindi, esempio di liberazione
dalla prigionia terrena, è progresso mentale e spirituale.
La chiesa cattolica, quale suo
rappresentante in terra ,fa fatica a seguire le annunciazioni
del Cristo, suo fondatore, in quanto è soggiogata dal vizio dei possessi
terreni sia economici sia politici.
Ciò dimostra che essa è più rivolta
alla sopravvivenza, con tutti i relativi rischi tra i quali quello di
dissolversi nel corso del ciclo terreno, che al risorgere a vita eterna nella
complessità del Creato.
Ne emerge, che Dio andrebbe inteso
come simbolo del progresso umano, realizzabile superando le restrizioni terrene
con l'aiuto della fede e della volontà di riuscirci.
Fede inestinguibile in se stesss, quindi, da poterla definire energia ricevuta da una
volontà divina, che tutto crea, modifica e porta a termine.
Il materialismo è una cosa terrena e
quindi sottoposto alle leggi terrene, mentre la resurrezione da questa vita è
legge trascendentale e quindi, vista dall'uomo, eterna.
Dio è o dovrebbe essere il progresso,
a venire nel tempo dovuto, ed è localizzabile nell'anima dell'uomo quando
aspirasse a superare le sue restrizioni.
È obsoleto, oggigiorno, credere in un
Dio che dall'alto premia o punisce, mentre è fondamentale fondare la propria
esistenza sulla convivenza sociale che si riferisca a principi morali ed etici.
Essa è l'unica forma di vita idonea a
bloccare ogni estremismo ideologico riferentesi a un
Dio personale e quindi espressione del proprio stato dissociativo e incolto.
Cristianesimo è superamento delle
diversità esistenti, possibile solo con la convinzione che esse sono il sale
della vita, punto di partenza verso il processo evolutivo.
Diversità che va intesa come un qualcosa che non si
possiede ma della quale si sente il bisogno di possedere per migliorare le
condizioni personali tese al miglioramento.
È un fattore in grado di dirigere le proprie forze al
completamento della propria personalità.
Il tutto non avviene senza la
convinzione di dover rinunciare al superfluo per acquisire l'idoneità di
contrapporre al male la forza della convinzione e del dialogo al posto della
violenza ed odio.
Ed è qui che il male si manifesta
come prodotto dell'ignoranza ed arroganza.
Seguendo il corso storico del
cristianesimo e cattolicesimo, ritengo che sia necessario mettere in
discussione una fondamentale distinzione.
Il primo sorse dagli scritti degli
apostoli, quindi in un periodo nel quale la sua attività evangelica non era
ancora istituzionalizzata e di conseguenza era ancora volontaria e dettata da
un credo forte e pulsante nelle annunciazioni di
Cristo, mentre il secondo sorse secoli dopo per lascito imperiale ed ebbe di
conseguenza forma istituzionale e come tale indotto a far politica per
sopravvivere, come tale, nei tempi a venire fino ad oggi.
Da qui, e analizzando l'operato della
chiesa cattolica nel passato, emerge che il Dio da lei presentato non poteva
esistere se non per intimorire e sottomettere i popoli ancora incoscienti e
bisognosi.
Di fatto, invece di essere esempio
delle verità cristiane, non fece altro che assicurarsi la supremazia su tutto
ciò che è terreno, agendo con l'intimidazione su tutti e punizione di chi si
fosse dimostrato renitente alla sua volontà.
Fu uno sfruttamento e soggezione
totale e sarcastica sui popoli per molti secoli.
Ho i miei dubbi su come Cristo si
sarebbe comportato, qualora fosse stato il primo papa della chiesa cattolica
costituita per volontà imperiale.
Per fortuna non fu così, il che mi fa
pensare alla veggenza divina, ben cosciente che i suoi successori prima o poi
avrebbero fatto più politica di dominio che di carità e istruzione.
Di certo Cristo non si sarebbe dato
al gioco di dominio terrena.
Ad ogni modo, il Natale, come
d'altronde anche la Pasqua, viene inteso da me come occasione di riconoscimento
delle proprie mancanze, con conseguente disposizione a superarle onde ritrovare
la via della rinascita spirituale.
Occasione di mutare l'anima, intesa
come riflessione delle necessità del corpo, in Verbo, cioè energia suprema che
tutto genera e regola.
Esteso alla Chiesa cattolica,
andrebbe inteso come disposizione a superare i vizi che l'hanno tenuta
soggiogata sin dal suo inizio, quindi rinuncia alla sua supposizione di essere
forza politica ed economica per volontà di un Dio cristiano che così non può
essere.
La Chiesa cattolica deve distanziarsi
dal concetto di rappresentare il suo fondatore quando non vive la povertà e
l'astinenza che ha caratterizzato la sua vita.
E qui non si devono accettare
eccezioni e scusanti varie se si vuole che il popolo si identifichi in essa e
sia pronto a testimoniare le verità annunciate dal suo fondatore Gesù Cristo.
Il Cristianesimo è quindi una forza
spirituale capace di trasportare l'uomo in una sfera più elevata e migliore,
mentre il cattolicesimo una forza temporale e quindi condizionata dal destino
terreno.
Di conseguenza il cristiano deve
distinguersi per diligenza, serietà e astinenza per essere credibile.
Il contrario si riscontra
giornalmente in ogni ceto della società, a cominciare dalla casta
ecclesiastica, anche lei presa da complotti interni tra i suoi membri per
assicurarsi profitti economici e riconoscimenti personali senza merito.
Cosa sarebbe la chiesa cattolica
senza il sostegno dei suoi credenti che s'impegnano ovunque notino necessità di
supporto sociale senza distinzione di credo e razza?
Mi sembra che anche qui agisca la
provvidenza divina, dando dimostrazione dell'esistenza di un piano divino
universale.
Ogni discussione sull'esistenza di
Dio non porta a nessuna conclusione, in quanto Dio è una verità non visibile e
identificabile con la ragione, bensì con un animo rimasto puro e innocente.
Eppure si discute senza fine e si
crede infine di aver trovato la verità, con la quale poi non si sa cosa fare perchè non è soddisfacente.
La disputa diventa più un voler
dimostrare di essere più intelligenti e intellettuali di quanto si sia.
L'intelligenza è una variabile che ha
bisogno della fede sincera e relativa volontà di azione per elevarsi sopra la
mediocrità.
È tempo che l'uomo diffidi delle
istituzioni umane religiose e politiche, che capisca la necessità di unirsi con
i suoi consimili, perchè solo nell'unione può creare
una società evoluta e libera, nella quale ognuno sia un elemento
indispensabile, da rendere obsoleta l'esistenza di ceti privilegiati dai quali
essere sempre sfruttato anche in nome di un Dio che come tale non è mai
esistito.
Di fatto il vero Dio è in ogni uomo e
viene calpestato da chiunque creda di meritarsi di più del necessario per
sopravvivere. Egli non altro è che progresso sociale umano.