Castellaro Lagusello
di Renzo Montagnoli
In Italia, il paese che vanta il più
consistente patrimonio artistico del mondo, peraltro mai adeguatamente
conservato, esistono anche tante piccole realtà, sovente meno interessanti per
le opere d'arte che vi si trovano, ma che hanno caratteristiche tali da
costituire dei veri e propri gioielli. Si tratta dei cosiddetti borghi,
località che sono riuscite a mantenere pressoché
intatte le loro caratteristiche nel corso dei secoli, un piccolo agglomerato di
case antiche, spesso cinte da difese murarie, con torri merlate, camminamenti,
chiese che hanno ancora il profumo di una religiosità semplice e popolare.
Queste entità - spesso site in cima a un colle più che
per dominare la pianura circostante a difesa invece dai pericoli che dalla
stessa un tempo provenivano - sono sparse un po' dappertutto sul suolo
nazionale, con maggior presenza in alcune zone geografiche dell'Italia
centrale, specialmente in Toscana, in Umbria e nelle Marche. Al riguardo, tanto
per citare solo alcuni nomi fra i più famosi, rammento
Gradara, Mondavio, Norcia, Spello, San Gimignano, Buonconvento. Al Nord ce ne sono soprattutto due di estremo
interesse, Borghetto sul Mincio, al confine fra le
province di Mantova e Verona, considerato il più bel borgo d'Italia e di cui ho
già scritto qui, e Castellaro Lagusello,
poco distante, in provincia di Mantova, sulle colline moreniche. E a proposito
di questi rilievi, invero di modesta altezza (fra i 90
e i 110 metri
sul livello del mare) mi corre l'obbligo di spiegare come si sono formati.
Milioni di anni fa, ove adesso troviamo il lago di Garda, c'era un gigantesco
ghiacciaio che, erodendo le montagne in cui era incassato, trasportava a valle,
sul suo fronte, massi di varie dimensioni. Quando avvenne il disgelo e si formò
appunto il lago di Garda, i detriti accumulati rimasero al loro posto e con
l'azione dei vari eventi atmosferici si compattarono nelle attuali colline.
Castellaro Lagusello
sorge su uno di questi rilievi e ha origini antichissime, tanto che i primi
insediamenti su palafitte intorno al laghetto risalgono all'età del bronzo. Fu
abitato anche in età romana, ma è solo nell'XI secolo che diventa un borgo fortificato. Già di
proprietà dei Visconti, passò varie volte di mano in mano, prima ai Gonzaga, poi ritornò ai Visconti, di nuovo ai Gonzaga,
indi alla Repubblica Serenissima nel 1441, che lo tenne fino al 1637 quando,
messo all'asta, diventò di proprietà dei conti Arrighi. Infine, nel 1815 entrò
a far parte del Regno del Lombardo-Veneto.
E' ammirevole come si sia riusciti a conservarlo nella sua struttura e forma
originaria, con l'idilliaca visione del borgo che si specchia nelle acque del
laghetto, che è a forma di cuore.
Pressoché intatte sono rimaste le mura,
così come la pavimentazione delle vie in pietre di fiume e gli scenografici
sassi a vista delle case; la villa patrizia, inoltre, è la stessa, senza
modifiche architettoniche, da quanto fu eretta, cioè nel XIV secolo, salvo
alcuni restauri nel XIX e XX secolo effettuati senza alterarne la
struttura armonica e conservando le preesistenze.
Il paesino è invero minuscolo e la
visita abbastanza breve, salvo soffermarsi con attenzione sulle sue
caratteristiche. Vi si può accedere solo da Nord, attraverso una porta
abbastanza larga, che fino al 1700 era dotata di ponte levatoio. A protezione
dell'entrata c'è una torre piuttosto alta, chiamata
dell'orologio.
Fatti pochi passi s'incontra una chiesa
barocca dedicata a San Nicola, in cui è conservata una Madonna in legno del Quattrocento. Si prosegue, trascurando per il
momento i vicoletti laterali, in cui il silenzio regna sovrano, benché le case
siano abitate, e dopo un centinaio di metri ci si trova di fronte a Villa Arrighi,
oggi di proprietà dei conti Tacoli e visitabile solo dietro richiesta. Dentro il perimetro della residenza
nobiliare c'è un fortilizio con mura di cinta, dai cui merli guelfi e dalle cui
bifore è possibile vedere il famoso laghetto, che peraltro si scorge anche da
un piccolo cancello esterno alla proprietà.
Oggi villa Arrighi è diventata un luogo
ove si organizzano eventi,
cerimonie varie, fra cui matrimoni, e
meeting.
L'edificio incorpora anche una
chiesetta del XVIII secolo, dedicata a San Giuseppe.
Purtroppo il laghetto è accessibile
solo ai proprietari ai quali tuttavia si può chiedere il permesso di scendere
alle rive lungo una scalinata, rive che presentano ormeggiate alcune barche in legno di fattura artigianale.
Per quanto concerne le viuzze laterali,
meritano di essere visitate per la straordinaria atmosfera che lì è possibile
respirare: il silenzio, i muri con i sassi a vista, gli antichi lampioni fanno
sognare, ad occhi aperti, di un'epoca passata, di
antiche glorie e di nobildonne e popolane che un tempo posarono i loro piedi
sullo stesso selciato che è ora sotto i nostri.
Ecco, Castellaro Lagusello,
minuscolo, ma sostanzialmente intatto, è il testimone di un'epoca lontana che,
nella sua ovattata atmosfera, ci piace far rivivere nella mente.
Il borgo è visitabile tutto l'anno,
anche se a mio parere i periodi migliori sono la
primavera, il mese di settembre e la prima metà dell'autunno, specialmente
quest'ultimo, quando la natura si colora d'oro e di rosso scuro delle foglie
degli alberi che, sebbene non fitti, punteggiano le colline a gruppi, quasi
sentinelle lasciate dal ridondante rigoglio dei mesi precedenti ad attendere
l'inverno e a vegliare su scorci panoramici che inteneriscono il cuore, in un
ondeggiare di rilievi che dalla più alta sommità sembra un mare d'erba mosso da
un refolo di vento.
Castellaro Lagusello
è inserito in una Riserva Naturale di 139 ettari gestita dal
Parco del Mincio. Numerose sono le specie animali presenti, fra le quali la
folaga, il martin pescatore, il tarabusino, l'airone,
il falco di palude; ma anche l'aspetto botanico è di
tutto rilievo, con boschi di salici, ontani e roverelle,
solo per citare le specie più diffuse.
Come arrivare?
L'autostrada Bergamo – Brescia – Verona
è piuttosto vicina e dall'uscita di Peschiera del Garda sono
in tutto 11 Km..
L'occasione può essere buona per
visitare anche altri luoghi limitrofi, come Borghetto
sul Mincio (a 10 Km.), Custoza (a 18
Km.), Solferino (a 8 km.), San Martino della Battaglia (a 10 Km.), queste ultime tre
località teatri di grandiose battaglie nella nostra storia risorgimentale,
Verona (a 41 Km.),
Mantova (a 33 Km.).
Dove alloggiare?
Prevalgono gli agriturismi, non
mancando tuttavia altre sistemazioni:
Agriturismo al Castello - Monzambano ;
La Casa del Mandorlo – Monzambano;
Agriturismo
Corte Fattori – Monzambano;
Agriturismo Cascina
Muraglie – Monzambano;
Agriturismo
Il Filos – Castellaro di Monzambano;
Bed
& Breakfast Il Fienile – Castellaro di Monzambano;
Bed &
Breakfast Caradello – Castellaro di Monzambano;
Ristorante
Albergo La Diga – Monzambano.
Dove mangiare?
Premetto che in zona la cucina è ottima
e che vi sono numerosi ristoranti e trattorie. Ripeto si mangia bene ovunque,
con specialità prettamente locali, quali gli agnolini
mantovani, i tortelli di zucca, il risotto con la salsiccia, le tagliatelle al sugo di piccione, il cappone farcito, il luccio in salsa,
la sella di maiale con mele e noci, la torta di tagliatelle, la torta sbrisolona.
Chiedete dove alloggiate e, a meno che lì non sia prevista la ristorazione, i consigli
che riceverete saranno sicuramente di vostra soddisfazione.
Sui colli morenici si beve anche bene;
c'è una produzione locale, limitata, ma di grandissima qualità, con vini assai
pregiati, come i DOC “Colli Morenici Mantovani del Garda” Bianco, Rubino e Chiaretto,
quest'ultimo fra i migliori al mondo.
Come al
solito, più sotto, a corredo, vi sono alcune fotografie di questa località e
rappresentano, nell'ordine dall'alto in basso:
-
veduta
aerea di Castellaro Lagusello;
-
l'accesso
a Nord;
-
Villa
Arrighi;
-
La
scalinata che scende al laghetto.
Nota: La prima fotografia è stata reperita sul sito del Parco del
Mincio, le altre sono
state scattate da me.