La Val di Genova
di Renzo
Montagnoli
Il nome non deve trarre in inganno,
perché questa splendida valle non si trova in Liguria, bensì in provincia di
Trento.
È una laterale della ben più turistica Val Rendena, anzi
dove questa finisce, con la salita che porta a Madonna di Campiglio,
inizia lei piegando a sinistra per chi viene da Sud. E così l'ultimo paese
della Val Rendena, Carisolo, diventa il crocevia da cui appunto si diparte la Val di Genova.
È situata nel settore occidentale del
Parco Adamello-Brenta, la più estesa area protetta
della provincia di Trento. La valle è di origine glaciale ed è percorsa dal
torrente Sarca di Genova, che è uno dei tre rami che
confluiscono in uno solo in Val Rendena,
a Pinzolo, dando luogo a un unico corso d'acqua
chiamato appunto Sarca e che è l'immissario del lago
di Garda.
Piuttosto stretta, è lunga una ventina
di chilometri che si snodano fino alla panoramica piana di Bedole, ed è compressa fra i
massicci montuosi dell'Adamello (a sud) e della Presanella
(a nord). Il curioso nome ha un'etimologia incerta, ma sembrerebbe derivare da Zenua, che nell'idioma locale significherebbe ricca d'acqua.
E infatti di
acqua non è di certo povera, considerati i ghiacciai e i nevai che le fanno da
corona; il torrente che la percorre è implementato da altri rii, alcuni dei
quali formano delle cascate (6), di cui le più spettacolari sono senz'altro
quella di Nardis, molto alta, formata dal torrente Nardis che scende dalla Presanella,
e quella del Lares, suddivisa in due salti (alto e
basso). Quest'ultima, non visibile dalla rotabile che percorre la valle, può
essere raggiunta solo a piedi ed è immersa in un bosco, dando luogo a uno
spettacolo quasi fiabesco.
La Presanella
e l'Adamello durante la grande guerra furono teatro di combattimenti ad alta
quota e così la valle di Genova, sita nelle immediate retrovie, divenne
importante quale via d'accesso ai ghiacciai, tanto che ancor oggi è possibile
osservare un cimitero militare in val Siniciaga, che più che una
valle é un vallone laterale, nonché una piccola cappella e ciò resta di una
teleferica militare nei pressi della cascata di Folgarida.
Non ci sono parole per
poter descrivere con efficacia la straordinaria bellezza della Val di Genova, ma provate solo a immaginare un territorio
stretto, incassato fra le montagne, percorso da un torrente spumeggiante, con
insediamenti umani limitati, il rumore dell'acqua che si infrange su enormi
massi, il verde delle abetaie e più si volge lo sguardo all'insù più si notano
pareti a strapiombo e più in alto, più lontano di quanto non sia, l'azzurro del
cielo. Mano a mano che si procede sulla carrozzabile e
si sale di quota la valle sembra allargarsi e là in fondo già si scorge la
verde piana di Bedole, sovrastata dal luccicante
candore dei ghiacciai. Sembra di essere lontani mille miglia da un mondo
tumultuoso, si ha la sensazione di avvicinarsi alla natura primigenia, di
portare i nostri passi indietro di secoli nel tempo; il cuore prende a battere,
non solo per la fatica dell'escursione, ma anche perché si è pervasi da un
senso di gioia che quasi trabocca.
Là, sullo sfondo il bianco delle nevi
sembra un lontano regno di Elfi e folletti e nel cielo, che pare specchiarsi in
tanta bellezza, un'aquila vigile dispiega le ali.
Per quanto ovvio si trovano solo
bellezze naturali e non artistiche; tuttavia consiglio, prima d'intraprendere
il percorso, di fare subito all'inizio una breve deviazione sul sentiero, e poi
strada carrozzabile, che porta alla chiesa di Santo Stefano (XII secolo),
arroccata su un costone di granito che precipita nel torrente Sarca. Lì vi è anche il piccolo cimitero di Carisolo, talmente piccolo che si
ritrae l'errata convinzione che la morte faccia visita sporadicamente in quelle
contrade. L'esterno della chiesa, nella parete che guarda verso la Val di Genova, è affrescato con una danza macabra
realizzata nel XV secolo dai pittori itineranti Baschenis.
Il dipinto è molto ampio e anche se l'interno dell'edificio è di interesse per altri affreschi, di certo questo è quello
che attira maggiormente i turisti appassionati di pittura.
Ovviamente la valle è visitabile, ma al
riguardo occorre precisare quanto segue, fermo restando che in inverno, con la
neve, non è percorribile dalle automobili (ma il panorama è magico):
nella stagione turistica la strada è
suddivisa in tre tronconi:
i primi quattro chilometri, da Carisolo (806
m. s/m) a Ponte Verde (921 m.), sono percorribili
liberamente e si trovano numerosi parcheggi;
per altri 4,5 Km., da Ponte Verde (921 m.) a Ponte Maria (1164 m.), sono transitabili
pagando un pedaggio ( € 8,00); è il tratto più impegnativo, con pendenze che
arrivano al 18%;
gli ultimi 7,5 Km., cioè da Ponte Maria
(1164 m.)
a Malga Bedole (1584 m.), sono di norma
accessibili ogni giorno fino alle H. 9,45 e dopo le H. 18,00, e comunque fino a
quando i pochi parcheggi presenti non sono pieni.
Peraltro, proprio nel periodo estivo e
solo nel mese di agosto, nel tratto a pagamento (da Ponte Verde a Malga Bedole) è in funzione un servizio di bus navetta (partenze
ogni 30 minuti) al modico prezzo – per andata e
ritorno - di 3 €.
Normalmente il transito nella valle è
interdetto da settembre a giugno.
Per arrivare in zona, la strada
migliore, e più veloce, è l'A22 (autostrada del Brennero) con uscita a Rovereto
Sud, indi superstrada per Mori, deviazione verso Arco di Trento, prosecuzione
fino a Sarche, a prendere la salita, con numerosi
tornanti e gallerie, che porta a Tione, paese in cui
inizia la Val Rendena, da
percorrere tutta fino alla fine, cioè all'abitato di Carisolo.
Si tratta di zona turistica e quindi la
ricettività è ottima.
Per informazioni sulla valle:
www.valgenova.com
Per dormire, mangiare e informazioni turistiche:
www.valrendena.net
Le foto (nell'ordine dall'alto in
basso) e fra parentesi il sito web in cui sono stare reperite:
Chiesa di Santo Stefano (www.carisolo.com);
Affreschi Chiesa di Santo Stefano (www.carisolo.com)
Cascata di Nardis
(www.nicoruffato.it)
Cascata Lares
(www.forum.meteopb.it)
Piana di Bedole
(www.lucavezzoni.wordpress.com)