Cielo di piombo,
non una nube,
non un filo d'aria.
Senza pietà il sole dardeggia,
ingialliscono i fili d'erba,
s'aprono crepe nella terra riarsa.
Calura opprimente che
s'alza dal suolo,
miasmi d'aria putrefatta,
deserto all'intorno.
Non sabbie roventi,
né alberi contorti,
arsure senza conforto,
cuori inariditi da anni
di colpevole indifferenza.
Altrove deserti di sale,
lande siccitose percorse
da scheletri pezzenti.
Qua acqua a profusione,
automi imbellettati che
girano senza scopo.
Là un pasto è la felicità.
Nel mondo dei fortunati
si disprezza anche il cibo
e l'unica sete è quella
di un amore dimenticato,
gettato troppo presto
fra i rottami della civiltà.
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