Triste tigre, di Neige Sinno, edito da Neri Pozza e recensito da Katia Ciarrocchi
Triste tigre – Neige Sinno – Neri Pozza – Pagg. 240 – ISBN 9788854529656 – Euro 18,00
“Triste
tigre” di Neige Sinno è un romanzo autobiografico che si addentra
nei territori oscuri e complessi dell'abuso sessuale e delle
devastanti conseguenze. Sinno, con una penna schietta e penetrante,
ci offre una testimonianza che non lascia indifferenti, illuminando
le ferite profonde inflitte dalla violenza e il lungo cammino verso
la guarigione.
Il
libro racconta la storia di Neige, una giovane donna che ripercorre
gli eventi traumatici della sua infanzia, segnata dagli abusi
sessuali perpetrati dal patrigno. La narrazione è frammentaria,
costruita attraverso ricordi, riflessioni e dialoghi intimi, che
permettono al lettore di immergersi nel mondo interiore dell'autrice
e di comprendere la complessità delle sue emozioni e dei suoi
pensieri.
“Triste
tigre” affronta temi di grande rilevanza sociale e psicologica,
l'abuso sessuale, la manipolazione, la colpa e la vergogna sono
analizzati con lucidità e sensibilità. Sinno esplora anche le
dinamiche familiari disfunzionali, il silenzio complice e la
difficoltà di trovare sostegno e comprensione. Inoltre, il libro
tratta della resilienza e della ricerca di un senso di sé, mostrando
come sia possibile, nonostante tutto, ricostruire la propria vita.
Lo
stile di Sinno è diretto e intenso, caratterizzato da una prosa
incisiva che non teme di affrontare la brutalità dei fatti narrati.
La sua scrittura è intrisa di una forza emotiva che rende palpabile
il dolore e la sofferenza, ma anche la determinazione e la speranza.
I riferimenti letterari disseminati nel testo arricchiscono la
narrazione, offrendo ulteriori spunti di riflessione e connessioni
con altre opere che trattano temi simili.
Il
titolo “Triste tigre” è un richiamo esplicito al libro “Tigre,
Tigre!” di Margaux Fragoso, che anch'esso esplora le esperienze
di violenza sessuale subite dall'autrice durante l'infanzia. La
tigre, in entrambe le narrazioni, assume un ruolo centrale,
incarnando sia la forza che la vulnerabilità, elementi chiave per
comprendere la difficoltà delle esperienze vissute dalle autrici. La
tigre è spesso vista come un simbolo di forza e potenza,
rappresentando la resilienza delle vittime di abuso sessuale, ma allo
stesso tempo, è un animale vulnerabile, riflettendo la condizione
delle vittime che oscillano tra forza e vulnerabilità. Questo
simbolismo aiuta a identificarsi con un'immagine potente e
ambivalente, offrendo ai lettori una comprensione più profonda delle
emozioni e delle reazioni delle vittime.
Sinno
riesce a coinvolgere il lettore in modo profondo, costringendolo a
confrontarsi con realtà che spesso si preferisce ignorare. Il libro
suscita empatia e indignazione, ma anche ammirazione per il coraggio
dell'autrice nel condividere la sua storia.
“Triste
tigre” è un libro necessario, che illumina le zone d'ombra della
nostra società e delle nostre vite personali. Neige Sinno ci offre
un racconto di dolore e di speranza, un invito a non voltarsi
dall'altra parte e a riconoscere l'umanità nelle storie di chi
ha subito violenza. È una lettura che resta impressa, che lascia il
segno e che spinge a guardare il mondo con occhi più consapevoli e
sensibili.
Citazioni tratti da: Triste tigre di Neige Sinno
Cosa c'è dietro a quello sguardo? Che cosa ci affascina dei criminali, dei mostri? Pensiamo che loro abbiano elementi di risposta su uno dei maggiori enigmi dell'esistenza: il male. Ci diciamo che, avendo commesso un atto irreparabile, forse hanno almeno imparato qualcosa. Sanno cos'è il male o, comunque, se pure il loro misfatto non gli ha permesso di conoscere il male universale, si presume che conoscano perlomeno il male particolare che hanno scelto di fare. Sono dall'altra parte di un confine che noi non attraverseremo mai. Ma spesso rimaniamo delusi. Pare che al centro stesso dell'atto criminale vi sia una banalità dovuta non solo al carattere di certi criminali, quelli che obbediscono a delle pulsioni, che eseguono degli ordini, le pecore del male. Persino i veri mostri, quelli che scelgono deliberatamente di immergere la testa nell'oscurità, non rispondono alle nostre aspettative.
Tutto nel mondo è sesso tranne il sesso. Il sesso è potere, recita una frase celebre spesso attribuita a Oscar Wilde. Io non so se questa massima sia sempre applicabile, ma nell'ambito delle violenze sessuali mi sembra calzante.
Ma i processi non sono lì per fare piacere alle vittime. È la società a decidere, tramite i suoi rappresentanti, quello che è giusto o non è giusto per lei, non per le vittime né per i colpevoli.
Abbiamo
questo in comune, questo indicibile, che però non fa di noi delle
persone capaci di stringere amicizia o altro.
Impariamo a vivere
sapendo che quel mondo ci sarà sempre, appena dietro l'angolo.
È
un mondo in cui vittima e carnefice sono insieme. Credo che siano le
stesse tenebre, o quasi le stesse. È un mondo in cui non si riesce a
ignorare il male.
Katia Ciarrocchi
