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Il gelsomino, di Giuseppe Carlo Airaghi

Il gelsomino, di Giuseppe Carlo Airaghi

Il gelsomino

di Giuseppe Carlo Airaghi



Nel cortile lievita una parete

verde di gelsomino. Piantata

la primavera in cui di comune accordo

decidemmo di sfidare la sorte.


Ospitò in estate un nido di merli,

incauti. I gatti di casa

non gli lasciarono scampo.


Nella serena inquietudine propria

sconfina, d'estate, oltre il muro di cinta

per contrabbandare la gloria immodesta

dei suoi bianchissimi fiori.


La bellezza richiede la cura,

i rami vanno sfrondati, addomesticati,

che non soffochino la parabola

del televisore, non provochino

le lamentele, legittime, dei vicini

per l'incruenta invasione dei loro balconi.


A volte penso dovrei lasciare fare.

Vederla conquistare la via

ricoprire le auto in sosta, i cancelli chiusi,

sradicare i pali confitti nel cemento,

Vederla creare precari alloggi

per nuovi nidi di paglia,

dichiarare a squarciagola la rinascita

di un'antica sterminata nazione.


Da Ora che tutto mi appare più chiaro - Autobiografia apocrifa (puntoacapo, 2023)